Le posizioni 5 di Est ed Ovest sono occupate da due Stati confinanti e due città talmente vicine da esser definite gemelle: Milwaukee e Minneapolis.

 

EASTERN CONFERENCE #5: MILWAUKEE BUCKS. I Milwaukee Bucks sono ad una stagione chiave. Dopo aver centrato i playoffs lo scorso anno hanno i mezzi per migliorarsi, ed alcuni giocatori hanno bisogno di questo miglioramento per dare un senso alla loro carriera. Mettiamo in questa cerchia anche il coach, Jason Kidd. In secondo luogo, aver riacceso la fiammella del basket in città significa non essere più l’ultima franchigia in termini di interesse e valore della NBA, e la conferma del ritrovato valore allontanerebbe le voci di sparizione a favore di altre piazze come Seattle o Città del Messico. Infine, ormai i Bucks hanno il quinto più alto salario della Associazione, e in questi casi vincere diventa un obbligo. Arrivare ad essere la quinta forza dell’Est pare il minimo, per una squadra che annovera uno dei potenziali candidati a MVP stagionale: Giannis Antetokounmpo, in USA detto the Greek Freak, da noi Lo Pterodattilo. A lui si riuniranno altri 6 compagni dello scorso anno, tra i quali il ROY 2017, Malcolm Brogdon, poi Kris Middleton col suo tiro esiziale, lo sfortunatissimo in termini di infortuni Jabari Parker (se sano, un super) e uno dei potenziali candidati a succedere al compagno di squadra greco nel titolo di MIP: stiamo parlando di Thon Maker. Figura inizialmente folcloristica, questa pf/c con tiro da 3 e gran stoppatore, per la sua natura mediatica (youtuber, dj)+per essere riuscito durante la Summer League nell’impresa di uscire per falli (in SL il fouled out è a 10..)+per esser riuscito a passare pro senza passare dal college avendo avuto istruzione parauniversitaria in ben 3 paesi diversi. Gettato nella mischia quasi per caso come conseguenza dell’infortunio di Parker, ha fatto le onde, dando enorme contributo al quintetto più stabile dei Bucks: quello trovato da Kidd da Marzo in poi, tosto soprattutto in difesa, capace nelle ultime 17 gare di battere gli avversari di 8 pti ogni 100 possessi durante i 223 mins giocati insieme. I cinque sono: Brogdon-Middleton-Snell-Antetokounmpo-Maker; Parker da sesto uomo è più di un’idea, e da settimo ed ottavo interverrebbero coloro che sarebbero il play e il centro tradizionali di questa squadra altamente anticonvenzionale (per effetto della presenza dello Pterodattilo che gioca ovunque): Matty Dellavedova e Greg Monroe. Se i tuoi uomini 9-10-11 sono Threerza Teletovic, John Henson, il rookie DJ Wilson, ma puoi contare anche su Gerald Green-Jason Terry-Rashad Vaughn-James Young e Gary Payton Jr…..insomma, torniamo al concetto dell’obbligo di vincere. Definizione: vette da raggiungere assolutamente.

 

WESTERN CONFERENCE #5: MINNESOTA TIMBERWOLVES. L’anno scorso il nostro pronostico favorevole ai T’Wolves fu malamente smentito. Ci riproviamo, e dovremmo essere supportati dai fatti. Minnesota è ad un nuovo Anno Zero. Ha rinnovato un sacco di cose, anche il logo e le uniformi. Ha messo in opera una precoce ed incisiva campagna acquisti, firmando Jimmy Butler e Taj Gibson e poi Jamal Crawford e Jeff Teague. Si è contestualmente liberata di 4 equivoci, 3 corrispondenti alla definizione di “bravo ma non così tanto in fondo”: Dunn, Rubio e LaVine; il quarto, poveraccio, il centro montenegrino Pekovic, che in 7 stagioni di NBA ha giocato 271 partite perdendone per infortunio 303: non c’è altro da aggiungere. Gli innesti uniti al talento immenso fornito da Karl-Anthony Towns in mezzo e Andrew Wiggins sul perimetro fanno già da soli una squadra da playoffs. La ulteriore presenza di Gorgui Dieng (rassicurato da un rinnovo quadriennale da quasi 16 annui), Shabazz Muhammad, Bielica, Tyus Jones e Aaron Brooks che completano pitturato, ala, centrocampo rispettivamente, fanno dei T’Wolves dei veri Lupi e non più dei Lupacchiotti. A dispetto della fama di coach Thibodeau (difesa e hard-nose attitude) sono proprio l’atteggiamento troppo rilassato e la metà difensiva del gioco a lasciare emergere i dubbi maggiori: ne discende che anche il prestigio del coach è in gioco quest’anno. L’anno scorso Minnesota vinse 20 gare: sono in tanti a pronosticare un miglioramento di 30. Il payroll, a dispetto delle tante stelle a roster, è abbastanza sotto controllo, anche perché le scadenze sono molto distribuite, e pesano 11 MM di dead money da pagare ancora a Pekovic. Definizione: vette da raggiungere assolutamente/2.