In un orario quasi del tutto inedito per Urania, sabato all’Allianz Cloud i Wildcats affronteranno l’Orlandina Capo d’Orlando, rivale in quello che sarà il secondo dei tre impegni consecutivi previsti al PalaLido dopo le ultime variazioni del calendario disposte dalla LNP.

La sfida vedrà di fronte due formazioni desiderose, ognuna per motivi diversi, di riscattarsi: Milano vorrà “vendicare” con una prestazione convincente e continua il terribile terzo quarto della gara con Udine che è costato a Benevelli e compagni il primo stop casalingo dopo 4 vittorie in fila; i siciliani invece, in virtù della serie aperta di sconfitte arrivata a quota quattro, cercheranno in tutti i modi di rialzare la china per non essere risucchiati nelle zone pericolose della classifica.

La situazione di Urania

A proposito di classifica Milano, complici anche i recuperi svoltisi in settimana, dopo aver sfidato l’Apu sabato scorso per il secondo posto ora si troverà a difendersi dai ritorni prepotenti di Verona (3 successi nelle ultime tre gare) e Trapani (vittoriosa in 6 delle ultime sette uscite) con Treviglio che intanto ha già appaiato a quota 22 la formazione di coach Villa.

La situazione in graduatoria, dunque, pare più fluida che mai e sembra quasi certo che i verdetti e il posizionamento delle squadre per la successiva fase a orologio (ammesso che si disputi) saranno decisi da una manciata punti, motivo per cui Urania non può permettersi di perdere punti e fiducia in questo momento cruciale della stagione fallendo match determinanti per il proprio destino.

Il confronto con l’Orlandina rientra a pieno titolo fra questi e Milano, consapevole di ciò, tenterà quindi con tenacia di imporre nuovamente la sua legge all’Allianz come fatto a febbraio contro Casale, Bergamo, Mantova e Biella.

Il roster dei siciliani

Il compito però, contro un team che solo qualche settimana fa flirtava con le posizioni di testa della classifica, non sarà ovviamente dei più agevoli. I messinesi, infatti, hanno in Xavier Johnson e Jordan Floyd (entrambi abbondantemente sopra i 22 punti di media) la coppia di americani più prolifica dell’intero campionato, un duo attorno al quale, nel bene e nel male, ruota la maggior parte delle sorti biancoblu.

Assieme a loro, coach Sodini, in attesa di integrare al meglio gli ultimi innesti Alberto Conti e Modou Diouf (arrivato da Bernareggio per sostituire il partente Fall), può poi contare su un terzo violino come Celis Taflaj e su un nucleo di italiani giovani e di talento formato da Matteo Laganà (ex della gara), Flavio Gay, Simone Moretti e Andrea Del Debbio (tutti nati tra il 1998 e il 2000).

Certezze e debolezze

La composizione del roster e soprattutto le qualità in possesso dei due statunitensi fanno dell’Orlandina una formazione dalla spiccata vocazione offensiva, un trend questo confermato dagli 84,1 punti di media messi a segno collettivamente e dal rapporto falli subiti/liberi realizzati, il migliore dell’interno girone. Tallone d’Achille è quindi la difesa, settore in cui i siciliani concedono più punti di tutti (quasi 90 a gara) e fanno particolarmente fatica sia nell’arginare le trame rivali (che contro di loro mediamente viaggiano a 21 assisti di media) che nel contenere gli avversari quando questi si presentano a rimbalzo (Capo è la peggior per rimbalzi offensivi e totali concessi).

In queste crepe Urania, sfruttando le armi a propria disposizione, potrebbe incunearsi e aprire vere e proprie voragini in suo favore. La conditio sine qua non perché ciò avvenga tuttavia resta la capacità di performare con continuità su entrambe le metà campo per tutti i 40 minuti di gioco. È questo che, nei due pesanti k.o. maturati contro Bergamo e Udine, è mancato alla formazione meneghina la quale, se le condizioni lo permetteranno, proverà certamente a completare anche un’altra importante missione: ribaltare la differenza canestri.

All’andata infatti l’Orlandina si impose di misura col punteggio di 95-93, una differenza minima che però, in caso di arrivo a pari punti, potrebbe finire per pesare tantissimo.