E’ famoso per le magliette Scary Terry, ma la storia è questa.

Il padre di Terry Rozier è stato arrestato due volte: la prima quando Terry aveva 3 anni, la seconda (13 di condanna) 6 mesi dopo essere uscito e avere iniziato un rapporto col figlio che aveva 6 anni. Quando Terry aveva 4 anni, la madre, rincasando dal lavoro, lo aveva trovato che giocava con la pistola che teneva in casa, in una cassetta metallica ben chiusa e nascosta. Terry aveva individuato il nascondiglio, scalato l’armadio e risolto la questione serratura svitando i cardini del coperchio. Sempre stato un tipo brillante: a 8 mesi camminava, a 10 mesi scalava il frigo. Il secondo arresto del padre fu per omicidio preterintenzionale: iniziarono a circolare voci di vendetta da parte della famiglia del morto, Mamma Gina pensò fosse meglio portare il figlio lontano da Youngstown per un po’ e farlo stare a Cleveland dalla nonna. La signora Amanda, col tempo, decise che era meglio prendere il sopravvento nell’educazione e custodia del ragazzino, un giudice le diede ragione scavalcando, per così dire, la linea parentale più diretta: tanto per dire che tipi fossero papà (soprattutto) e mamma Rozier, e che allegria di posto fosse Youngstown, tra fine 90’s e inizio 2K capitale dei crimini a mano armata nello stato dell’Ohio. Terry non era contentissimo di stare con la nonna, molto più severa e molto più difficile da fregare della madre, e faceva di tutto per rendersi insopportabile. “Ho scoperto di essere molto brava a schivare oggetti”: parole di Nonna Amanda. Per fargli sfogare tanta esuberanza, lo iscrisse nell’estate del 2003 a un camp di basket e da lì tutto ebbe inizio. La carriera NCAA a Louisville con Pitino fu buona, ma l’esplosione iniziò alla Combine pre-Draft: la serie di misurazioni, prove atletiche, 3 vs 3 e 5 vs 5 che i giocatori compiono prima della DraftNight. Rozier risultò tra i primi 4 in tutte le misurazioni e prove tipiche delle guardie, e stupì per efficacia nelle partitelle: molti lo elessero a principale vincitore della Combine 2015. Fu scelto dai Celtics col numero progressivo 16: ricordo benissimo come la prima pg scelta dopo di lui fu Jerian Grant, e come il 90% dei fans dei Celtics si scagliò vs Danny Ainge per non aver chiamato l’attuale Olimpia Milano, che era più famoso in Italia e più amato dai tifosi biancoverdi, solo perché parte dei NotreDame Fighting IRISH. Tanto per ribadire gli obbrobri cui porta tifare senza ragionare.

Terry fu prima parte del miracolo-Celtics: il rebuilding fulmineo sotto coach Brad Stevens, poi arenatosi. Fu anche il primo e principale sacrificato per arrivare all’ingaggio di Irving, peccato originale e principale causa dell’insabbiarsi di BOS. In un certo senso condannato a essere un eterno underdog, Rozier tuttavia non ha più nulla da dimostrare: è senza ombra di dubbio una delle prime 10 pg della NBA, e solo la ineffabile nebbia che circonda alcuni, nelle nostre vite quotidiane come nello sport, gli impedisce di raccogliere gli onori che merita. Nella costruzione degli attuali e pregiati Hornets, a differenza di quanto accaduto ai Celtics, lui è stato tenuto: è stato Devonte’ Graham (pur più luccicante e glamour) a lasciare CHA. Per dare un esempio di Terry Rozier al suo meglio basta osservare le medie delle ultime 8 gare (bilancio 5-3): 22 – 5 – 4, con più rec (1.1) che perse (0.9), 4 gare con 0 perse, un rapporto ass/perse di 4:1, 36/74 da 3 (48.6%). Una pg di razza purissima, uno dei grandi sottovalutati della NBA, non solo attuale. Al Draft 2015 le pg scelte prima di lui furono D’Angelo Russell (2), Mudyai (7) e Cam Payne (14): allora erano precedenze logiche (Russell) o comprensibili, oggi non più; Terry è davanti.