Ci sono 4 o 5 squadre in re building, ma la NBA quest’anno è assurdamente competitiva ed equilibrata top-to-bottom.

 

Livello tattico, tecnico, spettacolare ed agonistico…non parlatemi di altro basket: esiste solo questo qui. Non è solo la crisi grotesque-lebronesque dei Cavs a impedire di individuare una squadra dominante: ci sono anche la poca difesa di Houston, il nervosismo di Golden State, le incertezze esterne e gli infortuni (Kawhi e Parker) di Alamo, gli infortuni e la gioventù dei Celtics, che però stanno reagendo benissimo. Aggiungiamo il ritorno ad alti livelli di Orlando e T’Wolves (finora la squadra più interessante insieme a Boston), insieme a tante altre che confermano il loro status (Wizards) o tengono botta più che degnamente nonostante la perdita di pezzi pregiati (Clippertown finora molto neglio delle attese).

 

Andiamo a vedere che è successo stanotte.

TD GARDEN, BOSTON. SA SPURS 94 – BOSTON CELTICS 108

Gli Spurs senza Kawhi e Monsieur, i Celtics senza Hayward e Morris. La sfida poteva valere la prima W di Boston dopo 11 confronti vs la sola squadra contro cui i biancoverdi abbian record perdente nella storia NBA: 20-24 il bilancio prima della palla a due. Gli Spurs hanno un roster quasi opposto a quello dei Celtics per composizione anagrafica: esperto, e con parecchi giocatori già pietre miliari nella storia del Gioco. Pau Gasol per esempio è in compagnia di Duncan e Jabbar nell’aver avuto almeno 20000 pti, 10000 rebs, 3500 assists e 1500 stoppate in carriera. Dall’altra parte, raramente abbiamo visto un rookie come Tatum usare così tanto la testa e il controllo, in una serata brutta, da aver la capacità di ridurre il numero di tiri ed elevare tutto il resto (7-11-2 con 3 stoppate e tanta difesa). I Celtics hanno vinto ognuno dei quarti, ma all’interno di essi la sfida è stata equilibrata fino alla fine del terzo periodo; a renderla tale più il cattivo rendimento della panchina di Boston nel primo passaggio sul campo, quando il quintetto Rozier/Larkin-Smart-Ojeleye-Tatum-Theiss faceva 1/12 e prendeva parziale di 11-0 per mettere gli Spurs avanti di 5. Poco incisivi gli Speroni, irretiti dalla difesa dei Celtics, che per punti subìti è la migliore della Eastern ed è seconda solo a quella dei Jazz nella Associazione. 3 giocatori vogliamo ancora segnalare: il primo è Al Sapienza Horford, che illumina il gioco come una guardia e si è messo a prendere anche i rimbalzi che un centro deve tirare giù (14-13-5 con 2 rec e un coast-to-coast che ha fatto impazzire il Garden); il secondo Terry Rozier, pessimo inizio ma capace di riprendersi ed essere la scintilla che di fatto ha reso inutili gli ultimi 6 mins di gioco (12+4 con 2 rec, 10 pti nel quarto periodo); infine il rookie 26enne degli Spurs, Brandon Paul (undrafted, speso tempo in Europa, grande difensore e sta prendendo fiducia anche in attacco:  18+5 con 1 ass, 1 rec, 1 stoppata, 3/4 sia da 2 che da 3 in 30 mins quasi perfetti per coach Pop).

 

