Sei gare nella notte NBA, ne parleremo concentrando l’attenzione su alcuni nomi e alcuni temi, per cui ecco subito i risultati.

Pacers 105 – Bulls 96 ; Magic 106 – Sixers 114 ; Raptors 95 – Rockets 105 ; Grizzlies 120 – Blazers 111 ; T’Wolves 131 – Thunder 120 ; Warriors 95 – Celtics 128

DeMarcus Cousins. Brutta partita vs i Celtics, in generale (9+10, 4/12 dal campo) ma sono i 25 mins a fare pensare. Non è un minutaggio bassissimo, soprattutto in una sconfitta dal grande passivo capita spesso che le Stelle, dopo un po’, riposino. Il punto è che DMC è stato seduto quando la gara era ancora viva, e ha causato molti dei grandi problemi difensivi affrontati dagli Warriors stanotte (73 subiti nel primo tempo) ma anche recentemente. Se preso in mezzo nel p’n’roll Cousins è lento sia nel chiudere il roll/pop che nell’aprirsi verso la palla: contro squadre capaci di disciplina offensiva, quindi di ripetere quel tipo di attacco con costanza, può diventare un serio problema. Pare, molto, anche una questione di forma: dopo un inizio fiammeggiante il giocatore comincia a risentire della inattività dei mesi precedenti. A parte l’infortunio di Klay, ancora assente e forse out anche Venerdì vs i Nuggets, il modo per aiutare Cousins a difendere all’interno del sistema-Warriors è il tema principale per i Campioni entrando nell’ultima fase di RS.

Draymond Green. Non del tutto in salute, ma sempre fondamentale. Una delle cose che gli avversari di GS hanno imparato col tempo è di lasciarlo difendere come solo lui sa fare, MA allontanandolo il più possibile dal canestro e dai rimbalzi difensivi. L’efficacia delle transizioni dei Californiani, se è lui ad aprirle, è infinitamente superiore a quanto il reb lo prende un altro, Steph compreso. Anche questa situazione coinvolge Cousins, perchè uno dei modi per proteggere il centro è quello di mandare in aiuto di più gli altri lasciando a DMC l’area, ovvero togliendo rimbalzi a Green.

Gordon Hayward. Nei grandi scontri lui di solito eccelle. Anche stanotte vs Golden State 30-7-4 con 2 rec e nessuna persa, per dire che, nonostante il 4/6 da 3 e il 12/16 totale dal campo, non di solo tiro si è trattato. Ha anche messo il pallone per terra con una sicurezza che raramente ha avuto dopo l’orrifico l’infortunio: in difesa Brad Stevens cerca di proteggerlo assegnandogli avversari magari più grossi ma che non riescano a metterlo in difficoltà sul piano della velocità, cosa che ancora, rispetto “a prima”, non ha ben riacquistata. In ogni caso questa prestazione si somma, per esempio, ai 26 dell’ultima visita a Philadelphia o ai 18 della importante e non facile (come da stato di forma attuale dei Pistons) W vs DET: tutti segnali da Playoffs.

Kyrie Irving. Non me ne vogliano i suoi fans: Boston gioca meglio senza di lui. Non significa che vincerebbe di più: ma gioca meglio. Anche nella W di stanotte il primo vero push (a parte l’effimero 11-0 iniziale ridotto a 11-7 in 46 secondi da Steph and Co.) è stato dato senza lui in campo. E’ una Stella non sempre legata al resto del team, nonostante gli 11 assists regalati alla Oracle.

Jimmy Butler.  La mia domanda è: quanto resisterà Jimmy-B prima di esplodere? I Sixers hanno vinto ad Orlando giocando ancora senza Embiid. Ciò porta in quintetto Amir Johnson ma di fatto regala molti minuti come finto-5 a Mike Scott, che fino a 3 anni fa era catalogato sf. Scott sul perimetro significa meno tiri per Butler, che infatti stanotte ha avuto solo 10 spari a disposizione. Non è un tipo dal carattere facile, e guardando la distribuzione dei tiri di Phila si può pensare a una certa ira montante in lui. Redick 16, Harris e Simmons 15, Scott e persino Amir 9. Forse Jimmy è maturato, chissà: ma una situazione del genere, in più senza Embiid, che calamita un sacco di possessi, è potenzialmente esplosiva per il locker dei Sixers, già non dei più sereni.

