In questa puntata del Power Ranking esamineremo le potenziali medaglie di legno nella corsa ai Playoffs 2016. Ad Ovest il ruolo era dominio dei Phoenix Suns, ma la beffarda delusione di un nono posto con record vincente o di pochissimo perdente toccherà ad un’altra franchigia. A proposito: secondo noi si è ridotta ulteriormente la differenza di valori tra Eastern e Western Conference, e l’Est non è più drammaticamente inferiore all’Ovest; ciononostante, se si dovesse verificare una situazione per la quale una franchigia West restasse fuori dalla post-season con un record al 50%, e contemporaneamente ad Est si accedesse al Ballo Finale con record del 40-42%, allora la NBA presumibilmente interverrebbe sul serio (dopo tante voci e parole spese negli ultimi 3 anni) per modificare le regole di accesso alla seconda parte di stagione. Prima rissa dell’anno nel match tra Utah e Lakers finito al supplementare con W di Kobe&C.: la pf di Utah Trevor Booker ha mollato uno schiaffo a mano “dura” in faccia a Hibbert. Ovviamente è stato poi espulso, ma la cosa che non ha fatto piacere di certo a Hibbert e ai Lakers è che Booker abbia compiuto il gesto mentre stava giocando con maschera protettiva, in pieno stile “io lo faccio ma tu non puoi rispondermi”. Resta anche la domanda: ma come si fa a perdere la bussola in pre-season E giocando alle Hawaii???

WESTERN CONFERENCE #9: DALLAS MAVERICKS. I Mavs sono stati i protagonisti perdenti della ridicola e penosetta telenovela dell’ingaggio-poi-non-più-ingaggio-e-relativi-twittamenti-polemici di DeAndre Jordan questa estate durante la free agency. Il risultato è che sono senza centro, dal momento che Tyson Chandler era nel frattempo migrato verso Phoenix. la lista di 5 in dotazione è la seguente: Pachulia (il migliore), Dalembert (backup usuratissimo), Mejri (arrivato dal Real Madrid, tutto da testare) e…Javalone McGee (mollata Philadelphia, autoridottosi l’ingaggio, è fuori per il solito, inindividuabile problema alla gamba e salterà tutta la preseason); parco centri che definirei migliorabile (..). E’ rimasto ovviamente WunderDirk, è rimasto Chandler Parsons, e sono arrivati D-Will da Brooklyn e Wes figlio di Wes dall’ormai celebre sacco di Portland. Ottimi giocatori, anche se non giovanissimi e con qualche ombra sul recente rendimento (Deron Williams sarà l’All Star di Utah o il professore di abulia di Brooklyn?). Problema: di questi 4, che sono i più talentuosi e costituiscono l’ossatura dei Mavs, solo Dirk è integro (si sta allenando a bassa intensità per riposarsi dall’Europeo, ma sarà prontissimo alla ouverture); D-Will dovrebbe tornare a breve, ma Parsons e Matthews (rispettivamente ginocchio e tendine d’Achille) sono in forte dubbio per il season opener, e, nel migliore dei casi, salteranno la prestagione. Dei lunghi si è detto, di quelli forti anche: che cosa resta a coach Carlisle? In ordine di soddisfazione: il non aver più tra i piedi Rajon Rondo, poter riservare qualche speranza nel rookie Justin Anderson, avere 3 pg a roster se D-Will non ingrana (Barea, Felton, Harris) ed essere a capo di una squadra che, a ranghi completi, ha una pericolosità oltre l’arco davvero notvole; tutti los cuatros sono grandi tiratori, le altre 3 pg non sono da disprezzare al capitolo tiro da fuori, e a loro si aggiunga Charlie Villaueva. Carlisle dunque ha qualche cosa in mano, ma non crediamo sarà abbastanza per raggiungere i PO…lui però è un grande coach, capace di smentirci. Payroll alto, 75 milioni, ma le annualità della fine dei vari contratti sono ben distribuite, in modo da rendere il monte stipendi di Dallas non impossibile da ridurre e modulare, anche in vista del 2017-18, primo anno senza il Tedesco.

EASTERN CONFERENCE #9: INDIANA PACERS. Frank Vogel è l’allenatore, Paul George la star, ma quello che dalla fine della stagione ha tenuto banco più di tutti tra i Pacers è stato Larry Bird, il capo delle Basketball Operations. Il Grande Uccello ha fatto due dichiarazioni, in particolare, molto impegnative. 1-Scavalcando di fatto il coach ha detto a fine Giugno (anche la tempistica di certe frasi conta) che Paul George avrebbe giocato quasi tutto il tempo da 4 atipico, perchè “ormai il basket NBA vuole così”. 2- Assumendosi un certo fardello, e consegnandolo al giocatore di conseguenza, ha dichiarato a metà settembre di avere ragionevoli speranze di aver acquisito, prendendo il figlio di BigDog, Glenn Robinson the Third, un giocatore in grado di assurgere in breve allo status di “max contract player”. Paul George, per la parte che lo riguardava, non si è mostrato entusiasta, ma ha ribattuto con molta circospezione, essendo Bird uno dei suoi capi e una delle più inossidabili leggende della storia dello sport. In effetti, tutti gli altri grandi 4 atipici sono decisamente più fisicati di PG: se paragonate il prodotto di Fresno State a LBJ, a Draymond Green, o anche a giocatori di minor pedigree come Jae Crowder o veterani come Paul Pierce, George risulta sempre quello meno potente, meno rimbalzista e peggior difensore sia come qualità assolute che come capacità in post basso o contro i lunghi sui cambi. L’arditezza del Larry-pensiero sul figlio di BigDog, invece, sta nel fatto che il giocatore finora non ha dimostrato quasi nulla nella NBA, e, anche ammettendo che Bird abbia ragione, la frase ha di certo ingolosito il manager del giocatore e stizzito il ragioniere dei Pacers. L’opzione “PG da 4” è in ogni caso assai probabile osservando mercato e roster di Indiana. Sbarazzatisi di Hibbert, mollati da David West andato a cercar Anello a fine carriera in quel di San Antonio, i Pacers hanno ingaggiato Monta Ellis (a 10 milioni a stagione, che diventeranno 11.7 nel 2018-19, è una presa stratosferica, anche considerando l’aumento del cap dettato dal nuovo contratto televisivo: bravo Bird, in questo caso) e GR3, due guardie. Si aggiungono a George Hill, Rodney Stuckey, CJ Miles, Joe Young, Toney Douglas. Contate anche un certo numero di alette come Chase Budinger, CJ Fair (ci piace molto) e Solomon Hill, e considerate che solo Ian Mahinmi, Lavoy Allen, e Jordan Hill sono lunghi veri e sicuri di far parte dei 15 del roster. Ecco spiegato perchè a Paul George quei minuti (tanti) da 4 toccheranno, eccome. Payroll da 71 milioni, ma non intasato e in cui sarà possibile far spazio, perchè nei prossimi 4 anni solo George ed Ellis saranno pagati in doppia cifra.