Semel in anno….

…. licet insanire, dicevano i latini, che non avevano la più pallida idea di come si sarebbero evoluti costumi, abitudini e ritmi di vita. Allora, era una volta all’anno (cioè raramente…) che si poteva “insanire” cioè uscire dalle regole e far pazzie. Adesso, è quasi uso quotidiano la stranezza, la cosa diversa, l’eccezione. Poi ogni tanto qualcuno dice o fa cose sensate e normali, e questo le fa emergere al di sopra della linea di galleggiamento della moltitudine di stranezze quotidiane.

L’altro giorno stavo trafficando con un occhio a quello che facevo e l’altro alla televisione che trasmetteva l’All Star Game 2014, quando suona il telefono e la voce di un amico ex-collega giornalista emerge dal passato: tra le cianfrusaglie di chiacchiere e vecchi scherzi, si parla del nostro amore comune, la pallacanestro, prendendo spunto dalle immagini  che scorrevano sulla tv.

Argomento fresco di giornata, le dichiarazioni del  Presidente Petrucci sul canale basket condite con altri argomenti più o meno interessanti, più o meno politici, più o meno impalpabili. Ma, da buoni televisivi, ci siamo soffermati sul canale tv dedicato. Come sa chi bazzica da un certo tempo nell’ambiente, non è storia nuova e nemmeno molto credibile.

Se non altro per il fatto che, tutte le volte che se n’è più che parlato, ci si è schiantati sul ostacolo principe: chi paga? Perché la televisione costa. Mi correggo: la televisione, fatta bene, costa.  Puoi anche prendere tutti i segnali che arrivano dalle mitiche fibre usate sinora, che (per ora) consentono al massimo degli streaming video, con stop imbarazzanti di download, non certo per delle dirette. Inoltre sono segnali fatti per una visione su schermi (piccoli) da computer, il televisivo normale (per non parlare dell’HD) occupa dimensioni di banda ben più importanti di quello delle fibre di cui sopra.

Quindi? Quindi si torna al satellite o ai ponti Rai, che non regalano certo il tempo e le frequenze, nonché i carrier ( i mezzi satellitari che inviano i segnali). Possibilità quindi? Se trovi chi è disponibile a prendersi carico dell’organizzazione, produzione ed emissione, ovviamente in cambio di qualcosa , o quantcosa, si può fare.

Come giustamente dice il Presidente, ci è riuscito il tennis, figurati uno sport più popolare come la pallacanestro… Però si può fare, accertandosi che chi prende in mano Francesco Baracca e i suoi burattini, sia uno che : sappia di televisione, sappia di basket e sappia gestire una patata rovente come può essere un canale televisivo. Se manca uno solo di questi elementi, meglio lasciar perdere.

Quando Sky prese i diritti del campionato (e in quel periodo già l’Eurolega era sulla rete oltre all’Nba) vennero contattati  i service e le televisioni che producevano le partite delle singole squadre, per poter mandare in onda, per ogni giornata di campionato, una o più partite prodotte dalle private (in pratica quello che sta facendo gazzetta.it ora).

Feci una serie di incontri con i registi che avrebbero diretto le partite per spiegare che tipo di riprese, e quale avrebbe dovuto essere la filosofia delle stesse. Un mese abbondante di buoni tentativi e risultati egregi. Poi di nuovo il marasma: replay durante il gioco, stacchi su telecamere strette mentre sta girando la palla e amenità del genere.

Presidente, c’è anche questo da seguire. La buona volontà è cosa bella, bisogna affiancarla alla professionalità e ai costi che questa produce. Quello che ha detto Petrucci è sicuramente una cosa normale nel Hellzapoppin’ del mondo reale. Speriamo bene.