Nikola Vucevic. Gratificazione All-Star Game, grandi stats, ma solito problema: le gare veramente importanti non son pane per lui. Con i Magic in piena lotta per i PO, in una gara casalinga vs i Sixers privi di Embiid, il centro montenegrino va a sbattere su Amirone Johnson e Mike Scott. 12+12 con 5/15 al tiro, 2 perse, -6 di plus/minus e 13 pti incassati da Johnson, che prima dello stop di Embiid era addirittura stato mandato in G-League per non farlo ingrassare troppo sul pino. Vucevic è un bellissimo giocatore da Fantasy-NBA, perchè mette legna e non si infortuna quasi mai, però…

Enes Kanter. Segnare e prendere rimbalzi, per tutto il resto un buco nero: avevamo detto e confermiamo. Però da quando è arrivato i Blazers sono 5-1 con lui in campo: 19 mins di impiego con 11+7 (anche 1 assist a partita ma già 2 gare senza lasciarne nemmeno uno) e il 57% dal campo. Più o meno quello che coach Stotts vuole da lui: “se solo difendesse un pochino” è il rimpianto di quasi tutti, ma con Kanter a roster i Blazers si sono di certo rinforzati.

Mike Conley Jr. Mike figlio di Mike è uno dei grandi sottovalutati della NBA. Non certo per stipendio (il decimo tra i più pagati con 30.5 MM$$) ed anche per colpa dei frequenti infortuni che ne minano e limitano il rendimento. Ora guida la divertente Corte dei Miracoli che risponde al nome di Memphis Grizzlies: stanotte li ha portati alla W vs i Blazers con una prestazione mostruosa, 40-3-4 con 1 sola persa in 35 mins, 6/7 da 3. Il destino di Conley potrebbe essere quello di cercare sorte migliore altrove: è un super e farebbe gola a tanti (che dire dei Celtics con lui al posto di Kyrie per es.?), ma i 32 MM di media che devono venirgli pagati fino al 2021 possono essere un ostacolo se accoppiati alla fragilità fisica e al fatto che, causa infortuni, ha qualcosa più dei 32 anni anagrafici. Però potreste rispondermi: vabbè, ma se Paul ne prende 40…

Chris Paul. 1/10 ma 10 assists nella W corsara di Houston a Toronto. Gara strana, con due reciproche bastonate (prima HOU 32-18 nel secondo quarto, poi TOR 34-14 nel terzo periodo) decisa dalla % orrenda dei Raptors nel periodo finale (28% da 3, 41 totale dal campo), che ha condannato i Rettili ad una sconfitta in realtà dimenticabile. CP3 ha governato bene la gara, ma come sempre non è stato lui a consegnare la W ai Rockets, sempre più Harden-dipendenti e refs-dipendenti.

Karl Anthony-Towns. Vero, ha un contratto oneroso, blindato e di firma recente con Minnesota, ma questo giocatore è un dominatore. Centro vero ma capace di agire anche sul perimetro: capace, ed intendo con questo che non è di quelli che ormai giocano più sull’arco che nel pitturato (come Gasol per esempio). Stanotte ha elevato alla W i suoi vs OKC con 41-14-1, 2 rec, 15/27 dal campo. E poi…oh, sta giocando il suo quarto anno nella NBA e nei primi 3: 82+82+82, ha giocato SEMPRE; quest’anno è 61/64 perchè ha perso le sue prime 3 gare in carriera, e non per un infortunio ma per i postumi di un incidente stradale. E volete dare 7 giocatori a Nola per Anthony Davis, o sdilinquire per The Process???