Nell’estate NBA le cose sono ancora più ferme del solito in questo punto mediano di Agosto.

Molta dell’attenzione è rivolta alle vicende olimpiche (di cui a parte), ma ci sono stati in questi giorni 3 eventi di cui dare conto.
Il primo è quello cui si riferisce il nostro titolo, preso rispettosamente in prestito da Giovanni Pascoli (Aléxandros, in Poemi Conviviali). LeBron James ha firmato coi Cavs, e dunque squillino alte le trombe degli araldi a festa! Ha firmato un 3 anni per poco più di 30 milioni a stagione: il contratto lo porterà teoricamente in maglia wine and gold fino alla soglia dei 36 anni. James entra, e lo ha fatto notare con la consueta enfasi, nel privatissimo club dei giocatori con contratti da milioni annui 30+. E’ indubbiamente uno status, e sapendo quanto LBJ tenga a tutto ciò che riguarda il suo status, la sua legacy nella Storia della NBA, ci rallegriamo con lui, senza fargli notare che, a differenza degli altri due membri del club (Kobe e MJ), il suo 30 vale un po’ meno, perchè ottenuto in regime di notevole espansione del salary cap.
La stessa espansione che ha fruttato a Dirkone Nowitzky un biennale da 14 a stagione, mentre il suo precedente contratto chiamava poco meno di 8: WunderDirk aveva ancora un anno con player option, non l’ha sfruttata, è dunque uscito dal contratto e ne ha immediatamente firmato uno nuovo e migliore. Si tratta, per entrambi i giocatori, di cifre ragionevoli, se guardate nel campo relativo della contrattualistica NBA, soprattuto considerando il livello di attaccamento e di debito di riconoscenza che Cleveland e Dallas, franchigia+tifosi+città, hanno nei confronti dei due Campioni, talmente grandi da risultare quasi eponimi delle due sqaudre, più dei nomi ufficiali Mavs e Cavs.
Anche la seconda notizia merita uno squillo di tromba. Noi poveri NBA-addicted, da ieri sappiamo come regolarci con le varie terapie di sostentamento: la nostra astinenza terminerà precisamente Martedì 25 Ottobre 2016, quando nell’opening game i Cavs sfideranno i NY Knicks. Anche lo scorso anno i Cavs aprirono, perdendo in casa dai Bulls: molti immaginarono gran competizione nella Eastern proprio per merito dei Tori, poi andò diversamente..
La terza notizia si collega alla seconda, e potrebbe avere risvolti nostrani. Insieme al calendario della stagione, è apparso ovviamente anche quello televisivo. Oltre a riscaldare la carta di credito per acquistare League Pass, o qualunque altro supporto voi usiate, dovete sapere che le dietrologie legate a calendario e, soprattutto, passaggi televisivi, sono anche pane americano. E’ stato maliziosamente notato negli USA che una delle franchigie con il più sensibile aumento di passaggi per quanto riguarda le partite a copertura nazionale, sono stati i Celtics, che hanno immediatamente guadagnato un posto nella graduatoria della Eastern Conference presso quasi tutti i commentatori. Fa eccezione ESPN, che li aveva già messi secondi, dietro ai non scavalcabili Cavs. In chiave nostrana, della cosa potrebbe esser contento un tifoso Celtic milanese molto attivo sui social e in rete dove gestisce blog e pagine dedicate alla squadra di Boston: si porta dietro un seguito che va ben oltre le centinaia di followers e ha recentemente scritto una lettera ai responsabili della programmazione di Sky per lamentare il fatto che i Celtics sono assai poco presenti sulla TV a pagamento, molto meno di franchigie ben meno seguite dagli appassionati italiani e ben meno prestigiose in generale. La risposta di Sky è stata decisamente interlocutoria, ma ora la posizione dei tifosi Celtics assetati è resa più solida dalla programmazione USA della prossima stagione NBA.