Dai domiciliari, mentre la segretaria sembra aver avuto la lingua sciolta nel primo interrogatorio di garanzia, in attesa di affrontare le domande del titolare dell’inchiesta, Antonino Nastasi, Ferdinando Minucci ha preso carta e penna e si è dimesso “nell’interesse della Lega”. Non è una vera notizia, o almeno è quella che al basket italiano doveva toccare anche questo record, e cioè che un presidente proposto e votato nel giro di pochi giorni – ma il cui contratto non era stato comunque ratificato da un’altra assemblea per mancanza di documentazione – non è riuscito a sedersi sulla poltrona dove abbiamo visto passare anche un politico front-line come Gianni de Michelis..

L’indagine della GdF, ribattezzata con un nome in codice pertinente, Time Out, è arrivata prima di tanti presidenti “allibiti” e li ha tolti dall’imbarazzo di una retromarcia che era ormai nell’aria. Possibile un triumvirato fino al termine della stagione, nei giorni scorsi si è parlato di Portaluppi per Milano, Brugnaro per Venezia e Sardara per Sassari. La cosa migliore sarebbe che gli attuali vertici che hanno voluto questa grottesca situazione facciano un passo indietro, l’idea del triumvirato pro-tempore è interessante ma con nomi nuovi, e almeno un rappresentante fra quelli che hanno detto no a Minucci per rispetto a una calpestata questione morale, se verranno confermate le pesantissime ipotesi accusatorie alle quali se ne potrebbero aggiungere altre appena sarà chiarito il capitolo del marchio in una banca dove operavano, si è letto, i signori del 5%. La stessa percentuale che, secondo le ipotesi accusatorie, il Minucci intascava su ogni operazione coperta da fattura (e magari anche sembra senza prestazioni).

L’uomo giusto potrebbe arrivare da Bologna, sui giorni sponsorizzazioni a gogo, non credo siano quelli i nomi. Deve scegliere la Lega, non la stampa o Petrucci, ma Milano deve fare un passo indietro, non ha ancora vinto niente, chi guida l’azienda Armani può essere un fenomeno, come italiani siamo orgogliosi del fatturato, ma bisogna uscire dal vecchio costume per cui la squadra vincente si arrogava il diritto di primogenitura nella scelta il presidente diventava la gag del ventriloquo al circo. Come è stato negli ultimi anni, quelli del papatrack.

Non sappiamo se la Gdf e il magistrato lavoreranno anche questo fine settimana, è possibile perché molti fronti dicono siano ancora aperti, nulla trapela. Il colonnello Mazza ha spiegato che “in fondo il giochino era semplice, sempre lo stesso, e nonostante i ripetuti tentativi di inquinamento probatorio – citati più di una volta nella conferenza stampa dell’8 maggio – abbiamo ricostruito tutto con precisione attraverso i documenti, le intercettazioni e le testimonianze”.

Quindi fari puntati su Milano dove si assegna venerdì e sabato il titolo di campione europeo di club senza i greci che hanno dominato l’ultimo quinquennio, senza la squadra italiana e i turchi. Biglietti esauriti ancor prima della fine dei playoff per il Forum di Assago che poco assomiglia al più famoso Felt Forum ma invece allo squadrato Omnisport di Bercy.

Il primo verdetto sicuro è che una spagnola è già sicura finalista fra la vincente del derby fra Barcellona e Real Madrid. L’altra squadra uscirà dal match fra Cska-Maccabi. Grande favorito, anche se il Maccabi ha fatto proprio il Forum il suo capolavoro a spese dell’Armani che non ce l’ha fatta nonostante una sfrontata senezzizazione, completata con Hackett che ha giocato la prima parte della stagione con Siena, la prima a uscire e a toppare anche nell’Eurocup. E’ favorito il Cska anche se dal ritorno a Mosca, dove aveva vinto già due finali, coach Ettore Messina non è riuscito a giocare la finale ma con quattro trofei è il coach più titolato. Xavi Pascual ha vinto una sola volta la Coppa dei Campioni (2010), niente trofei per l’ebreo errante di Harvard David Blatt campione europeo con la Russia e medaglia di bronzo olimpica e mondiale e ultimo scudettato con la Benetton Treviso, nel 2005-2006, che poi ha spiccato il volo perla Russia mentre iniziava l’epopea senese (Pianigiani e Banchi) la cui storia internazionale è costellata di terzi posti, mai una finale nonostante quegli scudetti in serie, e una dicotomia sconosciuta per il basket italiano, perché le squadre tricolori dominavano anche in Europa, e non solo la Ignis con le 5 coppe e le 10 finali consecutive.

Per quanto riguarda gli arbitri, confermata la notizia data da Baskettiamo.com sul non gradimento per gli arbitri italiani fuori dalla squadra degli otto nomi, bruttissima notizia alla quale ancora fatichiamo a credere perché Gigi Lamonica non ha scheletri nell’armadio e ove, fosse vera la legittima suspicione del Maccabi, sarebbe difficile comprendere perché gli sono state affidate gare di primissimo piano in tutta la stagione. Mi sembra anche debole, inoltre, il management dell’Euroleague se ragiona pilatescamente per dare serenità alle quattro squadre, e che siamo diventati? Dei provocatori, degli sfigati tutto d’un colpo, e quindi anche se ripeto l’Euroleague è un consorzio privato e la Fip non può intromettersi, ma mi sarei aspettato una dichiarazione di Petrucci, anche perché come co-titolare di una Tv dovrà cercare di assicurarsi i diritti dell’Euroleague e quale miglior occasione per una telefonata chiarificatrice al commissioner Bertomeu per uscire con una nota che salvi la ragion di stato, perché è vero che il CIA è ancora sotto commissariamento, che la terna dei reggenti è un triangolo scaleno, ma il ricambio, frenato nel settennio buio dove imperavano i baroni del fischietto ad ogni livello (designazioni, quadri intermedi associazioni di tutela) guardati e perdonati o prescritti con troppa indulgenza quando invece la Procura del basket che nel frattempo ha cambiato (opportunamente) titolare.

Gli otto nomi sono i serbi Iljia Belosevic (4 finali, 2004, 06, 08, ’13) e Milivoje Vevic, il greco Christon Christodolou, il tedesco Robert Lottermoser, lo sloveno Sasha Pukl, l’ucraino Borys Ryzhyk, il portoghese Fernando Rocha e il debuttante Rusto Nuran, turco, che sembra abbia soffiato all’ultimo momento il posto a Tolga Sahin, turco italiano. Ma qui la decisione potrebbe essere un contentino per la Turkish Airlines, lo sponsor ufficiale e Turan potrebbe anche rimanere in panchina.

E’ chiaro che Jordi “Giorgetto” Bertomeu avrà i giornalisti addosso per sapere di Siena e di Minucci, membro del board. Avevo scritto a ottobre, studiandomi il regolamento, che in caso di interventi della magistratura, fallimenti, insolvenze la licenza viene revocata senza la restituzione della cifra d’ingresso. Di solito l’ufficializzazione avviene nel board dei primi di luglio, ma di fatto – spiega il legale – la licenza viene revocata immediatamente nel caso di procedure fallimentari, perché in questo caso perdi anche l’affiliazione alla Fip che è uno dei requisiti per giocare l’Euroleague. E quindi Minucci esce anche dal board. Chi l’avrebbe detto solo un mese fa?

Intanto a Siena un professore di diritto sportivo intervistato da La Nazione ha rincuorato i tifosi: i tifosi potranno chiedere i danni per sofferenza fisica e psichica.

encampana@alice.it