Basket, Nba e giornalismo… quando una passione diventa professione. Potremmo partire da queste tre parole per presentare Alessandro Mamoli. Giornalista sportivo e volto familiare degli abbonati Sky, Mamoli conduce la trasmissione Benedetta Domenica e la rubrica Nba Show Time, oltre a commentare le partite Ncaa e Nba con Flavio Tranquillo e Davide Pessina. Il 42enne di Rho ha indossato le scarpette rosse delle giovanili dell’Olimpia, arrivando anche in prima squadra nel 1991/92 con Mike D’Antoni in panca, Antonello Riva e Riccardo Pittis in campo. In serie A ha giocato 2 minuti, commettendo un fallo e conquistando un rimbalzo offensivo. Per una volta, anziché vestire i panni di intervistatore, veste quelli di intervistato. Alessandro-Mamoli_001

Come è nata la sua passione per il basket?

«Come credo a tutti. Un colpo di fulmine. Un giorno da piccolino tuo papà ti porta a una partita. Credo fosse una gara del Billy al Palazzone di San Siro. Quando sei lì e quando torni a casa sei diverso, all’inizio non capisci, poi scopri che non ne puoi più fare a meno. Punto».

Cosa ne pensa del campionato italiano? Come lo si potrebbe migliorare?

«Lo sto seguendo molto poco per mancanza di tempo. Mi è complicato spiegarlo in poche righe, servirebbe un dibattito lungo e costruttivo. In generale ripartirei con i giovani in ogni settore. Hanno voglia, idee ed entusiasmo nonostante il momento difficile».

Come vede gli italiani in Nba? Riusciranno a portare la Nazionale ad alti livelli già a partire dall’europeo?

«Ho sensazioni positive. Se sono a posto fisicamente, è possibile che sia arrivato il momento in cui capiscano come inserirsi nella squadra, con che ruolo».

Pensa che il basket giocato da Warriors e Hawks sarà ripetibile ai playoff?

«Non è troppo lontano da quello degli Spurs della scorsa stagione. Anche se quello degli Warriors è davvero estremo. Dipende dall’ avversario. Nei playoff è solo una questione di accoppiamenti. Tra le due però Golden State mi sembra quella che dovrà adattarsi meno, saranno più gli altri a doversi aggiustare sulle caratteristiche della Kerr Band che ha risorse tecnico tattiche infinite».

L’argomento l’appassiona il giusto ma… chi sarà l’Mvp?

«Mi appassiona il giusto, confermo. Con il cuore ma anche con tanta testa, dico Curry».

A chi andranno gli altri premi?

«Questi mi appassionano ancor meno. Scelgo Jimmy Butler come più migliorato e mi fermo lì».

Qual è il giocatore che l’ha più impressionata quest’anno e perché?

«Curry. Perché a un metro e ottantacinque far quelle cose lì, voglio dire… c’è da spiegare perché?».

L’anno prossimo vedremo ancora Durant ad Okc? Lei in quale squadra lo vedrebbe bene?

«Decifrare il futuro di Durant è difficilissimo. Intanto è sotto contratto. E’ un giocatore diverso dalle altre superstar. Certo vorrà vincere. Non credo che sarà ancora in coppia con Westbrook in futuro. Durant lo vedo bene ovunque, Washington è la sua città ma non sarei per nulla stupito se rimanesse a OKC».

Riusciranno i Lakers a costruire una squadra per poter permettere a Bryant di vincere il sesto titolo prima del suo ritiro?

«In così poco tempo mi sembra difficile. Ma chi lo sa cosa hanno in mente».

Pronostico: quale sarà la finale Nba?

«Pronostico quasi impossibile per questa stagione. D’istinto dico Warriors-Cavs».