TOYOTA CENTER, HOUSTON. PHILADELPHIA 76ERS  115 – HOUSTON ROCKETS 107

Se i Rockets pensano di difendere in questo modo, perdono qualsiasi credibilità come contenders. Sempre sotto o quasi, sono riusciti a riacciuffare la gara portandosi a -3 (102-105, poi 108-105) all’interno delgi ultimi 120 secs da giocare. Da lì in poi, altro baratro e chiusura con parziale di 7-2 per Phila, con Harden (29-4-7 ma 8/21 e 7 perse) che non tornava in difesa dopo errori in attacco, rendendo inutili gli sforzi, peraltro non strenui, dei compagni (per esempio Capela 12+15 e Gordon 25 con percentuali non orribili). Dopo un po’ di prudenza iniziale perché aveva giocato sempre dall’estate del 2016, Darione Saric  (14-6-1) è stato rimesso in quintetto da coach Brown, e gli effetti sono visibili: 2 delle 3 W sono arrivate con questa line-up, e solo una della 4 L. Jerryd Bayless nelle vesti del semplice traghettatore del pallone nella metà campo altrui è il complemento ideale per un quintetto in cui il Croato, Ben Simmons (24-7-9 con 10/15) ed Embiid (22-9-5 con 2 rec, 1 stoppata e 9/12) fanno quasi tutto, con qualche intervento di Covington, e di TJ McConnell dal pino. L’ex grande speranza Okafor è fuori dalle rotazioni a Philly, così come il tiratore che non la mise quasi mai, Stauskas. Brett Brown, conosciuto come grande sviluppatore di giocatori, si sta prendendo qualche rivincita anche come head coach dei Sixers, dopo esserne stato il capo nelle stagioni amare del tanking.

 

MADISON SQ. GARDEN, NEW YORK. DENVER NUGGETS 110 – NY KNICKS 116

KD lo ha chiamato The Unicorn per dire che lui è unico: ed infatti Kristaps Porzingis si è già portato nella storia dei Knicks per essere l’unico ad aver iniziato una stagione scrivendo 30 in almeno 5 delle prime 6 gare. Stanotte al MSG era di scena il duello tra due delle meraviglie europee che popolano la NBA, e il Lettone (14/26 al tiro, 38-7-2 con 2 stoppate, una decisiva) ha decisamente vinto, anche se Jokic non ha sfigurato (28-8-2 con 6/10 da 3: ottima %, ma uno da 15 rebs potenziali per gara preferiremmo vederlo più vicino al pitturato). Cantiere in piena attività, i Knicks, con tutte le incertezze e le belle mosse del caso. Tra le belle cose, due: aver fatto in modo che, almeno, questa squadra lottasse e trovasse una qualche (per ora timida, ma vera) sintonia con il caustico pubblico di NY, e la trovata di coach Hornacek di portare in quintetto Jarrett Jack al posto di Ramon Sessions, che non ha visto quasi più campo nelle ultime 3 gare…tutte vinte dai Knicks. Animale da campetto, Jack ha proprio per quello (confrontate la teoria sugli animali da playground presente in The City Game, libro per la cui bellezza non esistono aggettivi, particolarmente se letto in inglese) la capacità di sentire la squadra e i suoi momenti, e per ora i benefici sono evidenti. Tra le incertezze: i 22 palloni buttati, (figli solo parzialmente del gioco superveloce che Hornachek chiede) e la incapacità di gestire i vantaggi (sopra di 22 at the half, nel terzo quarto han beccato 38-19).

 

Nella altre gare: i Magic restano al vertice della Eastern con la W sui Pelicans, ottenendo 18-5-3 con 6 triple su 10 da Mo Speights, che non conosce verbi o sostantivi che abbiano a che fare col passare la palla, ma è un vincente vero: Titolo NBA con GS, 2 Titoli NCAA con Florida; i T’Wolves confermano di stare imparando a lottare e a gestire le situazioni intricate, prevalendo in OT a Miami, in cui Dion Waiters (33-5-4-con 3 rec, non è più il nostro amatissimo Grandine-sulle-Vigne) è stato eroico,  regalando agli Heat tutte le ultime speranze di agguantare la gara; gli Hornets han spento i Grizzlies quando han capito come difendere Marc Gasol che li stava rovinando di triple o assists sul pick’n’pop partendo dal centro: tenere in panca Howard ha signifcato un brutto 2/8 finale dall’arco per Marc, e ovviamente la W per Charlotte; ClipperTown (Gallinari 19-2-4) si arrende a GS che ha vinto ogni quarto; Dallas lascia spazio ai Jazz e al 17-12-6 con 6 stoppate di Gobert; mentre Portland perde in casa contro Toronto soprattutto a causa di % orribili (39%), in particolare nel secondo quarto: solo 6 pti segnati (primo canestro dal campo a 53 secs dal termine del parziale) che sono il record negativo nella storia della franchigia.