Terza puntata della nostra rassegna degli europei degni dell’eccellenza mondiale.

KRISTAPS PORZINGIS. You used to boo me on my draft day… Così si canta sui social, sulle note della hit di Drake. Quando i New York Knicks con la quarta scelta al draft chiamavano un lettone di 221 cm ululati e fischi si sono sprecati, per diventare grida ed applausi appena qualche tempo dopo. Porzingis è senza dubbio uno dei migliori prospetti europei per il futuro, tanto da far venire dubbi al front office di New York sulla permanenza di Carmelo Anthony per costruire i Knicks di domani. Per quanto i fischi fossero ingenerosi, Kristaps ha davvero sorpreso tutti. Dopo due anni a Siviglia, dove, soprattutto per la giovane età, non era esattamente un punto fermo, si mette in luce agli europei e gli viene data l’occasione giusta. Specialmente con la pressione di New York bruciarsi è molto semplice, ma il classe 1995 sembra davvero avere i numeri per poter rimanere nella lega a lungo. Buona difesa, buonissimi fondamentali, ottimo tiro da 3 (che per un ventenne così alto ha dell’incredibile) ed incredibili margini di miglioramento… Siamo sicuri non lo fischierà più nessuno per parecchio tempo.

JONAS VALANCIUNAS. Dalla Lettonia alla Lituania, 24 anni ancora da compiere di cui 3 già trascorsi ai Toronto Raptors. Il carnefice dei lunghi italiani agli ultimi europei, e caposaldo dell’attuale seconda forza dell’Est. Se prima abbiamo parlato di una sorpresa, non possiamo dire lo stesso di Valanciunas,centro di razza della grande scuola lituana, campione europeo Under 16 e 18, MVP e campione del mondo Under 19, quinta scelta assoluta al draft 2011. Se tutto questo non dovesse bastare a delinearne il profilo, il suo impatto con la NBA non è stato affatto negativo, a parte l’anno da matricola, le sue medie sono state sempre molto vicine ad una doppia doppia. Jonas è a tutti gli effetti un “big man” NBA, fisicamente paragonabile e tecnicamente superiore a molti suoi colleghi americani. Guadagnando qualcosa in più dal punto di vista della costanza, e magari essendo un po’ meno sfortunato da quello degli infortuni, potrebbe essere un eventuale terzo big per un progetto vincente dei canadesi.

NIKOLA MIROTIC. Classe 1991, curriculum d’eccellenza e mani educatissime per uno della sua stazza. Mirotic è al suo secondo anno nell’associazione, dopo parecchi anni passati ad “imparare” a Madrid. La scorsa stagione è stata complicata per il montenegrino naturalizzato spagnolo, che ha avuto anche qualche occasione per brillare, ma a cui spesso coach Thibodeau preferiva lunghi più fisici e solidi difensivamente. Arrivato Hoiberg,Nikola guadagna più spazio e più palloni che sfrutta egregiamente, salvo poi essere avvolto dalla nuvola nera che gravita su Chicago ed infortunarsi più volte. In attesa di rivederlo in campo, il ragazzo ha buonissime prospettive oltreoceano, ma sulla difesa continua ad aver ragione Thibodeau.

IAN MAHINMI. Tanti muscoli e tanto cuore, i mezzi con cui si èconquistato l’attenzione degli scouts di San Antonio, e successivamente la permanenza nella lega più importante del mondo. Il francese inizia in Texas dove Pop non lo considera troppo, relegandolo anche nella lega di sviluppo. Si trasferisce poi a Dallas dove conquista man mano il suo spazio. La sua carriera, che certamente non è e non sarà da NBA élite, decolla poi con gli Indiana Pacers, dove viene utilizzato inizialmente come riserva di Roy Hibbert, ed attualmente  come primo centro per minutaggio. Ian garantisce sempre una discreta solidità difensiva e qualche sporadica esplosione nella metà campo offensiva. Sarà free agent alla fine della stagione, e non sappiamo quanto mercato possa avere negli Stati Uniti, non dovesse arrivare un rinnovo dai Pacers o un’altra chiamata, potrebbe essere un eccellente lungo da Eurolega.

DENNIS SCHRODER. Giocatore che non ha molto del tipico playmaker europeo, ma tantissimo della point guard americana. Velocissimo in tutto quello che fà, forse a volte troppo, migliorabile al tiro, ma penetratore di primissimo livello e discreto passatore. Schroder è uno capace di scuotere la squadra nei momenti difficili e mettere punti sul tabellone quando mancano. Al momento gioca da seconda linea, lasciando parte del suo minutaggio a Jeff Teague, ma in un futuro o in franchigia, potrebbe essere tranquillamente il play titolare. Non sappiamo quanto ampi ma sicuramente dei margini di miglioramento ci sono, dopo aver già mostrato parecchio a 22 anni, Dennis può soltanto fare meglio.