Nessuna sfortuna più grande che vincere il primo Anello in queste condizioni.

Toronto è CAMPIONE NBA, ma tutti gli occhi e i cuori sono dalla parte dei Golden State Warriors che falliscono il Three-peat venendo decimati ogni volta di un pezzo, come i 10 piccoli indiani. Stavolta è Klay a lasciarci il ginocchio, forse non in maniera gravissima ma sufficiente a non farlo tornare in campo: è accaduto a 2:30 dalla fine del terzo periodo, quando GS era nel momento migliore, per un fallo onesto di Danny Green (alla fine davvero decisivo per vincere il Titolo, ma non nel modo in cui avevo previsto) su un lay-up in contropiede. Klay è uscito, poi tornato per battere i due liberi, quindi uscito per non tornare: era il migliore in campo, 30 in 32 mins con 8/12 dal campo. GS ha dato tutto e oltre, ma era solo questione di tempo: quasi 15 mins di basket erano davvero troppi per resistere e il sorpasso dei Raptors, anche se arrivato nelle profondità del quarto periodo, è stato definitivo. I meriti di TOR verranno purtroppo oscurati dalla sfortuna incredibile che ha colpito GS e dalla incredibile capacità dei Californiani di trovare sempre forze e animo per andare avanti, avanti, avanti. Ma, solo per proporre un esempio di che razza di squadra siano i Raptors, ecco qui: nel terzo quarto agli Warriors sono stati necessari 19 passaggi e due possessi offensivi quasi interi per riuscire finalmente a trovare un tiro (canestro di Looney nel pitturato su assist di Draymond mentre i 24 secs scadevano). I Raptors hanno la precisione e la disciplina dei grandi (stanotte per esempio Leonard e Lowry sono rimasti a lungo in campo con 4 e 5 falli senza commetterne altri), una solidità (anche fisica) immensa e hanno saputo vincere alla prima occasione, che forse è anche l’ultima almeno per un po’. Il futuro è meno certo e invitante del presente: Kawhi forse non resterà, tutti avranno un anno in più anche se la giovane promessa Siakam è già una mezza Star: suo (26+10) e di Freddy VanVleet (22 con 5 triple fra cui quelle decisiva) il merito della spinta ulteriore che ha guidato verso la W di Gara 6 e del Titolo. Golden State ha giocato sia divinamente sia così-così. Divinamente per la montagna di avversità che è riuscita a superare, così-così per le 16 palle perse (10 solo nel primo half) contro le sole 12 dei Raptors (numero consentito dalla regola aurea di coach Peterson) e per i 9 liberi (21-30) buttati via: sono numeri che, in una gara finita di 1 (111-110, i 3 pti da liberi negli ultimi 9 decimi di secondo non li conto) hanno un peso devastante, e tuttavia hanno avuto ugualmente il pallone per il +2 con Steph (21-3-7 con 3/11 da 3, fiaccato dalle difese di Nurse). I due allenatori hanno giocato a imitare i coaches di college anni ’70, sfidandosi a colpi di zona 2-1-2 (Kerr) e Box and One (Nurse, con Curry sorvegliato speciale). E’ stata una serie spaziale (severo monito a tutti i rompicxxxxxx che dicono il basket NBA sia solo atletismo e tiro da 3) sia dal punto di vista emozionale che tecnico: grande merito per la seconda parte ai due allenatori, capaci di combattere anche usando uomini-sorpresa o quintetti mai provati. Kerr ha giocato stanotte con due assemblaggi mai usati: uno col doppio lungo Looney+Cousins, un altro con lo small-ball estremo (Steph-Klay-Iggy-Draymond-McKinnie): la continua sorpresa causata negli avversari è stato il motore che avrebbe portato GS alla settima, non fosse arrivato l’ennesimo avviso che gli Dèi non amano gli umani che provano ad eccellere oltre l’eccellenza. Che Toronto fosse pronta e non spaventata dal secondo match-point verso il Titolo si è capito dalla partenza: 5/5 da 3 ma soprattutto 11 pti in fila senza errori da parte di Lowry (26-7-10 con 3 rec e 4/7 da 3), che si è di nuovo meritato il soprannome che gli ho attribuito di Subcomandante, portando sulle proprie spalle il peso del pallone ma anche dei cuori dei suoi compagni. L’idea di escludere dal gioco i migliori era la stessa per entrambe le squadre: Kawhi segna pochissimo e tira ancor meno nel primo quarto (2 pti e 2 tiri nei primi 8  mins di gara), mentre GS trova i pti di Steph solo da tiro libero (4) e di Klay solo da un tap-in nei primi 6 mins. Grande importanza dunque i terzi e quarti uomini: emergeranno Siakam  e VanVleet per TOR, per GS Dray-G (11-19-13,) e soprattutto Iggy (22-2-2 con 3/6 da 3, peccato per 1/5 ai liberi, 41% dalla lunetta nei PO) che ha infilato un ennesimo capolavoro in una gara di Finals (e ha un feeling particolare per le seste partite..). Coach Nurse ha alternato su Curry sia la Box+1 che l’azione oscurante, triplicandolo spesso; Kerr ha causato tanti problemi all’attacco Raptors con la 2-1-2 contro cui l’uomo al centro dei Raptors (Ibaka o Kawhi) sceglieva spesso l’azione sbagliata andando a infilarsi troppo sottocanestro: quando i Raptors hanno iniziato a tenere di più la palla in punta e a scegliere gli angoli per mollare le triple, hanno iniziato a vincere la partita. Il distacco massimo è stato +9 per Toronto e + 5 per gli Warriors: mai un vantaggio in doppia cifra. Il Canada entra nella geografia del basket, con pieno merito e con una squadra che solo i tifosi meno sportivi di GS potranno non trovare almeno simpatica; ma la grandezza del romanzo di Golden State è stato ciò che ha reso queste Finals indimenticabili, anche perchè stanotte, dopo 47 anni ma soprattutto dopo gli ultimi 6 a partire dal 2013/14, va in pensione la Oracle Arena. Il tempio dove il basket moderno è nato, il teatro dove è andata in scena la vera grande Dinastia (non ancora terminata) dei primi 19 anni di questo millennio. Chiudo con un filo di patriottismo e un paio di numeri: vince l’Anello anche Sergio Scariolo; Klay Thompson nelle Finals ha tirato 24/41 da 3 ovvero il 58.5%; Toronto ha sempre vinto alla Oracle Arena quest’anno, avendo violato il campo di GS anche in stagione regolare; Dray-G in 6 gare ha avuto 2 triple-doppie, mancandola altre 3 volte per: 1 ass, 1 reb, 2 ass; Kawhi in 6 gare 171+59 per 28.5 + 9.8 a gara: merita il secondo MVP delle Finals anche se il mio personale va al Subcomandante; GS su 6 partite di Finale ha segnato 5 volte tra 106 e 110 pti: segno che il loro livello causa infortuni era quello e lo hanno mantenuto praticamente sempre: altro esempio dei grandi meriti dei Raptors nell’averli domati.