Non è soltanto un pettegolezzo, ma qualcosa di più.

Un’ipotesi non solo “scolastica”, di cui negli USA si parla per davvero da qualche settimana: quindi non è nemmeno uno scoop. Però non basta annunciarlo sperando di prenderci, perché è costituita, questa ipotesi, da tanti tasselli che vanno ben osservati e messi al posto giusto: ci prenderemo il tempo necessario per farlo, dal momento che, se tutto dovesse accadere sul serio, la NBA si troverebbe trasformata per il prossimo quinquennio, se non oltre.

Quindi prima puntata, in cui parleremo delle delizie e dei dolori di Milwaukee.

I Bucks sono ad un bivio, e lo sanno. Una delle prove è l’aver cercato di migliorarsi ulteriormente attingendo, post trade dead-line, al mercato dei buy-outs. Dal calciomercato in poi anche i sassi lo sanno: il buy-out è la buona uscita con cui un giocatore e una squadra si mettono d’accordo per interrompere il loro rapporto contrattuale prima di arrivare a scadenza. Spesso, dietro, c’è una seconda squadra che manovra per far arrivare il giocatore alla propria corte. Questa cosa, nella NBA, ha precise regole, sia per quanto riguarda il “tampering” (quanto in là spingersi nel fare la corte al giocatore) sia per le implicazioni salariali rispetto al tetto degli stipendi. Non è un’operazione di mezzo minuto, insomma, tanto più che storicamente le addizioni di buy-outs non innalzano in maniera decisa le prestazioni delle formazioni migliori. I Bucks dunque hanno dovuto davvero volere fermamente Marvin Williams da Charlotte. Marvin ha sempre avuto su queste pagine il nick di Gregarione: è un 4 con ottima difesa e buon tiro da 3, grande intelligenza e ancor più grande umiltà, può tirare 12 volte o mai ed essere sempre utile; però è troppo poco protagonista, non è quasi mai decisivo da solo, non è uomo da ultimo tiro. In ogni caso, paragonato agli innesti dei Gemelli Morris nelle due squadre di Los Angeles, non sfigura affatto, è solo meno glamour.  L’innesto ha valore nell’immediato, deve dare ulteriore qualità alla panchina dei Bucks, e un po’ di riposo a Giannis Antetokounmpo in vista dei, e poi durante i, Playoffs. Lo scorso anno i Bucks furono spazzati via, molto più nettamente del risultato della serie, dai Raptors. Questo DEVE essere l’anno di MIL per ALMENO arrivare alle Finals. Quest’anno Kawhi è andato ad Ovest, i Celtics sono ancora lontani un anno e un centro di valore dalla piena competitività, e Philadelphia è il solito casino stellare, aumentato dalla decisa virata di Ben Simmons dal parquet verso il jet-set. Ripeto: questo DEVE essere l’anno. La preoccupazione della franchigia è: non accadesse di arrivare alle Finals perderemmo Giannis. Sempre possibile: il solo evento che con certezza tratterrebbe lo Pterodattilo Greco in Wisconsin è la vittoria dell’Anello. Perché Giannis adora i Bucks, ma si è anche un po’ stufato. MIL in questo momento, a dispetto del fatto di avere il miglior giocatore NBA, è solo decima nella classifica degli stipendi, ma è un decimo posto non rassicurante. Il giocatore più pagato non è Giannis ma Kris Middleton. Che non partiva in quintetto nella nazionale USA più scarsa dal 1988, quest’estate in Cina; che nella serie di PO 2019 in cui furono buttati fuori dai Raptors ha tirato 12/32 da 3 e ha avuto la gara migliore in occasione della sconfitta peggiore (ovvero quando la psiche era leggera ed era più facile emergere), il -18 di Gara 4; che guadagnerà nei prossimi due anni 10 MM$$ più di Antetokounmpo; che, con un contratto a salire che chiamerà 40 MM$$ nel 2023, resterà per sempre ai Bucks, come una tassa perenne. Il secondo cannone dei Lakers è Monociglio, dei Clippers è Paul George, di Denver è Jokic e persino nei Celtics hanno Kemba come numero 2: i Bucks hanno Middleton…e una situazione salariale pronta ad esplodere. Giannis fra 2 anni dovrà rinnovare, e se danno 40 a Middleton…insomma nemmeno la lungimiranza di aver fatto rinnovare a meno di 20 MM$$ Bledsoe e a meno di 15 Gemello Brook potrebbe salvarli da rinunce importanti. Squadra che non vince si cambia, e a partire non sarebbe Middleton, che a quelle cifre assurde nessuno si accolla in giro per la NBA. Trailer della seconda puntata: a Golden State il numero 2 è Klay, che diventerebbe il numero 3 + GS avrà due Lottery Picks al Draft 2020 e 2021.