Super-gara del Beli nel condurre la Virtus a un parziale di 4 W nelle ultime 4 gare.

1 – ESPANSIONE. Il nuovo Acting CEO di EL, Glickman, ha parlato del futuro. Il futuro prevede un allargamento della partecipazione a “8/10 nuovi mercati, progressivamente”. Mercati: non necessariamente storia o tradizione cestistica. Una delle conseguenze sarà la creazione di Conference. Proviamo a immaginare alcuni di questi mercati, regola principale: non ci vuole nulla a formare un roster con 5 americani, 5 slavi, 5 indigeni; ECA privilegerà struttura e solidità societarie, le potenzialità del territorio e dell’indotto dei fans. E’ lo schema usato per il Six Nations Rugby: i millemila tifosi italiani che seguono in trasferta gli AllSuckers italici, e l’appeal di Roma, sono il vero motivo per cui l’Italia non è stata sostituita. Londra e Parigi sicuramente, una squadra slava in più tra Slovenia e Croazia, una franchigia scandinava; non sottovaluterei, in questi tempi di guerra e di ban (da aggirare), la facilità di collegamenti tra Finlandia e San Pietroburgo. Potrebbe darsi una presenza baltica in più, ma anche la potenza economica tedesca potrebbe avere effetti (Ulm, Bamberg). L’Italia? In termini di appeal Venezia e Roma sono ovvie, ma Venezia ha un palazzo ridicolo, mentre Roma fa acqua dal punto di vista societario e ha un seguito potenziale altissimo, ma in pratica ondivago. Quanto a seguito, nessuna squadra attualmente fuori dalla EL può arrivare ai livelli della Fortitudo, che fa quasi 5000 in qualsiasi serie giochi, e in EL riempirebbe 12000 posti. Anche la Turchia dovrebbe avere una formazione in più.

2 – MONTECARLO. I turni dal 14 al 16 hanno rivoluzionato la testa della classifica. Le 5 L in fila del Fener hanno portato avanti 3 formazioni, due sorprendenti: Baskonia e Montecarlo comandano insieme al Barca. Lo ASM ha un roster clamoroso ma non credevo James rimanesse tranquillo così a lungo; il Baskonia è la formazione più divertente dell’anno. Jasikevicius fa fatica a tenere insieme tutti gli ego del suo locker, e, bisogna dirlo, a combinarli anche con il suo: ma è una fatica che sa gestire, ora che la testa della squadra (Satoransky e Jokubaitis) è in sostanza sua schiava. Sato è un bravo ragazzo, il Lituano è ontologicamente un suddito di Saras. Calathes è altrove.

3 – CALATHES. Nell’ultimo Decalogo prima delle mie vacanze vi avevo comunicato la mia perplessità, sulla apparente non perfetta sintonia con coach Itoudis. Durante il penultimo time-out nel KO vs Bologna, il coach si è lasciato dire cose “sopra” da Guduric, e ha poi parlato guardando quasi solo Guduric. Calathes zitto e guardava nel vuoto.

4 – PIERRE e HAYES-DAVIS. Nel primo half i minutaggi tra i due USA e Guduric erano equilibrati, nel secondo tempo il Serbo ha visto campo sempre e gli altri due quasi mai. Pare che Guduric sia l’uomo di fiducia nella prima parte del percorso di Itoudis in Turchia, ma non pare porti solo benefici, questa simpatia.

5 – SCARIOLO e BELINELLI. La V-BO è stata davvero efficace, diamo a Don Sergio i meriti che si guadagna. Ha ruotato i giocatori secondo partita, non secondo orologio. Da qui la garona del Beli: nel decisivo 16-5 (da 70-71 a 86-76), 12 pti sono stati di Belinelli, che poi non è quasi più uscito e ha messo i due liberi della sicurezza.

6 – MANNAGGIA. Resta vero che i Bolognesi si sono comportati come in due KO su gare già vinte (Zalgiris e Pana), confermando stitichezza offensiva e notevole inesperienza nei minuti finali (di ogni half); resta vero che stavolta hanno vinto, quindi forse stanno imparando. Mannaggia: senza quei due KO sciocchi sarebbero settimi, non 13. Resta vero che nella W, di nuovo, Jaiteh 28 mins e Mickey 19: NON il contrario.

7 – CHALLENGE. Topic del momento per coach vs ref: Cosa c…o avete sugli occhi? Nel round 16, almeno 6 allenatori sono stati obbligati a sprecare il challenge su situazioni che aveva visto anche mia nonna dal cimitero. Inaccettabile.

8 – RIMONTONE. A metà del quarto periodo Milano tremava: il rimontone del Valencia era nelle pieghe dei tremori offensivi dell’Olimpia. L’antisportivo fischiato al cubano Rivero su Davies è decisione comica e determinante, che ha favorito Milano. Almeno quello, si ptrebbe dire: ma resta come ulteriore certificazione dell’immondo livello arbitrale.

9 – GERMANIA. La potenza economica conterà nell’imminente espansione, ma intanto Alba e Bayern ultimi e penultimi. Se per i gialli berlinesi non è una novità (la filosofia è privilegiare il campionato e la formazione di giocatori), sarà il caso che a Monaco la Casa Madre molli più soldi al basket. Trinchieri non può lavorare più di 3 anni sullo stesso gruppo: è un coach che sviluppa ma anche prosciuga i giocatori. Se Jaramaz, Obst e SIsko sono diventati potabili al max livello, molto è merito del Trinca, ma ormai c’è bisogno di linfa nuova in grande copia. Il Bayern gioca con un highlander di età ormai imprecisata (Hunter) e uno tornato dopo un’emorragia cerebrale (Zipser). Con tutto il rispetto: si può fare di meglio.

10 – TEODOSIC. Analizzeremo in futuro l’efficacia reale dell pg di EL, ma una parola per Milos è necessaria. Tra i primi 10 della classifica assists, lui è quello che gioca meno (17:31) e offre 5.1 ass; il capoclassifica ne registra 6.8 (quindi meno di 2 più del Serbo) e il secondo minor minutaggio dice 23’, 5’ più di Teodosic.