Il verbo karmico del bellissimo L’Uomo dei Sogni per parlare dei problemi di mania del controllo che affliggono molti dei migliori allenatori.

1 – DERBY TURCO. L’EFES ha messo insieme un quarto periodo dirompente, appoggiato al miglior Larkin di stagione. Ma il Fener ha da recriminare ancora una volta vs i refs, finora è la formazione più massacrata dagli arbitraggi. Protagonista a sfavore sempre Singleton. Prima la pf dell’EFES si vede assegnato un And1 forse mal giudicato (Henry non pare fargli fallo) e di certo inventato per quel che riguarda il libero supplementare (il fallo, se avvenuto, era di certo antecedente il rilascio della palla); l’azione dopo a DeColo in contropiede viene fischiato fallo in attacco quando era stato Singleton ad andargli addosso. Il tutto è accaduto negli ultimi 31 secs del terzo periodo, e nel quarto il Fener è crollato.

2 – ALLENATORI, 1. Non crollo ma progressivo smottamento per il Bayern del Trinca: a 7’ dalla fine del terzo era sopra di 12, ha finito perdendo di 3. Trinchieri è uno di quei coach che allenano sulla colpa, e non hanno pietà. Cory Walden, terzo triplista di EL per percentuale, è uno di quelli che hanno tirato la ripresa del BAY dopo lo 0-4 iniziale: vs il CSKA lo ha tenuto a meno di 9 mins per qualche palla persa di troppo e difesa cosìcosì. Stesso rendimento, peraltro, del suo cambio Weiler-Babb, ma nulla da fare: Walden riesumato, a freddo, solo per l’ultimo minuto. Questo atteggiamento, forse, frutta sul lungo periodo per un coach. Ma ti fa perdere le partite. E’ un fatto che più talentuosi sono, meno resistono con Trinchieri, uno o due anni al max: da Micov o Tyus a Cantù fino a Reynolds e Baldwin in Baviera.

3 – MIKE JAMES. Eccetto la gara vs il Real (Wk 3, 6/10), James sta tirando 11/63 da 3, con 1/16 nelle ultime 3 uscite. Non è mai stato giocatore di particolare finezza, ha sempre giocato sulle quantità: ora però la massa di possessi di cui ha bisogno per essere efficace sta diventando critica. Urge sveglia rapida, se è in grado di darsela.

4 – ITALIANI. Melli, Datome, Ricci: 5 politico perché non tutto nelle loro prestazioni è rovinoso e non tutto quel che è rovinoso è colpa loro. Spissu 7: continua nella produttiva politica di provvedere a ciò che le altre guardie dell’Unics non forniscono, assists e difesa. Polonara 6: 8+8, solido e non da bocciare anche se pure lui, come tutto il Fener, non riesce a chiudere bene le gare. Fontecchio 7: gran gara (14-7-1) nel Baskonia tornato orribile. Hackett: vedi sotto.

5 – DANIEL H. Voto 9, solo perché il 10 non si estrae in Regular Season. CSKA sotto di 12, è lui a iniziare la rimonta con un gioco da 5 pti tutti suoi: ruba palla, gli fanno antisportivo, mette i liberi, segna un And1; non è finita: inizia lui il pressing sul possesso successivo, i suoi rubano palla, forNisce lui l’assist per la tripla di Clyburn. Una parentesi di 8 pTi derivati tutti da lui, a guidare la rimonta di Mosca.

6 – ALLENATORI, 2. Sono 12 gare finora: in 3 di esse Larentzakis non aveva segnato (0/6 da 3) e, dopo ieri sera, ben il 25% del suo fatturato punti stagionale (72) è stato ottenuto vs l’Olimpia (18, 5/9 da 3); discreto gregario a livello EL, nulla più, ha tuttavia sempre (ripetiamolo: sempre) giocato tra 9 e 16 mins. Batzokas, coach del Pireo, sembra Mr.Bean stirato, ma è un grande allenatore; uno dei motivi è che sa (e si comporta di conseguenza) che il basket, alla fine, non è “rocket science”: hai dei corpi a disposizione, li devi usare. Messina lo dimentica. Ho espresso la mia perplessità su Daniels a inizio stagione, ma il -21 vs l’Olympiacos non è colpa sua (10 mins in campo), di Grant (8 secs in campo) o Baldasso (NE). La cabina di regia dell’Olimpia non può ridursi a 38:32 totali di campo, nemmeno una gara intera tra Chacho e Delaney. Hai corpi, usali.

6 – MEZZO PIENO. La parte buona è che in Wk12 hanno perso anche Zenit (che non scavalca l’Olimpia) e Maccabi (che resta una gara dietro). In classifica colpisce il fossatino di 2 W che separa Barca e Real al comando dalle altre, e il gruppone di 8 dalla 3’ alla 10’, con l’EFES che si sta rimettendo in piena corsa (5 W nelle ultime 6).

7 – STELLA ROSSA. Non poteva durare: per difendere come nelle prime 9 giornate era insostenibile il livello di abnegazione e sacrificio fisico richiesto a un roster di talento, sia fisico che tecnico, soltanto medio. Nelle ultime 3 gare, tutte L, hanno subito 270 tondi, 90/gara.

8 – CALATHES. Lo Zalgiris era l’ostacolo più basso, il migliore per la prima senza Calathes. Frattura distale fibula dx, out 6 settimane. La cosa divertente è che l’annuncio è stato dato poco prima della gara di ieri, ma l’infortunio risale a 10 gg fa vs il CSKA. Inoltre il tempo di recupero segnalato dallo staff del Barca è un “grazie al c”: esattamente a metà tra il limite massimo e minimo segnalato su WikiMed. Nemmeno la TASS, mitica agenzia-stampa sovietica, era così vaga e fuori sincro quando parlava del Cremlino.

9 – GERMANIA. Final4 concesse in back-to-back (Colonia, Berlino), futura dirigenza del board ECA al posto dello sfiduciato Bertomeu in bilico tra Baltico e appunto Germania. L’asse dirigenziale dell’ECA si sta spostando verso le terre dei Teutoni. Il motivo è che in Bundesliga scarseggiano le squadre davvero grandi (l’Alba è la squadra meno affascinante della storia della EL), ma abbondano le società davvero organizzate, con ogni mattoncino al posto giusto, dal vivaio alle arene. (Però l’Alba davvero non si può guardare, anche se ogni tanto vince).

10 – Ho riguardato il segmento una cinquantina di volte: proprio non riesco a capire cosa possa aver indotto i refs a dare buono il game-winner da centrocampo di Howard per la W dell’ASVEL a Montecarlo.