Dopo ben tre missive, come ha svelato Petrucci, i presidenti dei club di A hanno invito il 4 giugno una lettera in cui tranquillizzano il presidente della Fip di aver a cuore le sue raccomandazioni e di averle ben presenti, lo ringraziano di sentirlo tanto vicino e propongono un incontro, ma senza ancora una data. E invece si parla di un giorno 13 fatale, e cioè venerdì prossimo quando il presidente Petrucci deciderebbe di commissariare la Lega nonostante avesse sempre detto e ripetuto che non poteva assumere un simile provvedimento essendo l’organismo dei club un soggetto terzo.

Se da una revisione dei conti delle varie società, in base ai controlli della Comtec, emergesse, tuttavia, una percentuale molto alta di società con bilanci in fase critica, potrebbe giustificare il provvedimento. È impensabile che lo sconquasso avvenga durante i playoff per lo scudetto, con un danno irreparabile, forse chi ha guidato la Lega in questi anni o accettato un ruolo subalterno senza fiatare non si rende ancor bene conto di quanto è tesa la corda. Letta una dichiarazione del presidente in carica fino al 30 giugno, Valentino Renzi, che invita i club a compattarsi, cosa buona e giusta se non fosse impossibile perché ci sono due schieramenti e su uno Petrucci può far sentire la sua influenza con rapporti personali e dicono che, ad esempio, Proli (Armani) sia il primo a volere la fine dell’organismo, come Toti dall’altra parte, anche se si tratta di voci. Quello che preoccupa è che Valentino Renzi crede ancora di essere il portavoce di un potere contrattuale. Ignora che la Convenzione è scaduta e per la linea di spending review imposta dal CONI non può essere rinnovata, anche perché non legittimata dal CONI di Petrucci per timore di un intervento della Corte dei Conti.

Sentite cosa ha detto alla Gazzetta di Reggio il presidente uscente: «Aspetti fondamentali sono già in delibera. Mi riferisco al sorteggio arbitrale, chiesto e ottenuto dalla Lega o ai premi per l’utilizzo dei giocatori italiani. Manca però altro”. Ma stiamo su Scherzi a Parte, come si fa a parlare di sorteggio arbitrale in questo quadro da Apocalisse? Se è questa la priorità, meglio chiudere baracca. Siamo sicuri che avesse la delega per dire queste cose? Se legge i giornali e ascolta la Tv, non può trascurare la linea di Palazzo Chigi, dice a suocera (CONI e CONI Servizi) perché nuora intenda (Federazioni). Ma può ancora sperare che Petrucci, che già deve giustificare il regalino di 700-800mila euro fatto ai club all’inizio del suo mandato, allarghi ancora i cordoni? La notizia che la Convenzione era scaduta era un messaggio infiocchettato che quel flusso costante per sette anni è finito. I soldi ci sono, si parla di un tesoro fra gli 11 e 14 milioni di euro, ma lui li investirà in parte nella Tv di nicchia, operazione fuori dalla logica, dal mercato, da un bilancio fra costi e ricavi e anche dalla giustificazione del contributo del Governo alle federazioni allo scopo di promuovere lo sport, aiutare le società, preparare i tecnici, organizzare i quadri dirigenziali e curare il programma olimpico.

La Tv di nicchia è davvero qualcosa che non trova una minima logica, ma è possibile che pensino sia un abbassamento ulteriore del valore rating del basket, con un progetto ancora privo di un portafogli di contenuti salvo il prodotto Lega Nazionale Pallacanestro dove Petrucci è già andato a parare, dopo che fino a pochi mesi fa questo organismo che ha lavorato bene era visto come il fumo negli occhi. Si parla di 50 partite settimanali, ma di carattere territoriale.

E tutto questo per dare una mano anche al suo primo sostenitore degli anni CONI il “tennista” Binaghi? Perché è difficile parlare di successo per una Tv che, si legge, fa 13.000 contatti e può arrivare a 20.000 pur avendo filmati dei tornei Atp coi grandi nomi del tennis. Questa televisione è più che una follia, è una sfida alla logica, al mercato, al buonsenso e qui qualcuno potrebbe bruciarsi le penne, ed è per questo che la Lega farà bene a mettere subito in campo un traghettatore di prestigio e superpartes, per neutralizzare l’aggressività insolita di Petrucci in questo periodo.

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