Gara 1 delle NBA Finals 2019 va ai Toronto Raptors, e lo MVP della gara è di un giovane camerunense che ha iniziato a giocare a basket 8 anni fa.

Paskal Siakam è arrivato in Texas a 16 anni: prima di iniziare col basket a 17 anni era destinato a diventare prete o calciatore. Invece ha scalato la storia della palla a spicchi fino a questa notte in cui ha messo a referto 32-8-5, con 14/17 al tiro e una parentesi di 11/11 dal campo. L’altro MVP della W canadese è stato Marc Gasol che ha scelto la gara giusta per resuscitare dal punto di vista offensivo (20+7 con 6/10 dal campo) e difensivo, tornando quello che nel 2013 vinse il titolo di miglior difensore NBA. Se volete il nome di un’altra Star dei Raptors bisogna andare verso la scrivania di Masai Ujiri, il GM che ha creato questa squadra anche attraverso sacrifici dolorosi come gli addii a coach Casey e a DeMar DeROzan. Ujiri ha portato in Canada Ibaka, poi scelto VanVleet e Siakam, poi portato Kawhi, Marc e Danny Green: questi ultimi 3 arrivi han significato tanto attacco, tantissima difesa ed esperienza di Finals, Anelli e vittorie in generale; infine ha eletto a nocchiero l’assistente di Casey, Nick Nurse che da rookie-head-coach è arrivato in Finale vincendo il primo atto, con il nostro Sergio Scariolo come assistente. Coach Nick ha intrappolato il gioco di GS anticipando (cioè facendolo arrivare a ridosso della metà campo) il raddoppio su Steph: VanVleet costringeva Curry (34-5-5, allungata a 80 la striscia di liberi consecutivi nel quarto periodo/overtime) verso un lato, e Gasol raddoppiava, spesso impedendo uno scarico efficace perchè Klay era guardato benissimo da Lowry o Danny Green. In attacco, invece, TOR ha avuto pazienza infinita quando non è riuscita a concludere in contropiede/transizione (pur efficacissima, grazie alle 16 perse cui son stati costretti gli Warriors, da cui 26 pti Raptors): pazienza ripagata con tiri spesso aperti. In particolare TOR ha tirato 13/33 da 3, a sfiorare il 40% dunque, ma soprattutto non ricordo una tripla davvero contestata come GS ha fatto vs i Rockets. Proprio una certa morbidezza degli Warriors ha facilitato le operazioni per i canadesi, che hanno giocato una gara magistrale potendo permettersi di aspettare che Kawhi si accendesse: a metà del secondo quarto aveva solo 5 pti, 8 alla fine del primo half, 23-8-5 alla fine soffrendo moltissimo al tiro da 2: 2/8. Una certa superiorità nel pitturato e nei pti da seconda chance non è bastata a GS per venire a capo di una gara in cui le punte “non Steph” sono fondamentalmente mancate (Klay 21, ma 5/11 da 2 e solo 2 liberi tirati; Green 2/9 anche se in tripla doppia con tutto a 10) e in cui Iguodala, al contrario che vs HOU, ha fallito (0/4) i tiri che sarebbero stati di Durant in alcuni momenti cruciali della partita. Il più importante di questi momenti a fine del terzo periodo: arrivati a +12 subito dopo la pausa, i Raptors subivano il famoso third period effort di GS, trovandosi da 63-51 a 85-81. Chiudere anche solo a quella distanza sarebbe stato importantissimo per Steph & CO. ma arrivava una tripla dal mezzo angolo sx di Pat McCaw: un ex Warrior, con i suoi avversari di oggi ha vinto 2 Anelli, ma ha imbucato questo tiro che è stato anche il suo primo canestro di tutti i PO. Nel quarto periodo i Californiani non hanno avuto la forza di trovare altro basket da opporre alla macchina di Toronto, perchè Kawhi si era nel frattempo svegliato, Siakam non sbagliava un paniere, e Danny Green sigillava la gara con la sua terza tripla riportando il vantaggio in doppia cifra nella seconda metà del quarto finale. Gli ultimi 3 mins eran quasi inutili, se non per dare una sistemata alle cifre della panchina di GS, che ha prodotto in realtà meno di quanto dicano i numeri (36-9-5). E’ stato anche il ritorno in campo di DeMarcus Cousins: ha rimesso piede sul parquet ad inizio secondo quarto, ma è palesemente fuori condizione, ed in particolare in difesa sul pick and roll è stato disastroso; in ogni caso è diventato il primo giocatore uscito dal tanto strombazzato programma di John Calipari a Kentucky University a giocare una Finale NBA: per dire che non sempre quel che luccica è oro. Gara 2 è domenica: reazione Warriors in pista di lancio.