Penultimo appuntamento della regular season con la nostra rassegna del meglio e del peggio della NBA.

TOP

3. Nonostante nella notte abbiano perso a Miami, l’ultimo periodo dei Detroit Pistons non può non essere degno di nota. Si trovano ora a due gare di vantaggio sui Bulls, che non è un vantaggio irrisorio quando ne mancano 4 ai playoff. A parte i risultati ci sentiamo di applaudire al buon vecchio baffo Van Gundy per l’equilibrio che sembra aver trovato. Tobias Harris è sbarcato a MoTown da pochi mesi, ma pare abbia trovato finalmente la sua dimensione in una squadra senza superstar vere e proprie, che però potrebbe offrirci belle storie da raccontare in futuro.

2. “Non posso pensare a cosa fosse 10 anni fa, stanotte ha giocato come se avesse 29 anni!”. Queste sono le parole di uno che ricomparirà più avanti per descrivere l’ultima impresa allo Staples contro i Celtics di Kobe Bryant. Possiamo discutere sul lungo addio e sulle modalità, apprezzate da qualcuno, aspramente criticate da qualcun altro, ma vedendo i 34 punti del mamba nell’ultima uscita contro Boston è evidente che siamo davvero arrivati. Non sarei stupito di vedere altri capolavori del genere nelle prossime 5 partite, ormai il momento è sempre più vicino, ma l’ultima prestazione contro i Celtics sarebbe stata commovente anche se non fosse stata l’ultima.

1. Primo posto sul podio settimanale per l’autore della precedente citazione, coach Brad Stevens. I suoi Celtics hanno vinto contro quei Lakers anche contro un Kobe d’annata, ma meritano la menzione per un’altra vittoria del tour californiano. Nella notte del primo Aprile i folli biancoverdi agli ordini di Stevens decidono di giocare un bello scherzo ai campioni. La gara è stata un capolavoro tattico e di agonismo per il quale gli dèi del basket spesso tendono a premiarti. La foto dei 5 Celtics intorno a Curry ha già fatto il giro del mondo, ma se la strategia fosse stata soltanto “tutti sul fenomeno e vediamo che succede” staremmo parlando di ben altro risultato. Come in molti sospettavano, gli Warriors vanno battuti al loro ritmo, i Celtics tirano 4 volte più dei campioni, sembrerebbe poco rilevante ma invece è estremamente significativo. Se a tutto questo “contorno” unisci il solito IT4, uno strappo di Sullinger ed Evan Turner che sembra tornato al liceo a giocarsi Chicago contro Rose, ecco che arriva il capolavoro… Per nessuna ragione vorrei sfidare una mente del genere tra qualche giorno.

FLOP

1. Scottie Pippen ha dichiarato che i suoi Bulls distruggerebbero questi Warriors. Affermazioni e dibattiti simili si sentono da un po’ di tempo ormai, e si fanno più frequenti man mano che ci si avvicina al momento della verità sul tanto agognato record. La menzione di disonore settimanale va a Pippen ed a tutti coloro che ritengono questa discussione interessante. Paragonare una squadra che giocava 20 anni fa, con atleti, sistema di gioco e gioco stesso completamente differenti da quelli dei campioni di oggi potrebbe essere interessante seduti ad un bancone, ma forse nemmeno troppo. Onore ai Bulls che furono ed onore a questi Warriors, nella speranza che il dibattito si fermi presto.

2. Forse troppa pressione, forse troppa sicurezza, ma ora ai Golden State Warriors servono quattro vittorie in quattro partite per acchiappare il famoso record, due delle quali da giocare contro gli Spurs. Non li posizioniamo peggio di così perchè qualche disattenzione può capitare in momenti del genere, ma i campioni in carica che attentano al record di una delle migliori squadre della storia, che non perdevano in casa da ere geologiche, e che perdono invece 2 volte tra le mura amiche in una settimana non potevano che finire tra i Flop della nostra rassegna.

3. Sul gradino più basso del podio questa settimana si sta stretti, verrà infatti condiviso dalle due grandi escluse della Eastern Conference. Squadre come Bulls e Wizards ad Ottobre pensavano a chi avrebbero potuto incontrare ai playoff, non a chi avrebbero guardato in TV. Entrambe sono ancora in attesa della matematica condanna, ma è molto probabile che entrambe le franchigie termineranno la propria stagione tra poco. Se ai Bulls potremmo dare qualche attenuante vista la lunga serie di infortuni, è comunque vero che almeno la qualificazione per la post-season sarebbe dovuta arrivare molto prima, mentre per gli Wizards, vista la mollezza con la quale hanno sprecato decisamente troppe occasioni, non ci sentiamo di dare particolari giustificazioni… Forse soltanto quella di sopravvalutato le possibilità di una squadra che si è dimostrata mediocre.