Con assolute calma e circospezione anche se si tratta di business. L’approccio della NBA alla pandemia non è mutato, ma si devono accogliere con una piccola dose di ottimismo alcuni segnali arrivati nella settimana passata.

Primo: la NBA ha posticipato sia la Lotteria che la Combine per i giocatori dichiaratisi disponibili al passaggio tra i pro. Questo significa che non ha ancora rinunciato a giocare e sfrutterà ogni spazio possibile per portare avanti la stagione, forse anche con un numero inferiore di gare. Mediamente le franchigie hanno giocato 65 partite: il massimo sono le 67 di Hawks e Mavs, il minimo le 63 di Lakers e Spurs. Rinunciando, ovviamente con l’accordo di tutti, a 7 gare si accorcia la stagione a 75, risparmiando una decina di giorni; dovendo le squadre giocare altre 8/10 gare potrebbe consolidarsi l’ipotesi di concentrare l’attività in città con basso indice di contagio, grandi spazi alberghieri e un buon numero di campi disponibili. Il consenso unanime è assolutamente necessario non solo per una “pace comune”, ma perché a livello pratico, non essendo la RS strutturata come in Europa, alcune squadre dovrebbero rinunciare al confronto diretto con altre, traendone vantaggi o svantaggi a seconda della situazione. Las Vegas ha almeno 3 arene adatte, l’esperienza della Summer League ogni anno ed un indice di contagio relativamente basso. Sanificare gli aerei per il primo sbarco e poi autobus, alberghi, arene e palestre per un numero vasto ma definito di persone, che vivrebbero in una sorta di bolla forse non ideale ma efficace ai fini del lavoro da svolgere, è in definitiva possibile. Ovviamente si parla di gare a porte chiuse. Per confronto: Las Vegas ha 4274 casi con 218 decessi (5,1%) e Los Angeles (che dispone di 12 arene di alto livello) ha 25662 casi con 1229 decessi (4,8%). Insomma: ad Ovest il virus è stato terribile ma molto meno che sulla costa Atlantica, e l’efficacia dei reparti intensivi ha salvato molte vite (indice dei decessi in tutti gli USA: 5.3%).

Secondo: i giocatori potrebbero ricominciare, dal giorno 8 Maggio, ad allenarsi. Il condizionale è ancora quasi obbligatorio, perché dipende dalle aperture che in settimana dovrebbero venir concesse dai vari stati dell’Unione. Questi allenamenti saranno strutturati come segue:

solo allenamenti da farsi nelle palestre (facilities) di proprietà delle franchigie

solo allenamenti individuali (no contatti, no partitelle)

non più di 4 giocatori alla volta con turni da stabilire da parte della squadra

nessun allenatore in campo durante gli allenamenti

Il distanziamento sociale è ancora ben presente anche in queste minime attività: ciò dovrebbe far riflettere anche noi, che non abbiamo spazi e strutture uguali alla NBA.