Tre prestazioni hanno impreziosito il corposo programma NBA della notte di S. Stefano: il perfect game di Dudley per i Bucks, la doppia-doppia ai 20 di Faried e l’ennesimo show di James Harden, senza dimenticare una dimostrazione di potenza brutale di LBJ.TD GARDEN, BOSTON: BROOKLYN NETS 109 – BOSTON CELTICS 107
La gara di Boston e quella di Atlanta erano importanti perchè, se le squadre di casa avessero vinto, tutte le playoffs-contenders tra il 6’ e il 9’ posto della Eastern avrebbero avuto 16 sconfitte. La cosa non si è realizzata,anzi: entrambe le contese sono andate contro pronostico. Al TD Garden tre sono stati i fattori che han segnato la differenza: alcune scelte di rotazione discutibili di coach Stevens in particolare a cominciare dal momento in cui i suoi Celtics avevano raggiunto il massimo vantaggio (+10) a metà terzo quarto + la supremazia a rimbalzo dei Nets + i 17 tiri liberi in più che la squadra ospite si è vista recapitare dalla terna coi calzoni lunghi. A livello di gioco i Celtics sono stati superiori, hanno avuto 32 canestri assistiti su 45 e 5 uomini in doppia cifra con altri 6 capaci di segnare; Brooklyn ha vissuto della gran partita di Jarrett Jack (27-7-5) che ha dato sfogo produttivo al suo individualismo e ai suoi istinti da campetto, aiutato da Plumlee (14+12). Nei Celtics il migliore complessivamente è stato, come quasi sempre quest’anno, Jeff Green (22-3-5, nessuna persa) ma grande prova anche di Tyler Zeller (14+9): il centro bostoniano ha vinto la sfida personale con Plumlee, che al momento è uno dei 5 puri più in forma della NBA, dietro solo a Cousins e Howard.

AMWAY ARENA, ORLANDO: CLEVELAND CAVS 98 – ORLANDO MAGIC 89
Gara a basso punteggio nel bis dei Cavs in Florida, privi anche di Irving, oltre che di Varejao out for the season, e con Tristan Thompson (9+13) a partire in quintetto da centro nello smallball proposto da coach Blatt. Bis più fortunato che a South Beach, ma partita lo stesso non semplice, essendo stato necessario un ultimo quarto da 15 punti di LBJ (29-5-8) per aver ragione dei Magic. James è stato ottimamente aiutato da Love (22+7) e da Waiters (17pti con percentuali decenti), che quando può giocare senza pressione riesce ad infilare partite non stellari ma di certo buone. I Magic sono stati a lungo avanti, ma gli è mancato l’uomo in grado di contenere il rush finale dell’Androide, davvero strapotente e travolgente nei confronti di qualunque difensore si sia trovato davanti. Per Orlando solita gara da trascinatore di Tobias Harris (16+4), ma i 5 uomini in doppia cifra (più uno a 8 e uno a 9) testimoniano di un egregio sforzo di squadra.

PHILIPS ARENA, ATLANTA: MILWAUKEE BUCKS 107 – ATLANTA HAWKS 77
14 W in 15 gare era il ruolino degli Hawks al momento di ricevere la visita dei Bucks. E’ arrivata la sconfitta, e bella epsante, ma non è il trentello di distacco il dato statitico più significativo del match. Jared Dudley, ala di Milwaukee arrivata dai Clippers in estate, ha realizzato la gara perfetta: 24pti in 24 minuti, 10/10 al tiro (di cui 4/4 da 3), 4r. 2ass. 4 rec…peccato per quell’unica palla persa. I bucks hanno tirato il 51% totale, mandando in doppia cifra 6 uomini, 3 del quintetto e 3 dal pino, tra cui Dudley. Per Atlanta serataccia di tutti a aprte Millsap (22+11) e resistenza che è durata solo il primo quarto. Poi è stato solo dominio Bucks.

