All’indomani della sconfitta patita in laguna dalla Vanoli Cremona, sono opportune alcune riflessioni che vadano oltre la banalità della classifica, che vede gli uomini di Pancotto inchiodati all’ultimo posto, in coabitazione con Pesaro e Brescia, a quota 2. Premettendo che quella in casa della Reyer non era certo la partita della vita per i biancoblu e che – obiettivamente – l’andare a prendere i 2 punti al Taliercio avrebbe avuto tutti i crismi dell’impresa, per la Vanoli è già tempo di primi bilanci.

Cosa ha funzionato – La reazione di squadra di fronte alle difficoltà. La tendenza ad accentrare il gioco dei finalizzatori (Holloway e Turner) questa volta è stata tenuta a freno, tanto per merito degli avversari (che hanno “battezzato” Turner, limitandolo parecchio al tiro), quanto da coach Pancotto, che per minuti importanti ha affiancato Amato ad Holloway e Turner, in cabina di regia. In tale frangente la squadra è apparsa più equilibrata, sia in attacco che in difesa e ha prodotto una intensità che ha permesso di restare in partita sino a pochi minuti dalla sirena finale. Ottima la prova di Paul Biligha, che con 21 punti realizzati e 5 rimbalzi si è guadagnato il 26 di valutazione, confermando il momento di forma strepitosa. Di sostanza la prestazione di TaShawn Thomas, miglior rimbalzista tra i suoi (7). I 23 punti messi da Holloway (19 nel primo tempo) lo riportano ai suoi abituali score.

Cosa non ha funzionato – Troppi uomini faticano a fare quanto ci si aspetta da loro. Mian – partito in quintetto – si è rapidamente spento, dopo aver subito due stoppate in rapida successione (4 in 15′ giocati). Fortunatamente, Omar Thomas (più che mai in discussione per l’apporto poco incisivo dato sin qui) ha sfoderato una prestazione al di sopra dei suoi attuali standard, segnando canestri pesanti (basterà questo ad evitarne il taglio?). York si conferma un altro grosso enigma: se un tiratore non tira e quando tira non segna, a cosa serve? Lasciato a lungo in panchina, a fine partita avrebbe anche rifiutato di salutare il coach, episodio su cui Pancotto ha detto di voler tornare martedì, alla ripresa degli allenamenti. Il sentore è che la giovane guardia USA sia più vicina al taglio di quanto non lo sia “Black Jesus” Thomas. Insomma: la coperta è corta e a Cremona comincia a far freddo. Qualche decisione andrà presa, prima che sia troppo tardi. Cremona_Pancotto_001

Prospettive – La situazione è seria, ma non grave (non ce ne voglia la buonanima di Ennio Flaiano). Dopo cinque giornate sarebbe prematuro fasciarsi la testa, ma non è troppo presto perché tutto l’ambiente mentalizzi il fatto che lo scorso campionato è finito da un pezzo e che ora si sta scrivendo un’altra storia. Forse questa è la cosa più difficile, per una piazza relativamente “giovane” rispetto al basket di vertice. Cesare Pancotto ha ripetuto che questa è “una squadra tosta” e che ora dovrà diventarlo ancora di più, facendo l’auspicato salto di qualità. La società ha più volte dimostrato di non dormire sugli allori e di essere ben vigile sul mercato, fermo restando il principio del “budget sostenibile”. Contestualmente, ora più che mai la squadra ha bisogno di un tifo organizzato che sappia mettere la squadra al di sopra delle ruggini tra gruppi. La società sta crescendo strutturalmente e con essa sono chiamate a crescere tutte le componenti della #VanoliFamily. Le porte del PalaRadi si riapriranno lunedì 7 novembre, per il posticipo contro Brindisi.