Un mercato NBA in gran fermento non si chiude col botto più fragoroso che ha portato KD sulla baia. Partiamo ora con l’analisi degli altri avvicendamenti.

DWYANE WADE: Si era parlato di fedeltà a Miami, di grandi offerte da Denver, ma alla fine Flash ha scelto di abbandonare la sua seconda casa per tornare da re a Chicago, sua città natale. Sulla scelta tecnica si discuterà ampiamente, Wade a Miami lascia un progetto parecchio ambizioso seppur con delle sbavature. Abbraccia invece una squadra in piena ricostruzione, che pare sia ancora lontana dall’aver completato il roster. Il contratto tuttavia è più corposo di quelli offerti da Miami e Denver, la firma è arrivata infatti per 47 milioni complessivi in due anni. I Bulls sia per un discorso tecnico che per rincuorare la piazza probabilmente avevano bisogno di ingaggiare un veterano del suo livello. Wade sicuramente affascinato dall’opportunità di poter fare suo il campo della sua città, ma soprattutto dal contrattone. Non che le altre pretendenti stessero offrendo spiccioli, ma 23,5 milioni all’anno a 34 anni li trovi su treni che passano spesso. Per fare spazio a Chicago si comincia a sfoltire l’ampio parco playmaker, con Calderon scambiato con i Lakers in cambio di seconde scelte future. Mike Dunleavy invece viene girato a Cleveland per piùo meno la stessa moneta.

DIRK NOWITZKI: Altro nome caldo, per cui il rinnovo appariva però poco più di una formalità. Dirkone firma un altro biennale con i Mavericks da 40 milioni complessivi (altro treno fantasma). Che dimostri o no di poter stare altri due anni in campo a certi livelli è di pochissimo peso, se la prossima stagione, o ancora la successiva, Dirk dovesse mostrare troppo i segni del tempo non sarà certo lui ad essere in discussione, bensì un front office disposto ad offrire 20 milioni ad un trentottenne, con tutti i rispetti e le riverenze del caso.

JOAKIM NOAH: Il ritorno tra le big dell’Est di New York si avvicina con un altro arrivo importante. Mani da bassa manovalanza ma cuore e difesa da primato quando è al top. Dopo l’arrivo di Rose mancava un perno centrale ai nuovi Knicks, e nonostante il gioco stia andando nella direzione opposta al dominio dei grandi uomini, uno come Noah in battaglia fa sempre più che comodo.

HARRISON BARNES – ANDREW BOGUT: Un gigante australiano veterano della lega ed un giovane talento che anche dopo aver giocato delle Finals deludenti rimane dal potenziale incredibile. Entrambe tessere di un domino innescato dall’arrivo di KD a Golden State, i due infatti si trasferiscono a Dallas, altro cantiere apertissimo. Sono entrambi colpi importanti per i texani, l’australiano se in salute fornisce grandi sicurezze difensive, the Black Falcon invece può rimpiazzare Parsons e diventare in futuro il giocatore di punta della squadra.

LEANDRO BARBOSA – BRANDON RUSH: Altri due partenti da Golden State ad allungare la fila del domino. Il brasiliano ritorna a Phoenix con un biennale da 8 milioni, stavolta senza Nash e Stoudemire, ma con probabilmente lo stesso spazio che aveva a GS a causa del back-court già affollatissimo dei Suns. Rush vola invece verso Minnesota, dove spera di poter diventare almeno un giocatore di rotazione, un’intera carriera da jolly nelle rotazioni elastiche di Kerr non è esattamente quello che ci si augura. Un paio d’anni ed un titolo vinto vanno più che bene, ma il troppo stroppia.

DAVID WEST – ZAZA PACHULIA: Continua la caccia all’anello di West, che accetta ancora il minimo salariale pur di far parte del simil-dreamteam californiano. Anche per il georgiano contratto annuale da 2,9 milioni, carne cruda e tosta a buon mercato considerata la partenza di Bogut.

NICOLAS BATUM – ROY HIBBERT – MARVIN WILLIAMS: Trio importante per Charlotte, che probabilmente formerà il quintetto base o qualcosa di simile assieme a Kemba e l’altro nuovo arrivato Belinelli. Roy Hibbert firma con gli Hornets per soli 5 milioni, che considerate le cifre di cui si parlava fino all’anno scorso suonano da affare. Se l’enorme centro ritorna ad essere quello visto a Indianapolis potrebbe essere ben più del mero rimpiazzo di Al Jefferson. Il francese invece rinnova per 5 anni a 120 milioni, portando a casa il contratto della vita. Più o meno stessa cosa per gregarione Williams, che firma invece un quadriennale a 54 milioni.