THE PALACE, AUBURN HILLS: INDIANA PACERS 109 – DETROIT PISTONS 119
Prima partita senza Josh Smith e vittoria per i Pistons, nei quali ricompare in panchina, ma senza aver la chance di alzarsene, Datome. Ritorno in quintetto di Greg Monroe che scrive 19+15, e somma la sua prestazione a quella di Brandon Jennings per portare a Detroit una W mancante da lungo tempo. Per la pg col fisico da maratoneta 14+10ass. Nonostante il divario non sia alla fine mostruoso, Indiana non ha avuto una chance di vincerla, condannata dal numero doppio rispetto ai Pistons di palloni buttati al vento (18 vs 9). Discreta prova di Hibbert, 19pti, molto coinvolto in attacco: sono insolite per lui partite con 10 tiri dal campo e 10 liberi.

FEDEX FORUM, MEMPHIS: HOUSTON ROCKETS 117 – MEMPHIS GRIZZLIES 111 (ot)
Houston e Memphis sono andate frequentemente in overtime quest’anno, e lo scontro diretto non smentisce la tendenza. Vince Houston, e Memphis entra in una mini-crisi che la porta a un record di 6-4 nelle ultime 10 giocate. Ora i Grizzlies sono 4’ ad Ovest e i Rockets 3’. Si deve ricordare che a Joerger mancava Zach Randolph, che ritornerà a brevissimo, mentre coach McHale trovava la prima partita di Josh Smith in Texas. Il rendimento dell’ex Pistone è stato ottimo (21-8-3), ha mostrato buon feeling con Harden, ma a soffrire del nuovo arrivo è stato Motieiunas, che non ha visto calare il minutaggio (sempre oltre i 30’) ma i tiri sì (solo 4). Molta della differenza sta nelle % di tiro, agghiaccianti quelle di Memphis (41% totale che vanifica i 13 tiri creati in più rispetto agli avversari), molto migliori quelle dei Rockets (45% totale e soprattutto quasi il 42 da 3). Inutile dire che Harden è stato strepitoso (32-8-10 con 3 stoppate), nemmeno due signori della difesa come Tony Allen e Tayshaun Prince son riusciti a limitarlo; migliori Grizzlies di serata gli Europei Gasol (29-8-4, e ha obbligato a soli 6 pti e 5 falli Howard) e Udrih (17-3-2).

SMOOTHIE KING CENTER, NEW ORLEANS: SA SPURS 90 – NO PELICANS 97
Argomento della serata il 3-7 degli Spurs nelle ultime 10, che rende una seggiola un po’ scomoda il 7’ posto della Western su cui sono ora seduti, e inviterà Pop a fare meno giochi di risparmio nel preservare I suoi uomini principali, che mancano sempre di Parker (riposo, tornerà a breve) e di Kawhi Leonard per un problema alla mano a proposito del quale i tempi di recupero non sono ancora noti, non dimentichiamolo. Altro tema della gara il confronto tra il grande che sta passando e il grande che arriverà: Duncan vs Davis. Timoteo (20-11-4) ha iniziato meglio, ma Davis (22-12-3 con 5 stoppate) è uscito alla distanza, facendo vedere un basket di scioltezza e completezza davvero rare per un uomo di quella stazza e quell’altezza. Il supporting cast è stato migliore per i Pelicans, e la vittoria di New Orleans si spiega anche con le prestazioni di Jrue Holiday (15+7ass) e Ryan Anderson (22+7), mentre a San Antonio hanno ben giocato il Beli (male da 3 ma 13+3 in 32 minuti) e Joseph (20-3-5).

CHESAPEAKE ENERGY ARENA, OKC: CHARLOTTE HORNETS 75 – OKC THUNDER 98
Ok, I Thunder incamerano la vittoria e ora sono a solo una gara dal pareggio del record, ma questa partita….oh….cavolo, che partita ….complicata. I vincitori hanno tirato con il 40%, gli sconfitti con il 28%. Credeteci. Charlotte Hornets, 25/87, e stavolta hanno perso anche una marea di palloni, 15. Quindi segnamo il procedere della rimonta di OKC, segnamo il solito Westbrook che in 25 minuti scrive 29 ma perde 6 palloni, uno ogni 4 minuti di gioco, e poi passiamo ad altro.

