Prima di andare a commentare la gara in cui è riapparsa l’edizione LeFlop di LBJ, ecco le news.

Il ballo degli allenatori è lungi dall’esser concluso: il job che è sulla bocca di tutti è quello di Houston. Nella lista di 3 che vi abbiamo offerto la scorsa volta (D’Antoni-Silas-Kalamian) l’ex giocatore di Milano è sempre in testa alle preferenze, ma manca qualsiasi ufficialità sugli esiti dei colloqui attualmente in corso. Tuttavia, cosa può far capire se una persona sta per cambiare lavoro? Per esempio il fatto che ci sia già qualcuno destinato a prendere il suo vecchio posto. PJ Carlesimo, ex coach di college ed NBA (quello il cui collo fu stretto dalle mani di Latrell Sprewell), attualmente commentatore televisivo, è in forte predicato di diventare il tutor di Brett Brown ai Sixers, ruolo che, sotto la falsa dicitura di “assistant”, ricopre ora il caro Mike. Sempre a proposito di Sixers e di cose che vi avevamo annunciato: non sono contenti della loro prima scelta al Draft 2015, Jahlil Okafor; bene, una voce molto insistente è quella che vorrebbe i Boston Celtics pronti a un’offerta per ottenere l’ex Duke. Coinvolto Jared Sullinger, ma anche la terza scelta in possesso dei Celtics, che renderebbe i Sixers titolari delle No. 1 + 3, una prospettiva allettante per una squadra che deve ricostruire e che possiede anche 24 + 26. Aspettando sempre il momento, che potrebbe anche esser giunto, in cui i 76ers decideranno di chiamare a sè dalla Vecchia Europa Dario Saric. La scelta No. 3 dei Celtics è presente in quasi ogni rumors della NBA al momento, in scambi che vedono come protagonisti finali, per esempio, Paul George o DeMar DeRozan, KD o il pacchetto-Hawks Millsap+Horford.
Ma spostiamoci a The North.

AIR CANADA CENTER, TORONTO. CLEVELAND CAVS 84 – TORONTO RAPTORS 99
Sgomberiamo il campo da ogni dubbio: Toronto bella prova, ma Cavs imbarazzanti, a cominciare dall’atteggiamento di James, atteggiamento che, come sempre e sempre nei secoli, è il vero fattore che determina il segno + o – delle gare di Cleveland. Cominciamo dalla bella Toronto, che ha due paladini su tutti: DeRozan e Biyombo. Il congolese ha ricevuto il permesso dal suo connazionale Dikembe Mutombo, re delle stoppate in tempi non lontani e titolare del gesto del ditone “no-no-no, not in my yard”, a usare la mossa per celebrare le stoppate. Incentivo non da poco, considerato che stanotte BB ne ha mollate 4 e in parecchie altre occasioni, pur senza prendere la palla, ha fatto in modo che la stessa viaggiasse ovunque tranne che dentro alla retìna. Il centro dei Raptors, stufo di sentirsi dire, anche da noi, che senza Valanciunas i Raptors non avevano speranze, ha dato vita a una prestazione praticamente perfetta, con 7 punti, ma soprattutto 26 rimbalzi finali. 16 nel primo tempo: il record di rimbalzi nella prima metà gara è di 26, ma appartiene a un certo Wilt, l’uomo costruito in modo tale che, secondo Buffa, in molte culture sarebbe stato considerato, a tutti gli effetti, un Dio. Questo per dare un parametro quasi ultraterreno su cui valutare la gara di Biyombo.
DeRozan ha scritto 32 con 24 tiri: secondo le quasi immediate e deliziose stats di ESPN, 22 di questi sono stati “contested shots”; infilarne 12 senza in pratica mai tirare da libero offre anche per DMDR il metro della sua eccezionalità stanotte. DeRozan in post-basso, lasciato libero (colpevolmente da parte di coach Lue) di approfittarsi a piacimento di JR Smith, è stata una delle chiavi della gara nel momento in cui ha iniziato a decidersi: nella parte centrale del secondo quarto i Raptors hanno dato vita a un parziale di 18-4, alimentato da 4 triple di 4 uomini diversi (Joseph-Patterson-Johnson-Ross) e 6pti di DeRozan nel modo descritto. Durante questo parziale ha iniziato a mostrarsi la parte oscura di James. Indipendentemente che segnasse Johonson, Patterson o Ross, lui sventolava irato le manone verso i compagni, ma almeno uno doveva essere un suo uomo; poi sbracciava verso gli arbitri ogni volta che, secondo lui, gli veniva fallosamente impedito di prendere un rimbalzo offensivo. Infine, il massimo: raggiunto nell’episodio che, a 3′ dalla fine della prima metà, poteva capovolgere la partita, in mano ai Raptors sul +18. Nonostante il vantaggio e l’inerzia gli uomini di coach Casey si facevano coinvolgere nel tranello della caciara, innescata da una provocazione di TTT al Congolese. Alla fine delle storie tese, i grigi rifilavano un tecnico a TTT e all’altro Toronto-Native, sulla sponda opposta, Joseph; ma James aveva messo in scena un flop clamoroso, quando, presa una gomitata di livello medio dal suo stesso compagno TTT, faceva finta (in quanto riteneva o sperava che il gomito fosse di un Raptor) di esser stato colpito mortalmente, cadendo dieci metri all’indietro: solo che, per non farsi male recitando, cadeva in back-pedaling e nel pieno controllo della sua….discesa. Il momento di rissa penalizzava i Raptors, che andavano al riposo lungo perdendo un terzo del loro vantaggio, e continuavano a subire i Cavs anche una volta ripreso il gioco. Cleveland arrivava fino a -5 con le triple di Smith (22 con 6/15 da 3) e Frye (3/4, ma gran gara in generale, condita, in 21′, da 3r, 3 rec, 1 stoppata, senza palle perse). La gara fantasma di Love (fantasma è parola gentile per il suo 3-4-2 con 1/9 in 29′) e la serataccia al tiro di Kyrie (3/19) non consentivano però di completare l’opera, anche perchè, passata la paura di subire la rimonta anche per colpa dei grigi, i Raptors si rimettevano in carreggiata. Resta da dire che la brutta gara di Irving è stata in gran parte merito di Joseph, che oltre alla difesa ha diretto benissimo la squadra: anzi, spesso i Raptors giocano meglio quando lui conduce insieme a Lowry (stanotte 20-6-3 con % finalmente sopra al 50). Lo sweep temuto non c’è stato: i Raptors possono aver preso un po’ di fiducia dalla W e, ancor di più, dall’aver finalmente giocato a basket. Il pronostico è ancora tutto dalla parte dei Cavs, ma stanotte, ancor più della sconfitta, a preoccupare coach Lue deve essere il fatto che, per la prima volta nei PO, si è vista la parte oscura di LBJ. Ed infatti è arrivata la prima L dei Cavs in questa post-season.
Serie 2-1 Cavs, nessun campo violato finora: ne resta una a Toronto, decisiva per il futuro.