Viste da fuori, le due serie di Conference Finals sono assolutamente normali. Alla vigIlia di #6 delle WCF la squadra col fattore campo è 3-2, alla vigilia di #4 delle ECF si è 2-1 per il record migliore.

Un punto di vista simile, però, non racconta delle 4 W esterne totali, o che nessuno può garantire che il KO di ATL in #3 non sia dovuto all’arbitro che ha fatto (involontariamente, ovvio: però che ci faceva così vicino alla sideline e ai piedi del giocatore?) infortunare di nuovo alla solita caviglia Trae Young. Non spiega che sia buffo che Antetokounmpo sia diventato 2 volte MVP della NBA proprio quando si gioca il tipo di basket che potrebbe tenerlo lontano dall’Anello. Il Greco, dopo aver chiuso quasi con il 76% da 2 la serie coi Nets, è a 64% nelle 3 gare vs ATL: 37/58. Significa in pratica 20 tiri da due ogni gara, un numero senza senso, non visto da anni, che rimanda a epoche assai diverse, giocatori scolpiti nella leggenda. Cifre che Giannis annoda dovendo fare attenzione anche ai falli in attacco che nei PO sono la maggioranza delle sue penalità. Purtroppo per lui quel tipo di produzione e di sforzo nel 2021 è solo il soffritto, la base: ci vogliono sempre elementi in più per la W. In # 3 sono stati i 20 nel quarto periodo di Middleton (sui quali non è dato contare) unitamente al rapporto improprio arbitro/caviglia di Trae. Tatticamente coach Bud sta scegliendo notte per notte a chi attaccare PJ Tucker: l’ultimo è stato Bogdanovic il Serbo, che ha un ginocchio ben disastrato, e con PJ alle costole esce presto di gara; ricordiamo che la lista di acciacchi e assenti degli Hawks è la più lunga al momento (il ginocchio serbo, Trae spalla e caviglia, Hunter fuori, Gallo sempre mezzo acciaccato). Coach Mc Millan, quindi, deve fare sforzi per compensare e mascherare, sperando che Huerter e Collins abbiano poche pause e che non lo abbandoni mai la costanza da utensile, davvero non umana, di Capela: personalmente è un tipo di giocatore che mi commuove.

Dall’altra parte, come alcuni affezionati della pagina ricordano, non sono certo un estimatore di coach Lue, e aumentano le domande su cosa abbia fatto (o come) durante l’anno. Va bene la gestione dei carichi (che in assenza di infortuni o fastidi veri non serve, in ogni caso: l’infortunio a Kawhi è un triste contrappasso e un minaccioso memento), ma scoprire a PO iniziati che Reggie Jackson è migliore di Beverley? Che Terance Mann è roba seria? Jackson, lo avrete visto, ha scritto 20+ per 9 su 18 gare di PO 2021, in stagione era 7/67, MA: in stagione era tenuto a 23 mins, ora 33. Mann: 19 mins in stagione, 27 adesso. I Clippers hanno in Paul George il giocatore, tra quelli rimasti in ballo, che ha imbucato più triple. A PG13 difetta la costanza: passa da prestazioni degne di un franchise player a sbagliare i liberi della W in casa Suns, o a un 5/20 dal campo in # 3. Nello specchio dei Suns, per esempio nel 38% dal campo nella serie di Booker (ma un po’ conterà anche la maschera), troviamo il maggior pregio di Coach Lue: la difesa. Prima ancora della tecnica, l’aver convinto tutti a difendere alla morte. Anche Paul sta tirando male: 19/60, non arriva al 33%. Però le due squadre perdono pochissimi palloni: 47 LAC, 54 PHO; entrambe ampiamente al di sotto dei 12 posti come limite massimo per vincere le gare da Coach Peterson: 9.4 i Clippers, 10.9 i Suns, che però (e dovrebbero riflettere i pointgoddisti) da quando è tornato CP3 tirano peggio e perdono più palloni (12.6 di media nelle 3 gare con lui, 8 nelle due senza). Per finire: da tenere davvero molto d’occhio Cam Johnson. Il giocatore era compagno di Zion e RJ Barrett a Duke, ed evidentemente era la paglia corta del trio. Di cotal trio, non in assoluto: si sta rivelando un giocatore splendido e duttile, silenzioso e delicato nei movimenti ma tremendamente efficace, oltre che buon difensore. E’ 21/30 dal campo, in # 2 non ha mai sbagliato (5/5), in # 5 ha sbagliato l’ultimo dopo un altro 5/5.