La Consultinvest Pesaro si appresta a ripartire per la stagione 2016/17 alla luce dell’ennesima ricostruzione, figlia dell’intento di confermare i migliori colpi dell’anno precedente vanificato dalla concorrenza e dalle offerte migliori a livello nazionale ed europeo. Così anche quest’anno, pur con maggiore solidità economica e con la guida tecnica di Bucchi, che dovrebbe essere garanzia di obiettivi di un certo livello, la Vuelle riparte nuovamente da poche certezze e molte incognite.

Partendo dalle certezze, le conferme di Ceron e Gazzotti pronti a uscire dalla panchina sono il segnale di continuità nel progetto e del desiderio di tornare ad avere un nucleo italiano con cui il gruppo e chiunque segua la squadra possa identificarsi. L’altra certezza distintiva rispetto agli approcci delle stagioni passate è indubbiamente la maggior esperienza distribuita tra gli uomini del gruppo. Il passaggio al 3+4 inoltre ha permesso di costruire una squadra più lunga, non più vincolata alle prestazioni di due-tre uomini del quintetto base, bilanciando l’energia dei giovani americani con l’esperienza e la conoscenza del basket nostrano di Zavackas e Jasaitis.

Le scommesse principali anche quest’anno riguardano l’impatto sul campionato degli americani e della coppia di centri di scuola statunitense, tutti nati negli anni ’90 e alla prima esperienza in Italia, con l’eccezione di Fields e, da non trascurare, la componente infortuni che le stagioni passate ha graziato la squadra pesarese ma quest’anno i giocatori scelti paiono maggiormente soggetti a fermarsi durante l’anno.

Nelle prime uscite la squadra di Bucchi ha giocato quasi sempre contro rivali di pari categoria, alternato prestazioni convincenti ad altre meno, aspetto quasi inevitabile in precampionato, giocando spesso non al completo ma senza sfigurare. Il pacchetto lunghi sembra aver trovato più facilmente l’amalgama corretta, nonostante Jones si sia aggregato in ritardo per impegni con la nazionale ungherese e un infortunio. I lunghi sono sembrati complementari e intercambiabili, anche se occorrerà verificare quanto, soprattutto all’inizio, Nnoko sarà in grado di tenere il campo in campionato. Il pivot camerunense è ancora acerbo nei movimenti ma ha atletismo, centimetri, braccia lunghe e propensione a rimbalzo, Zavackas porterà sicuramente esperienza e capacità di aprire le difese anche con il tiro dalla lunga distanza. Jarrod Jones dovrebbe essere il centro titolare, è il più completo del trio ma il suo impatto andrà verificato al livello del campionato italiano. Jasaitis e Gazzotti fungeranno da elementi di raccordo, l’italiano più sul versante difensivo, Jasaitis più come finalizzatore degli scarichi altrui. La carriera del lituano è una garanzia, la speranza è che riesca a giocare il maggior numero di partite possibili. Gli esterni sono apparsi più indietro, Thornton, Harrow e Fields avranno probabilmente bisogno ancora un po’ di tempo per capire fino in fondo cosa ci si aspetta da loro, mostrando ottime cose in campo aperto ma anche qualche difficoltà nella gestione dei ritmi e delle scelte offensive. Thornton ha messo in mostra un buon tiro ma verrà impiegato nel doppio ruolo di play e guardia e sarà da verificare la sua capacità di regista della squadra, Fields dovrà invece dimostrare pericolosità non solo in penetrazione ma anche oltre la linea dei tre punti. Harrow, al momento infortunato, dovrà dare cambio di ritmo, velocità ma allo stesso tempo solidità e regia quando Thornton si sposterà nel ruolo di guardia. La sfida più stimolante per Bucchi probabilmente starà proprio nel trovare l’amalgama giusta tra gli esterni, un po’ come faceva con la grande abbondanza che aveva a Brindisi.

Il roster: Marcus Thornton (Play-Guardia, USA), Ryan Harrow (Play, USA), Brandon Fields (Guardia, USA), Marco Ceron (Guardia, ITA), Giulio Gazzotti (Ala, ITA), Simas Jasaitis (Ala, LIT), Michele Serpilli (Ala, ITA), Donatas Zavackas (Ala, LIT), Jarrod Jones (Pivot, UNG), Landry Nnoko (Pivot, CMR).