Mentre i Celtics giocano a Milano contro la EA7 ci avviamo a segnare il “meno 20” all’inizio della stagione NBA. Celebriamo, ma non troppo tanto conta pochissimo, il 32 scritto dal Beli contro la squadra più debole della Associazione, i TrailBlazers; a suo merito va detto che Belinelli ha guidato la rimonta dei Kings da un -27, segnando il pareggio a 89, il vantaggio del 96-95 e quello del 102-100. Tutte triple. andiamo però ora a continuare la nostra rassegna/pronostico sulle franchigie della prossima stagione esaminando chi occupa il posto 11 nel seeding delle due Conference.

EASTERN CONFERENCE #11: CHARLOTTE HORNETS. A parte il tanking estremo di New York e Philadelphia, e alcune apparizioni imbarazzanti di Lakers e T’Wolves, lo scorso anno gli Hornets hanno messo in mostra il basket più brutto della intera Associazione, con la sola eccezione del numero bassissimo di palloni buttati. Quel che a Charlotte proprio non capitava mai era che la palla, quella roba sferica arancione, finisse dentro quel coso dotato di retina appeso in alto. Gli Hornets erano dunque una squadra di bassa percentuale e si sono rinforzati dietro con Nick Batum, la forte sf fuorisciuta da Portland e approdata alla corte di coach Clifford, che ha accolto il Francese con calore, poi ha guardato al sua shot chart 2014-15 e ha notato il 33% globale, il 23% da 3 e il 15% nei tiri tra metri 4 e 6.74….e di colpo ha accusato mal di testa. Ancora, stante l’atletismo non proprio accesissimo di BigAl Jefferson e Cody Zeller (che ha perso il primato di famiglia a favore di Tyler dei Celtics), i Calabroni erano non eccezionali sottocanestro, ed infatti hanno lasciato partire l’atletico (e con rapporto minuti/rimbalzi favorevolmente impressionantemente positivo) Bismack Biyombo (chez Toronto) per prendere il rookie delle meraviglie di Wisonsin, Frank Kaminsky, che è un centro ma è giovane e da verificare come rimbalzista, e soprattutto Spencer Hawes, una guardia nel corpo di un centro, dotato di una propensione notevole al tiro da 3 ma non certo un uomo da doppia cifra sotto i tabelloni. E il mal di testa di coach Clifford è cresciuto. Appesa sempre più alle prestazioni di Kemba Walker, giocatore fortissimo ma di elevata autostima, Charlotte difficilmente farà i Playoffs. Il payroll è altino, con alcuni contrati grossi in scadenza a fine stagione (i 13, 5 di BigAl, i quasi 12 di Batum, i 7 di Marvin Williams) e con la bomba del conratto di Michael Kidd-Gilchrist in procinto di esplodere (dai 6,3 di quest’anno ai 13 delle prossime 4 stagioni…pazzia pura). Al capitolo arrivi segnaliamo quello di J-Lin, destinato a finir divoato da Kemba.

WESTERN CONFERENCE #11: MINNESOTA TIMBERWOLVES. Prima ancora di qualsiasi commento sulla stagione entrante, bisogna ricordare che molta parte del cuore dei tifosi dei T’Wolves e degli sportivi in generale è con Flip Saunders, cui è stato diagnosticato un linfoma-Hodgkin. Saunders ha lasciato a Sam Mitchell la panchina mentre pare continuare a coprire il ruolo di Presidente delle Basketball Operations. La squadra, che esordirà il 28 ottobre contro i Lakers, non è affatto male, e potrebbe essere candidata al titolo di Most Improved Team del 2015-16, se questo riconoscimento esistesse. Tuttavia, nel supercompetitivo Ovest, difficilmente i miglioramenti frutteranno ai T’Wolves più di un 11′ posto. La rosa di Minnesota è dotata di talento e, grazie a Kevin Granett (ma anche all’arrivo di Tayshaun Prince e Andre Miller), di “veteranship”. In ogni ruolo sono ben coperti, con un titolare e almeno un cambio non troppo inferiore. PG: Rubio+Miller+Tyus Jones; SG: K.Martin+Zach LaVine; SF: Wiggins+Muhammad+Prince; PF: KG+Bielica (di cui attendiamo con trepidazione l’esordio: per noi sarà fantastico)+Payne; C: Pekovic+Townes (la Prima Scelta Assoluta 2015)+Gorgui Dieng. Insomma, davvero una bella formazione, ben costruita, in cui Bennett (Prima Scelta Assoluta 2013, in netto calo) e il Croato Rudez (arrivato dai Pacers) rischiano di fare le belle statuine. Considerando il basket che si gioca oggi, i primi due evidenti difetti del roster sono un certo eccesso di omoni (anche KG può giocare centro, e lo stesso dicasi di Payne) e una certa idiosincrasia per il tiro da 3. Il payroll è il 17′ della NBA, appena sotto ai 70 milioni. In questo campo Flip ha lavorato bene, e il ritorno di KG lo scorso Febbraio ha risvegliato le passioni cestofile di una città…anzi due, Minneapolis+ St. Paul, che godono di una offerta sportiva molto vasta, anche se non sempre competitiva: Vikings, Twins, Wild, e nel 2018 si dovrebbe aggiungere anche il soccer con il Minnesota United FC..insomma, per fare pubblico bisogna sempre essere appealing ma anche vincenti, e questa stagione, come detto per gli Orlando Magic, potrebbe essere la pietra angolare su cui erigere la storia di una futura contender.