Nella TNT-Night ormai solo le due classiche partite in diretta nazionale per la notte della NBA. E un’altro brutto infortunio.

UNITED CENTER, CHICAGO: OKC THUNDER 105 – CHICAGO BULLS 108
A 1:35 dalla fine, Bulls sotto di 4 e scoreless da tre attacchi in fila, avrei puntato un euro sulla W di OKC. Invece Mirotic (26+8, 2 stoppate) ha infilato una tripla spettacolare, e, nelle due successive azioni di OKC, Westbrook ha realizzato prima un air-ball su schema “tutti fermi gioco io quando mancano 9 secondi dei 24”, e poi una persa. In mezzo c’è stata la tripla della vittoria di E’Twaun Moore, che nella sua prima vera consistente occasione ha infilato il game-winner e tirato 9/10 dal campo. Non male. E’ davvero ammirevole il modo in cui Chicago gioca senza Rose e senza Butler, perché se quello di Moore può esser visto come un coniglio occasionalmente estratto dal cilindro, non altrettanto sono le prestazioni di Gasol (21+12), Dunleavy (21+4), Noah(4-12-9). OKC lotta e conduce, e ha, come ricordato, la partita in mano a 95 secondi dalla sirena finale. Purtroppo le opzioni offensive, già limitate dalla perdurante assenza di KD, sono ulteriormente ridotte dalla conduzione di RW, che è sì un giocatore fantastico, ma è costante vittima di eccesso di palle perse (5 anche stasera), e spesso nelle azioni decisive. Stanotte insieme a lui ha giocato Serge Ibaka (25-9-3 con 3 stoppate), e a nostro parere dovrebbero essere aumentati i minuti di DJ Augustin (10-1-3, 1 recupero e nessuna persa in 19 sul campo), perché Westbrook deve giocare con una pg vera al fianco.

MODA CENTER, PORTLAND: DALLAS MAVS 75 – PORTLAND TRAILBLAZERS 94
Ho subito pensato fosse rottura del tendine d’Achille, quando ho visto Wes Matthews partire incrociato e cadere al suolo senza contatto. Il giocatore è uscito per non tornare più in campo quando erano passati un paio di minuti del terzo quarto, e anche se in questo momento la franchigia parla di “infortunio alla parte bassa della gamba destra”, un paio di siti USA lo catalogano già alla voce “achilles”. In bocca al lupo a Wes figlio di Wes visto a Varese nel 1989. La partita è stata equilibrata nel primo tempo, in cui Dallas è riuscita a difendere bene e ad attaccare decentemente, mentre a Portland si registrava la contemporanea lontananza dalle buone percentuali di tiro di Lillard, Batum e Matthews, con i lunghi e Dorrell Wright a tenere in piedi la baracca. In realtà i Mavs sono stati in partita davvero per solo 20 minuti, perché, pur sopra di soli 4 punti all’intervallo, i Blazers avevano chiuso con un parziale favorevole di 12-1. Dallas ha 4 pg, di cui almeno una reputata una star e due dei solidi giocatori NBA, ma non riesce a trovare vera efficacia offensiva. Il tempo dal 20’ al 48’ è stata la dimostrazione lampante di questo: mentre si bloccava l’attacco (40 pti in 28 minuti) si afflosciava anche la difesa (66 subiti nello stesso arco di tempo). L’infortunio di Matthews faceva reagire Lillard e Batum, che hanno chiuso molto bene la partita, soprattutto il francese (15-12-6, MVP indiscusso). Per Dallas citiamo Stoudemire (12 pti con 5/7 in 14 minuti): il suo impiego in post alto per fargli arrivare la palla dopo aver bloccato per la pg gli frutta dei jumpers da 5 metri che lui senza muoversi, e ormai di questo il buon Amar’e ringrazia, prende e mette con continuità, e saranno suoi gli ultimi veri respiri dei Mavs nella gara. Imbarazzante, soprattutto per faccina ed atteggiamento, RR.