AA CENTER, DALLAS: LA LAKERS 98 – DALLAS MAVS 102
“Sono vecchio, le mie ginocchia hanno bisogno di un po’ di riposo”: così Kobe sulla sua assenza. In ogni caso i compagni si danno da fare con orgoglio per dimostrare quel che in presenza del più amabile degli egoisti spesso non riescono dimostrare. I Mavs potevano essere un bel boccone, perché l’inserimento di Rondo (21-8-7) è lontano dall’essere completamente digerito, soprattutto da certi compagni come Ellis (12+7ass) e Parsons (12-1-2), mentre dalla presenza del mercuriale ex-Celtic si sta giovando assai Tyson Chandler (15+12). I Lakers sugli scudi sono stati parecchi: le prestazioni a rimbalzo di Ed davis (11) Wes Johnson e Hill (entrambi a 10) e Boozer (8) hanno messo a nudo l’attuale vero punto debole dei Mavs, ossia che dietro a Chandler non c’è assolutamente nessuno, e infatti i Texani sono andati sotto 63 a 40 nella gara sotto i boards, e hanno registrato 16 tiri in meno; per questa volta è andata bene, ma il buco là sotto c’è, e bello grosso.

PEPSI CENTER, DENVER: MINNESOTA TIMBERWOLVES 102 – DENVER NUGGETS 106
Questi Nuggets che non guariscono mai hanno avuto dalla loro la seconda delle grandi prestazioni di nottata: Faried lo chiamano Manimal, e infatti è mostruoso il suo tabellino di 26+25, in solo 30 minuti. Capirete che in un match risoltosi per 4 punti di distacco avere un signore del genere dalla propria parte è abbastanza utile..Minnesota ha provato a resistere, ma non sono bastati i 22 di Wiggins, i 23 di Young e 14+13 di Dieng, perché Denver li ha superati con 5 uomini in doppia cifra e 18 rimbalzi totali in più.

MODA CENTER, PORTLAND: PHILADELPHIA 76ERS 93 – PORTLAND TRAILBLAZERS 114
Si interrompe subito la striscia dei Sixers, contro gli scatenati Blazers di Dicembre: ora i beniamini dell’Oregon sono a sola mezza partita dalla vetta della Western Conference. Un’influenza di LMA, forse diplomatica dopo la rissa con Acy, e motivi di famiglia per Kaman hanno portato in quintetto Freeland e minuti non usuali a Meyers Leonard. Entrambi hanno risposto bene: 6+17 per l’Inglese, 3+7 per il sophomore. Lillard a 28-5-9, Wes Matthews a 25 pti sono stati uno scoglio troppo difficile per i Sixers, che hanno avuto solo Wroten (22-4-4) e MCW (17-6-5) in doppia cifra.

SLEEPTRAIN ARENA: PHOENIX SUNS 115 – SACRAMENTO KINGS 106
Le 5 vittorie in fila dei Suns costituiscono la serie vincente aperta più lunga in questo momento nella NBA, mentre i Kings, sempre orfani di Cousins per un rigurgito di quella che non si capisce bene sia mononucleosi o che altro, cominciano a pensare che non sia proprio un gran affare l’allontanamento di Malone e il cambio con Tyrone Corbin, l’anno scorso a Utah senza dubbio il peggior coach della NBA. Bello per quanto ruvido il duello sottocanestro tra il Sole Alex Len (10+11) e il Re dell’ipercinesi Reggie Evans (11+16): dalla insolita inferiorità dei punti rispetto ai rimbalzi immagino potrete capire molto del confronto tra i due. Spostandoci su terreni più tecnici andiamo a scegliere come MVP di turno la completezza della gara di Eric Bledsoe, che reduce da tripla doppia non si è fermato poi lontanissimo dal bis: 18-5-6.