Non c’é l’eco, eco, eco…
Meno di una settimana, questa è stata la durata delle notizie e relativa esposizione delle stesse, in merito al 26mo scudetto milanese. Che è già tanto rispetto ai precedenti, quasi noiosi, relativi al dominio senese degli ultimi anni. Poi c’è stata l’intuizione di spostare la finalissima su di una rete “terrestre”, anziché la solita RaiSport2 con grave imbarazzo da parte di chi fa i palinsesti, che si è trovato finalmente numeri, e non i soliti numerini. Questo ha sicuramente creato scompiglio a certi livelli, perché ha dimostrato che il basket può generare ascolti di buon livello, se c’è promozione e la giusta esposizione.
Non che la Rai si sia sforzata più di tanto nel promuovere l’evento, diciamo che deve ringraziare l’EA7 e il Montepaschi che hanno messo in scena una delle serie di playoff più combattute degli ultimi anni, giustamente documentata ed amplificata da tutti i media . Alla fine si sono trovati una bellissima partita in un palasport stracolmo ( per me erano oltre la capienza consentita, mia impressione) e con tanti tifosi e non incuriositi a guardarla in televisione.
Ultimo dato positivo (generato dalla contemporaneità dei Mondiali a Rio) il fatto che l’abbiano lasciata in mano al regista più adatto a seguire una partita di Basket in Rai, Dario Barone, che ha saputo raccontarla nel modo giusto. Tante concause unite anche all’astinenza da scudetto del tifoso milanese che durava da ben 18 anni, che hanno provocato più interesse del solito.
È stata cavalcato questo risultato dalla Rai e dalla Lega? La rete pubblica a parte alcune ( non promosse) repliche non ha fatto molto altro. La Lega basket essendo in un periodo di transizione (…) ha fatto quello che ha potuto, cioè quasi come la Rai. Per fortuna che la carta stampata sta ancora cavalcando la serie finale così come il web, almeno loro ne parlano ancora, ora, ora, ora…