Le due gare che vedevano coinvolte le formazioni turche non si sono giocate.

1 – GEOGRAFIA DEL RISPETTO. Gaziantep dista da Istanbul 1029 km, Bologna da Parigi 1049. Quasi nessun Turco considera davvero Turco chi vive nelle zone colpite dal terremoto. In Turchia la sospensione delle attività sportive ha molta più (eufemismo) somiglianza con il rendere muti i social che con il rispetto, e la “decisione” della ECA non è tale, ma una conseguenza. Invecchiando torno un po’ punk, e mi dico che vorrei il basket si fermasse a pensare su dove e con chi giocare prima di arrivare all’abisso raggiunto da Infantino.

2 – OUCH. Stille di vita quotidiana: sono bello comodo guardando Virtus vs Barca. Arriva una classicissima rottura di coglioni in forma di telefonata. Devo applicarmi alla soluzione del problema, impiego una mezzora. Avevo lasciato il punteggio 23-27 Barca a metà 2’q, ritorno a metà 3’q e leggo (3 volte per sicurezza) 39-74. Hackett-Mannion-Teodosic-Mickey-Weems hanno collezionato 0/13 globale da 2. Al di là del parzialone e del coperchio sul canestro virtussino, però, le avvisaglie si erano viste nella sicurezza con cui il Barcellona era entrato in campo: volevano vendicare l’andata. Mirotic, per esempio, sui primi 3 p’n’roll da bloccante, aveva totalizzato 8 pti con un roll e due triple almeno mezzo metro distanti dalla riga.

3 – ACHILLE. Il sito di EL è migliorato rispetto a due anni fa, ma ancora presenta vuoti inspiegabili. Per esempio la schermata più accessibile sulle stats di Polonara mostra solo la sua stagione dall’arrivo a Kaunas in poi. Non che sia molto cambiato: sempre una dozzina di minuti in campo, sempre 3.5-3-1 di media. Nello stile di gioco controllato usato sia all’Efes che allo Zalgiris, Achille soffre tremendamente.

4 – MELE E PIERINO. Forse alcuni di voi sono in età sufficiente per essere stati introdotti al mondo della matematica tramite i problemi in cui c’erano delle mele, Pierino combinava casini e le mele erano sempre di meno, alla fine della storia. Mi sono dato allo studio di alcune stats milanesi. L’assenza di Shields e le percentuali di ghiaccio delle guardie hanno portato l’Olimpia a cercare di più il gioco interno, nell’arco della stagione. Secondo le basi matematiche di Pierino, se per fare 6 punti prima potevano servirti due tiri, quando decidi di provare a farli con tre devi aumentare il numero di tiri. Qui dovrebbe entrare in gioco, da matematica a letteratura greca, l’epica della difesa milanese: la difesa capace di generare un maggior numero di possessi. Falso. Milano, in stagione, ha 10 tiri meno dei suoi avversari. E il numero di possessi non è collegato alla W: in 4 (2 vs la StellaRossa) delle 8 W, Milano ha preso meno tiri degli avversari. Statisticamente questo dato al 50% (4/8) significa: random. Tradotto in termini meno casuali: se ci prende, vince. E si torna al discorso sull’allenatore/GM, sul modo in cui è stata costruita la squadra e come viene fatta giocare. Finora solo una (UNA!) volta l’Olimpia è andata oltre i 70 tiri, 13 volte è rimasta sotto ai 60 (compresi i miseri 49 del KO vs la V-BO), 9 volte è rimasta tra 60 e 67. La EL non è un campionato di allegroni, ma l’Olimpia gioca al controllo/risparmio dei possessi, ovvero il contrario di come dovrebbe fare dato il tipo di gioco che ha scelto di avere, o che è stata forzata ad avere a causa delle pessime percentuali perimetrali. Lo dice persino Pierino.

5 – PGs. Nello studio dei numeri delle pg un dato fondamentale (davvero il principale) è il rapporto tra assists e palle perse (la suff. è 2). Nel campo delle migliori pg di EL una caratteristica quasi generale è che si tratta di giocatori che, nella metà campo difensiva, diventano debolezze, spesso enormi; sono esclusi da questo solo 3 dei primi 10 nomi, i due del Baskonia e Walkup (che pg gioca ma non lo è di natura). Per misurare ulteriormente la ratio ass/perse alcuni usano sottrarre alle palle perse quelle recuperate: è un esercizio interessante in presenza di cifre eclatanti (di nuovo Walkup: ha lo stesso numero di perse e di recuperi) ma puramente numerico. Serve solo ad abbellire le varie situazioni senza tenere conto che la palla persa ha un (dis)valore in sé, non emendabile con alcun espediente. Se i 5.6 ass di Teodosic paiono miracolo perché messi insieme in soli 19 mins (il minor impego di tutti) arrivano le 4 perse/gara a ricordarci che la sua ratio è inferiore alla suff e che una persa ogni 6 mins è davvero tanto male. Idem dicasi per Micic, che ha 5.8 ass su 3 perse: la cifra delle perse non è diminuita ma aumentata dal ritorno in campo di Larkin; significa che, su un numero di gestioni inferiori, Micic perde più palloni, e quelli che perde il suo gemello diverso sono in aggiunta, determinando uno dei motivi per la stagione a rischio eliminazione dai PO dell’Efes. Il Maccabi va ad alti e bassi? Zo Brown è sulla soglia del minimo sufficiente, infatti (6/3); è però quello ceh gioca più di tutti insieme a Mike James, entrabo 31 mins. James ha avuto, finora, una stagione migliore come distributore che come scorer: 4.8 ass su 2.1 perse sono suff abbondante, e in parte compensa la brutta stagione al tiro da 2 (47%) e quella orrenda da 3 (28%). Quello che “sembra” guardando le gare, viene confermato dalle stats analizzate: non è un gran difensore (ma fa il suo meglio di altri) e non è un superatleta (ma gioca in modo da farcene dimenticare), ma Kostas Sloukas resta il top: 6.6 ass e 2 perse (ratio 3.3), in 24 mins di campo alla guida della capoclassifica. Certo, ha una grande mano dalla presenza di Walkup (alla migliore EL della carriera, con definitiva consacrazione): 5.6 ass e 1.9 perse (1.9 rec, anche) con il 57% da 2, 35% da 3, 96% ai liberi.