Cominciamo ad analizzare le scelte del prossimo Draft della NBA secondo il nostro Mock.

L’ordine con cui pubblicheremo le presentazioni dei giocatori sarà mirato a dare ad ogni nostra uscita un panorama completo dei 60 prossimi ad aentrare nei Pro, e pescheromo un giocatore ogni 10 posizioni circa. Oggi, invece, cominciamo con 4 soggetti che si sono distinti, per qualità tecniche e/o fisiche, alla Combine di Chicago, più un Lottery propect.

#44 (Hawks): ZHOU QI. Se vi dico Centro+Cinese+2.19, forse vi viene in mente un altro di nome Yao Ming. Il ragazzo ha impressionato per pregi fisici e anche per difetti fisici, oltre che per un tocco decisamente morbido al tiro, anche da distanza tale da farlo progettare come possibile triplista. L’altezza attorno ai 2.20 non è certo insolita, lo è invece la totale apertura alare, che supera di alcuni mm i 2.30, a poca distanza dai 2.33 toccati da Rudy Gobert quando venne misurato nel 2013, mentre lo pterodattilo dello scorso anno, Robert Upshaw, non superò i 2.25. Proprio il centro francese è la pietra di paragone più recente e calzante per il progetto di giocatore che potrebbe diventare Qi. La caratteristica fisica su cui dovrà assolutamente lavorare è la stazza. Anche se il peso ufficiale con cui era arrivato alla Combine (210 libbre=95 kg) è stato ritoccato verso l’alto (218.5=99), un 2.19 da meno di 100 kg viene spazzato via da parecchie guardie NBA. Ecco perchè il progetto riguardante Qi è di lunga gittata, ed ecco perchè lo abbiamo collocato a metà del secondo giro.

#39 (Pelicans): CHEIK DIALLO. Il ragazzo è davvero giovane: diciannovenne, e ha appena concluso a Kansas U. una stagione in cui ha visto molto meno campo (meno di 10 minuti a gara) di quel che si aspettava, soprattutto nel Torneo. Ecco perchè ha deciso di rendersi disponibile al Draft: giocare per non giocare, preferisco panchina nei Pro. Discutibile o meno che sia la sua decisione, ha iniziato a presentarsi piuttosto bene agli osservatori NBA. Innanzitutto fisicamente: un po’ più corto del previsto (2.01 invece che 2.03) ha tuttavia una wingspan da 2.26, che in una pf da convertire a sf lascia intravedere potenzialità difensive davvero intriganti. Aggiungete che nella sua gara 5vs5 della Combine ha giocato 22 minuti (il triplo della sua media a Kansas) con 18pti (la maggior parte in contropiede o rimbalzo offensivo) e 4 stoppate. Il ragazzo, che ha una personalità piuttosto sviluppata, pare si farà, insomma, e per alcuni aspetti del gioco può dirsi NBA ready.

#38 (Bucks): BEN BENTIL. Anche lui un po’ più corto del previsto (2.03 invece che 2.05), ma questi restringimenti sono una specie di abitudine alle misurazioni pre-Draft. Passare, però, dalla misura teoricamente minima per una pf a qualla standard per una sf può creare qualche problema a un giocatore, se non mostra almeno il barlume di un adattamento del proprio gioco. BB ha mostrato molto di più. Ha mostrato che può agire da sf e che ha, anche grazie al peso (106 kg), movimenti in post basso non trascurabili. Ha qualche limite di esplosività, ma difficilmente sarà chiamato fuori dai numeri dal 31 al 40. E’, insomma, un giocatore di talento indubbio che ha o potrebbe avere limiti fisici per esplodere nella NBA: un ottimo prospetto europeo, alla peggio.

#35 (Celtics): MALCOLM BROGDON. Lui ha davvero starreggiato alla Combine, tanto da farlo diventare prospetto da seconda metà del primo giro invece che da inizio secondo giro, a detta di molti. Ha giocato tutte le posizioni tra gli esterni, e ha fatto vedere di possedere ottimi istinti e fondamentali da pg. Il ragazzo di Virginia U. fisicamente rappresenta la guardia “pesante” NBA, alla Wes Matthews: è 1.98 per 102 kg. Ma nelle prove fisiche è stato il più veloce di tutti nella shuttle speed (2sec26, con il secondo a due decimi da lui), e il suo bagaglio di ball-handling e visione di gioco potrebbe renderlo una pg dal fisico impressionante senza alcuna perdita di velocità o agilità. Inoltre tira decentemente, e in penetrazione è un trattorino. Da seguire molto, molto attentamente, perchè potrebbe scalare posizioni nel gradimento degli staff NBA.

#9 (Raptors): MALIK BEASLEY. Lo ammettiamo: ci siamo presi un rischio con lui. Dalla maggior aprte degli osservatori è dato attorno alla posizione 20. Ma la sua stagione a Florida State ci ha davvero impressionato, e il fatto che sia solo un freshman lo rende ancora più intrigante anzichè meno. E’ tiratore mortifero da qualunque posizione e situazione: spot up, dal palleggio, catch and shoot. La stazza può migliorare (sotto ai 90 kg) ma l’altezza c’è e l’agilità anche, insieme alla capacità sia di crearsi tiri in proprio che di giocare adeguatamente senza palla per ricevere da libero. In difesa non è uno fermo, anche se deve migliorare. Il background famigliare è inotre molto solido: il padre ha giocato basket pro in sudamerica tra Cile, PortoRico e Argentina, la madre e il nonno paterno sono attori: il debutto sotto i riflettori, il denaro, quindi, non dovrebbero avere conseguenze negative su Malik.