Parole, parole, parole…

Una decina di giorni fa la Mens Sana si iscrive alla chetichella al campionato di A (e l’iniziativa cade nel vuoto, perché mancano le dovute garanzie, mentre nel calcio se fosse in fallimento i giornalisti sarebbero sul pezzo ogni minuto della giornata) e intanto chiede al giudice fallimentare il rinvio al 4 luglio della riunione della Camera di Consiglio.

È chiaro che la ragione di questa mossa è solo per tenere fuori la squadra dal can-can mediatico che si scatenerebbe all’annuncio del fallimento durante i playoff, ma guarda la coincidenza: alla stessa ora in cui il giudice Marianna Serrao esamina la pratica per decidere sul rinvio, esce un comunicato sul web (saremmo curiosi di conoscere la maling list, o se si tratta di un lancio mirato) di un ineffabile provider senese annunciante in pompa magna di essere lo sponsor per la prossima stagione. Non solo – invasione di campo – assicura che la società è già al lavoro sul mercato.

Ma come, si chiede chi deve pubblicare la notizia, sono in fallimento e stanno lavorando sul mercato, e chi mai può saperlo più del suo sponsor al quale la Polisportiva permette di fare questo comunicato? Poche ore dopo l’ineffabile sponsor, senza le scuse del caso per la gaffe (chiamiamola così per ora…), smentisce se stesso precisando che si tratta dello sponsor tecnologico per il playoff, per cui per analogia noi tutti saremmo autorizzati a considerarci sponsor tecnologici del campionato. Ditemi voi se non è una cosa grottesca, o almeno grossolana?

Fortuna che nel tardo pomeriggio dello stesso lunedì 9 giugno, con una dichiarazione tassativa del vicepresidente della Fip Laguardia a Baskettiamo la messinscena termina: “Finiti i playoff la Mens Sana non esiste più, tutto quel che possiamo fare è iscriverla al campionato di DNB”. E ci racconta, il vicepresidente, che gli è arrivata la comunicazione ufficiale dai dirigenti senesi i quali, da parte loro, lasciano passare ancora uno o due giorni per convocare le squadre e i tecnici e i genitori dei tesserati – o almeno quel che resta – e comunicare… il segreto di Pulcinella.

Altro. Pochi giorni fa il liquidatore della Mens Sana Basket, che nel frattempo è stato cooptato come collaboratore della Lega (non si è letto un comunicato al proposito, per cui non è responsabile legale o commerciale ma consulente fiscale – pagato o no?, usando sempre il condizionale), dichiara testualmente a una radio senese (ARE) dell’incontro con i propri tesserati per ufficializzare il rompete le righe: “Abbiamo ribadito che non ci sono progetti alternativi a quello della Polisportiva e che sarà quella la ripartenza”. Perfetto, senonché sembra che domani, mercoledì, giorno di mercato a Siena, l’agenda riservi un incontro fra la Polisportiva e la Virtus Siena per l’inizio di una possibile collaborazione a livello giovanile, per creare una forte selezione senese, cosa che fanno in altre città, vedi Varese fra il club di A e la Robur et Fides e a Siena sarà meno facile, con i distinguo per la scusa del rispetto per le tifoserie. In realtà, conviene a entrambe, perché hanno smantellato le foresterie e Siena è un po’ decentrata rispetto alle altre province toscane, e bisogna reclutare in loco.

Il mazziere dell’operazione è naturalmente Egidio Bianchi in veste una e trina, il liquidatore (veste professionale) e continuerà a fare il direttore sportivo (veste sportiva) “per hobby” – assicura lui – della Virtus Siena e il consulente fiscale Legabasket (veste ancora da capire). Se il sindaco di Siena che adesso rivendica (sic) di aver capito prima d’ogni altro chi era Minucci (peccato che abbia taciuto, e l’abbia ricevuto con tutti gli onori e ascoltato quando a settembre l’ex presidente indiziato di parecchie “cosucce” è andato a chiedere un aiuto sapendo che ormai già i dindi stavano per finire), avesse preso la palla al balzo, se si fosse magari informato presso la GdF o la Procura che qualcuno dei suoi ospiti era indagato invece di tuonare indignato “perché i controlli non dovrebbero farli solo a Siena e non solo a Siena”. Se un paio di mesi fa si fosse preso la briga di mettere a un tavolo, dopo averle invitate col proprio assessore allo sport, le tre società senesi (Mens Sana Virtus e Costone) per invitarle alla collaborazione e lasciar stare le rivalità e il grado di superbia, perlomeno si sarebbe evitato che gli avvoltoi (agenti e procuratori) volassero sopra Siena per prendersi i migliori talenti sapendo bene che il fallimento era inevitabile. E quindi il rilancio sarebbe avvenuto già con la certezza di un vivaio all’altezza, soprattutto se c’era questo misterioso sponsor di cui si parla da mesi e che adesso diranno magari che se n’è andato nel frattempo per colpa dei regolamenti della Fip.

È chiaro che adesso, anche a livello giovanile e anche per la B, bisognerà mettere mano al portafogli (ad esempio per far tornare Chiacigh che vorrebbe tornare per chiudere la carriera) e non ci sarà un ritiro morbido, con ammortizzatori sociali, come quello della Benetton che produce ottimi risultati anche con le squadre giovanili nel basket, volley e rugby.

Al termine di questa vicenda, però, è chiaro che qualcosa cambierà, soprattutto nella Mens Sana, la popolarità del presidente di lungo corso Piero Ricci è scesa al minimo, sale invece quella del liquidatore “in quota Virtus” e non è detto che il prossimo presidente della Polisportiva sia proprio lui, o il presidente Virtus Fabio Bruttini, ex giocatore mensanino, figlio del presidente della Polisportiva dell’apertura del Palazzetto e della nascita della finanziaria (ante Minucci), o il più popolare Fabio Giustarini, capitano storico, che certamente potrebbe ricomporre il mosaico, chiamando a raccolta gli “esiliati” del ventennio senese perché, adesso si capisce bene la ragione dell’ostracismo: nessuno doveva avere accesso nella stanza dei bottoni.

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