Ieri mattina, ore 11, la conferenza stampa di Michael Ray Richardson all’Hotel I Portici nel centro di Bologna.

Più che conferenza stampa, un ritrovo di vecchi amici arrivati a salutare il campione. La visita di Sugar è stata propiziata dall’opera della Fondazione Virtus e di Giovanni Setti, che ora fa l’allenatore ma è stato un giocatore dalla carriera assai lunga, compagno di squadra di Richardson in due dei 3 anni bolognesi dell’americano (in quello centrale era andato in prestito a Brescia). Tra curiosità, nostalgia e futuro si è scoperta l’attività attuale di MRR, che si occupa di sviluppo di giocatori per conto delle NBA Academies, sparse per il mondo: l’ex guardia di Nets, Knicks e Virtus viaggia 15 giorni ogni mese dividendosi tra India, Africa e CentroAmerica e ha confermato qualche cosa già risaputa (l’Africa abbonda di talento cestistico) e qualche notizia non facile da recuperare (l’India è un serbatoio numericamente interessante ma sono ancora lontani 6-8 anni dall’avere un reale potenziale cestistico a disposizione). Ora Sugar vive, per il tempo che riesce a starci, a Oklahoma City e conosce bene l’ambiente Thunder: un po’ di soddisfazione nel veder confermate le cose che da 3 anni scriviamo nelle colonne NBA del sito, ovvero che Russell Westbrook è un talento immaginifico, potenzialmente in grado di dominare fisicamente la NBA nonostante sia solo 195 cm (scarsi), ma purtroppo ha una visione-tunnel del basket che gli impedisce di vincere e di migliorare squadra e compagni. Ha anche detto di sentire spesso coach Messina e di incontrarlo quando gli Spurs giocano ad OKC. Il livello di diplomazia mostrato da Richardson è stato molto elevato, ma forse non si tratta di diplomazia bensì di maturità: tutti noi impariamo, con gli anni, che pochi sono i conflitti isanabili nella vita. Richardson ha avuto parole di apprezzamento e stima verso Messina ma anche verso il commissioner NBA dei suoi tempi, David Stern, che lo bannò dalla Associazione per problemi che credo inutile nominare ormai; la stima poi è reciproca, dal momento Michael Ray lavora per la NBA che Stern è ancora attivo e si occupa dello sviluppo internazionale della NBA, ovvero un settore che è contiguo a quello delle Academies. A proposito del lavoro di Stern, Richardson ha confermato che c’è l’intenzione di aprire, prima o poi, una franchigia in Europa anche se non è certo specificato o ancora deciso dove. Si può esser certi che Bologna, che nel basket europeo conta “qualcosa” avrà un paio di seri ambasciatori in lui e in coach Messina; addirittura l’ex giocatore della Virtus ha paragonato Bologna a New York, parafrasando la famosa frase: I think Bologna is like New York, if you make it in NY (Bologna), you cam make it anywhere. Tra ricordi su compagni di squadra e avversari (McAdoo, Riva e Premier gli avversari più duri da affrontare, Artis Gilmore era fortissimo ma lentissimo, Brunamonti e Villalta giocatori che valgono una generazione), frecciate alla controparte bolognese della Fortitudo, accenni a mangiate e locali, il solo argomento che non è  stato direttamente toccato è stato l’attualità del campionato italiano: Sugar ha solo detto che gli piace il suo lavoro attuale ma gli piacerebbe anche tornare ad allenare un team pro dopo le esperienze positive nelle Minors USA e nella Canadian League, e che ovviamente Bologna sarebbe il suo primo pensiero. Intanto, a mio modo di vedere, il suo arrivo a Bologna potrebbe anche significare un inizio di collaborazione trasversale dato il lavoro attuale e la necessità di reperire sempre nuovo talento delle squadre italiane, ovviamente in questo caso la V. A proposito di talento giovane, poi, la news che davvero non conoscevo è che il figlio maggiore di Sugar, 17 anni, è quasi due metri ma gioca a calcio e in attacco, piuttosto bene pare, dal momento che fa parte delle giovanili, con allenamenti anche con la squadra maggiore, del Nizza. Trovate anche allegato un estratto audio della conferenza: il resto degli audio saranno pubblicati a parte su Baskettiamo.com

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