Per chi non ha vissuto il militare di leva e non ne ha sentito parlare dai propri padri, zii, fratelli maggiori e così via, la zona di competenza era quell’area (prato, corridoio, stanzoni, aree comuni,  cucine ecc.) dove il tuo superiore ti destinava, da tenere in ordine sotto la supervisione di un caporale di giornata. Il più delle volte erano luoghi dove dovevi far vedere che facevi qualcosa, visto che la maggioranza del tempo, sotto naja, lo passavi ad inventarti qualcosa da fare per non sclerare. Spostavi la polvere da un lato all’altro di un vialetto, stanza, ecc fino ad arrivare in prossimità della fine del turno e lì la buttavi finalmente via…

Cosa c’entra con il basket e la televisione? Ci arrivo: è partita l’iniziativa, sottoscritta da tutte le società di serie A, intitolata “Più basket in RAI”. Letta così, fa pensare a una forma di masochismo, cioè: già il prodotto attuale non è precisamente di quelli da inorgoglire, in più lo vuoi aumentare… Poi leggendo la proposta, la cosa non è così peregrina: si parla di maggiore esposizione soprattutto negli approfondimenti. Parliamo di rubriche, esposizione nelle fasce dedicate allo sport (calcio, of course) dei Tg, Domenica sportiva, i Tg regionali ( e qui forse è più facile). La proposta è supportata da dati che noi ammalati di pallacanestro conosciamo quasi a memoria: secondo sport di squadra, grandi numeri Siae, grandi numeri tesserati, sproporzione tra i finanziamenti girati al Golia Calcio rispetto al Davide Basket da chi allenta i cordoni della borsa e così via.

Sperare che la cosa si muova da sola o anche tramite una sottoscrizione fa parte di un roseo ottimismo che mi appartiene ma, al quale io per primo,  fatico a credere. Storicamente l’ente di Stato si muove sotto altri tipi di spinte, mi viene in mente il periodo De Michelis dove un uomo di governo rivestiva anche il ruolo di presidente di Lega, oppure altri presidenti con agganci consistenti con parti politiche importanti (Malgara, Rovati…). O ancora proprietari talmente importanti a livello economico da poter “forzare la mano” a Direttori riottosi. Non mi sembra che in questo periodo ci sia una di queste condizioni: l’attuale e il futuro presidente di Lega li conosciamo e (a meno di sorprese dal nuovissimo governo) non sembrano essere particolarmente graditi anche dal popolo baskettaro e i proprietari comunque non espongono e mettono a rischio i loro affari extra-cestistici per il movimento.

Quindi? Tentare non nuoce, ci mancherebbe. L’importante, in ogni caso è integrare la proposta con un lavoro alla base: scuole , famiglie, oratori, società sportive ecc. e lì fare opera di proselitismo come se il basket fosse una novità… Marketing, pubblicità, iniziative, magari coordinate e non frammentarie. Solleviamo le zolle, i semi attecchiscono meglio.