Non fatevi ingannare da assists (11) o poche palle perse (1): questo KO dei Suns è in gran parte sulle spalle di CP3.

Gestione incerta, tanti passaggi fuori bersaglio, difesa inesistente, buona parte del vantaggio del primo quarto costruito senza di lui, il -14 di differenziale a inizio secondo quarto beccato con lui in campo in solo 330 secs. Non è nemmeno molto aiutato dal suo coach: 3 dei suoi 5 falli spesi contro gente grande il triplo, su cui era finito nelle rotazioni difensive troppo automatiche dei Suns. Proprio in difesa, su un particolare assegnamento letto benissimo dal coach avversario Budenholzer, inizia l’attuale difficoltà dei Suns, sconfitti back-to-back-to-back. Cosa è cambiato in # 3, ma soprattutto 4 e 5? L’efficacia del gioco di Kris Middleton. Da cosa deriva? Dal fatto che Ayton, ormai fisso su Giannis, lascia libero il pitturato. Coach Bud infatti ha visto benissimo che facendo agire Antetokounmpo da pick and roll centrale sia come bloccante che con palla, genera assenza di rim protection nell’area di PHO. Middleton da terzo uomo riceve spesso scarichi che lo liberano per il drive and finish, da cui giunge il 75% dei suoi punti delle ultime due gare. Trovare Ayton capace (tutto sommato) di marcare bene il Greco è di certo una bella intuizione di coach Monty e una bella medaglia per il giocatore, ma non è detto che due fatti positivi si traducano in un bene per la squadra. Giannis infatti non ha agito quasi mai in post-basso nelle ultime due gare, e da esterno puro sta rovinando i Suns; grazie al fatto che Middleton e, stanotte, anche JRue Holiday hanno raddrizzato il mirino. Appunto JRue: non vorreste averlo contro come difensore primario, non vorreste averlo contro come difensore sui raddoppi o i blitz. Nel primo caso perché è veloce, mobile, duro e pare anche più grosso di quel che è (motivo per cui a Nola faceva anche da sf a volte), nel secondo caso perché ha il laser nelle mani (e non parlo solo dell’ultima decisiva rubata a Booker); quando aggiunge potenza di fuoco (finora solo in 2 gare nelle Finals) è giocatore di efficacia quasi inimitabile. Se mi aveste chiesto due difetti dei Suns prima delle Finals avrei risposto CP3 (mai stato un suo fan) e il fatto che, forse, sono un po’ troppo “carini”: molto talento, usato benissimo, ma poca cattiveria vera, quella da centrale di difesa uruguagio nel calcio, per capirci. E’ quello che sta accadendo, così come continua il rendimento elevato dell’imbucato per eccellenza Pat Connaughton (miglior triplista delle Finals finora, stanotte 12+6 con 4/6 da 3), che a fine carriera, col fisico che di certo avrà ancora sui 35 anni, potrà giocare almeno 5 anni nelle MLB: il baseball era lo sport in cui tutti gli consigliavano di indirizzare la carriera. Infine le due Stelle. Booker ha raggiunto Giannis, Shaq e Iverson nella lista di chi ha messo due 40+ in fila nelle Finals: 2 in 30 anni, e poi 2 in 3 giorni. Poco si può rimproverare a D-Book, se non i minuti che passa a fare lo Harden, protestando per ogni str…amberia. DB ha la faccina giusta e la fidanzata glamour, ma non ingannatevi: è un duro, e deve essere sempre sé stesso, non perdersi in proteste e mossette; quando lo ha fatto, ha sempre segnato e ridicolizzato il marcatore. Giannis ha messo anche stanotte più di 40 mins, con 32 pti, 9 rebs di cui 5 off e 6 ass: nelle 3 W dei Bucks è a 20 ass rapportati a 3 perse (CP3 è 27 su 10), denotandosi come creatore di gioco di primo livello. Non vorrei averlo in lunetta ai liberi decisivi di una Gara 7, ma per ora va bene (anche) così. In una gara dai volumi sostanzialmente in pareggio (possessi estesi 95 MIL, 93 PHO), i Bucks hanno trovato per la prima volta (e in trasferta) la notte magica al tiro: non è tanto il 50% da 3 a fare male, quanto il 61 da 2 per i motivi detti sopra.

Infine una nota di costume: in Italia, trovandosi pari nella serie finale con # 5 in casa da giocare, una società qualsiasi avrebbe cambiato nome al palazzetto? La scaramanzia è una cosa stupida, ma intanto…