Solo due squadre segnano più di 119/gara, ma solo una ne subisce più di 120: a comparire in entrambe le statistiche sono sempre i Washington Wizards.

Per la precisione sono 119.4 segnati e 120.8 subiti; la sola squadra a reggere questo confronto in attacco sono i Bucks, che hanno lo stesso numero di pti segnati, ma ne subiscono 110.2. La categoria “per 100 possessi offensivi”, che sancisce quanto una squadra produrrebbe in ipotesi su quel numero di palloni, è quasi inutile per loro: tirano infatti 95 volte per gara. Un ritmo di gioco davvero folle che pare però in grado di mascherare parte dei loro difetti. Di solito ci si prova con la difesa, limitando al massimo il numero di possessi sia propri che degli avversati, ma a Capitol City hanno deciso diversamente: fuori per tutto l’anno John Wall devono aver pensato che, visto che doveva andar male, sarebbe stato meglio andasse male divertendosi. In 16 gare per 8 volte hanno segnato più di 120 pti (vincendone la metà), con picchi come il 158-159 contro Houston e il 133-140 contro Boston, entrambi perdenti, o le W 138-132 contro San Antonio e 140-132 vs Phoenix. Si noti come, escludendo la selvaggia partita vs HOU, si tratti di numeri sempre assai simili, segno della progettualità e della volontà di giocare in quel modo e a quel ritmo. Solo una volta hanno segnato meno di 100 pti, ad inizio stagione in un confronto (peraltro vinto) vs OKC.

Si tratta davvero di pura velocità di esecuzione: è principalmente giocando svelto che WAS costruisce tutti quei possessi/gara, dal momento che non primeggia per recuperi (23ma della NBA), né per stoppate (26ma) e tantomeno per rimbalzi (28ma). Di contro gli Wizards ci prendono abbastanza e distribuiscono discretamente i tentativi tra triple e two-pointers. Sono da 3 pti  35 tentativi sui 95, quindi poco più di un terzo del totale, e le % sono discrete: 48% totale dal campo, comprensivo di 38% da 3 e 54.2 da 2. In questo panorama eccelle uno dei giocatori più decisivi per la propria squadra che la storia recente della NBA ricordi. Bradley Beal conta per WAS quel che LeBron contava negli ultimi Cavs: la composizione del contributo di ogni giocatore al rendimento di squadra è chiamato spesso “pie”, come ognuno portasse la propria fetta alla torta della formazione. Nel caso di Beal il concetto di fette è restrittivo: sono gli altri ad aggiungere briciole e pezzetti ad un dolce che senza BB nemmeno esisterebbe. Sta in campo 37 mins mentre nessun compagno scollina i 29, segna il 23% dei canestri totali (10.3 su 45.4) tirando con il 35.5% da 3 e il 55.3% da 2; la guardia uscita da Florida U. non fa solo le cose più strettamente inerenti al ruolo: contate anche 7 assists (sui 28 di squadra, tra i compagni solo IT supera i 5) e 4.5 rimbalzi (nessuno dei 4 wizards che ne prendono di più misura meno di 203 cm). A dare una grossa mano a Beal è esploso in questa stagione il Lettone esiliato dagli SPurs, Davis Bertans. Non guarda per niente il canestro da due, spara solo da 3 con ottima percentuale (44.6%): liberato dagli schemi di Pop si trova a meraviglia nel basket un po’ folle ed estremo praticato da coach Scott Brooks quest’anno. Non vincono tanto, il record è perdente a 6-10, ma per ora sono a una sola W di distanza dai PO (rappresentati oggi dai Magic a 7-10), quindi sembra vincente la scelta di vivere divertendosi questa annata che già si sapeva essere di transizione, correndo certo il rischio che finalmente qualche grande squadra si accorga dell’immensità di Bradley Beal, e lo strappi via dalla Capitale. Per esempio: immaginate i Celtics con Beal al posto di Gordon Hayward, i Lakers con lui invece di Bradley o i Clippers capaci di avere finalmente una sg (cosa che nel loro roster manca quasi del tutto). Non sono solo suggestioni: LAK e BOS hanno anche già disponibile parte dello spazio salariale necessario.

Per la cronaca: mentre l’articolo viene pubblicato WAS ne ha presi 70 nel solo primo half vs i Lakers….