In questo secondo passaggio riepilogheremo tutti gli scambi tra le franchigie NBA avvenuti da Novembre alla notte scorsa esclusa.Come fulcro del recap, per maggiore chiarezza, useremo le formazioni che più sono state attive sul mercato. Impossibile, quindi, non partire dai Boston Celtics.
Danny Ainge (Celtics Basketball Operations Chairman) ha dato per primo fuoco alle polveri, mandando Rajon Rondo a Dallas in cambio di Nelson-Crowder-Wright. Per dare un’idea dell’attivismo del GM di Boston diremo che dei tre arrivati solo Crowder è rimasto in biancoverde. Nelson è stato spedito a Denver in cambio di Nate Robinson (cavallo di ritorno immediatamente rilasciato senza alcun romanticismo) e Wright a Phoenix. Non sempre la trade è avvenuta in cambio di giocatori, anzi: una delle cose che Ainge predilige in questa fase di ricostruzione dei Celtics è ottenere scelte o diminuzioni del Salary Cap, missione compiuta dal momento che i Celtics hanno ridotto il loro monte salari, hanno acquisito trade options per il valore di ulteriori 15MM$$ e hanno messo insieme, da qui al 2019, ben 11 prime e 11 seconde scelte. Altra mossa piuttosto significativa la trade che ha vestito di maglia Grizzlies Jeff Green, mentre a Boston andava Tayshaun Prince. Nel pacchetto originario era compreso anche Austin Rivers da New Orleans, presto dirottato verso i Clippers, sempre per scelta e trade excpetion, mentre i Pelicans ricevevano da Memphis l’ala Pondexter, chiuso dall’arrivo di Green.
Molto attiva anche Houston, che ha acquisito Josh Smith per un tozzo di pane, considerato che il nostro eroe aveva fatto terra bruciata attorno a sé a Detroit e che i Pistons, per liberarsene, avevano deciso di metterlo fuori squadra pur continuando a pagarlo. In seguito Houston ha accolto anche Corey Brewer da Minnesota, mandando ai T’Wolves Troy Daniels e scelte; nello stesso giro vengono coinvolti anche Shved che da Philadelphia va a Houston in cambio di Turiaf, una seconda scelta e i diritti sull’Ucraino Lischuk, attualmente ancora in Europa. Per fare spazio a Smith, i Rockets devono rilasciare il contratto tagliabile del positivo Tarik Black, che finirà ai Lakers. Detroit riempirà il buco aperto da Smith con una delle addizioni migliori venute fuori dal mercato NBA: Tolliver, in uscita da Phoenix più o meno nello stesso periodo in cui i Suns prendevano Wright da Boston. I Suns ricevevano in cambio Tony Mitchell. Tempo dopo, in coincidenza col ritorno di Rubio dall’infortunio, Minnesota lascerà andare Mo Williams a Charlotte (colpita dall’infortunio di Kemba Walker e bisognosa di profondità e punti in pg) in cambio di Gary Neal e una seconda scelta.
Anche Cleveland è andata inizialmente molto sul mercato: per correggere buchi nel roster (lo scarso rendimento di Waiters, Marion e Miller) e per rimediare ad infortuni (Varejao). Sotto la prima voce inseriamo l’arrivo ai Cavs di JR Reid e Shumpert, con il conseguente viaggio verso OKC di Waiters e i New York Knicks in pieno tanking che, oltre a svuotare il salary cap, ottengono Amundson e Kirk da Cleveland e Lance Thomas dai Thunder. Al secondo capitolo ascriviamo l’arrivo da Denver di Timoteo Mozgov, il Timoteo sbagliato in termini NBA, giocatore di Blatt al tempo in cui il coach dei Cavs mieteva medaglie con la Nazionale Russa; in cambio Denver riceve due prime scelte future, e protette.
A proposito di Russia descriviamo una trade con conseguenze impensate e che era stata era stata la prima in assoluto: Brandon Davies ai Nets, e a Philadelphia avrebbero dovuto vedere l’eroe del Messico ai Mondiali, Jorge Gutierrez, e soprattutto Kirilenko. In realtà AK non si è mai palesato dalle parti della Città dell’Amore Fraterno (adducendo ragioni personali, in realtà col basket ha quasi chiuso e soprattutto non vuol giocare con gente troppo debole), e la questione è ora in mano alla NBA. Ci resta solo da menzionare il passaggio del rookie Adreian Payne, pf da Michigan State, da Atlanta a Minnesota in cambio di una futura prima scelta: data la probabile classifica dei T’Wolves nei prossimi 2 o 3 anni, potrebbe essere la trade con conseguenze positive più incalcolabili, ovviamente favorevoli agli Hawks.