Secondo résumé dell’estate NBA.

Grande impatto mediatico ha avuto l’inaugurazione della scuola finanziata dalla Fondazione facente capo a LeBron James. LBJ ha dotato il suo quartiere natale di un istituto che educherà, ma le classi verranno aumentate con probabile cadenza biennale, i ragazzini e le ragazzine di età corrispondente alla terza-quarta-quinta elementare italiana. Fornirà non solo il personale e il materiale educativo, ma anche il cibo (con una discreta varietà e assoluta qualità), il trasporto per coloro che devono fare più di 2 miglia per arrivare a scuola, e un supporto di consulenza famigliare a vastissimo spettro: dalle tattiche per smettere di dormire con la luce accesa ai problemi più seri. Un sonoro pugno in faccia alla “simpaticissima e deliziosa” host di FoxNews, Laura Ingraham, che aveva detto, riferendosi a certe dichiarazioni anti-Trump di LeBron e KD, che i giocatori di basket (la lega più black tra i 4 grandi sports pro USA) dovrebbero semplicemente “shut-up and dribble”…star muti e palleggiare, invece che parlare di politica. Per uno come LBJ, incomprensibilmente insicuro riguardo al proprio posto nella storia del Gioco, e tormentato dalla propria legacy sul campo (Il più grande? Meglio Jordan?), la realizzazione della scuola dovrebbe essere una serena garanzia: chissenefrega se Jordan è il migliore di sempre, con questo lascito alla città e al quartiere dove è cresciuto è a posto nei secoli, in tema di eredità.

 

Eravamo debitori del perché la NBA è il top del basket mondiale e del come stia di nuovo allargando l’Oceano, che nei 90’s e primissimi anni 2000 si era ristretto notevolmente. Nella conferenza stampa di fine stagione, il Commissioner Adam Silver ha parlato di calendario da rimaneggiare e trasferte da ridurre (per abbassare il numero di infortuni e ricadute), di formato dei Playoffs da rivisitare (ma non sarà semplice far accettare una riforma, qualunque potrà essere il nuovo formato), di nuove franchigie (non a breve, ma Seattle tornerà e Mexico City arriverà..), di tiri da 4 (speriamo di no), ma ha soprattutto ricordato il sempre più ampio ruolo cui è chiamata la G-League, la lega di sviluppo. Non solo è più facile l’osmosi di giocatori (come abbiamo spiegato a Giugno) tra ogni franchigia NBA e la corrispondente squadra di sviluppo, ma la G-League costituirà il nucleo del progetto con cui la NBA soppianterà il basket collegiale (e relativi scandali). Si tratta, come primo passo, dell’aumento delle presenze e del lavoro dei giocatori NBA nei vari camps ufficiali che la Associazione promuove per osservare i giocatori giovanissimi; entro breve verranno formate vere e proprie Accademie, su base nazionale ma anche territoriale, grazie al radicamento delle franchigie di G-League. Terzo passo: garantire non solo lo sport ma anche l’istruzione secondaria, tramite l’affiliazione di alcuni atenei già esistenti o la creazione di strutture direttamente finanziate dalla NBA. Scuole tirate su dal nulla, un po’ come quella di LeBron. Nulla si crea per caso nel mondo NBA. Immaginate, per esempio, un giocatore 20enne promettente ma non eccezionale, desideroso di un passaggio nei pro. Oggi uscirebbe dal college, tenterebbe la Summer League e si accontenterebbe, al posto della NBA, di un contratto a Trapani o Levallois. Con il futuro sistema delle NBA Academies potrebbe restare agganciato al sogno NBA rimanendo in una struttura educativa, facendo contenta mammà per la laurea e se stesso per aver provato fino in fondo ad entrare nell’Associazione. A Levallois lo prendono anche a 24 anni. All’interno delle tradizioni, leggi, e sistema di vivaio vigenti in Italia, è meritorio, in questo senso, un progetto nato di recente: INVICTUS, accademia cestistica con base a Bologna che al momento si propone di occupare solo le categorie giovanili senza una prima squadra, e di cui contiamo di raccontarvi nel dettaglio quanto prima.

Destinata a dominare per la propria efficienza e professionalità, ma anche in quanto lega privata non coinvolta nel meccanismo sempre più spesso assurdo delle Federazioni e delle Nazionali, delle Coppe e Contro-Coppe, delle finestre e mercanzia varia, la NBA è il solo vero luogo imprescindibile del basket moderno e futuro. Quindi, nella prossima puntata di riassunto estivo, parleremo di riflesso anche di Azzurra, del Beli, del Gallo.