Televisione o tifovisione? E’ difficile scindere le due cose, quando in tv gioca la tua squadra del cuore e non sei tu a dirigere le riprese della partita. Questa volta sotto analisi, per modo di dire ( adesso, a bocce ferme, perché durante la partita era difficile discriminare…) la partita di Eurolega Efes vs EA7 dall’Abdi Ipecki Arena di Istanbul.

Un impianto che sembra essere il clone del Palazzo di Bercy e del Mediolanum Forum di Milano: capienza simile, struttura interna quasi uguale, qualche differenza sull’architettura esterna. Definita, quando trasmettemmo gli Europei del 2001, la più grande discoteca del mondo, per il volume dell’amplificazione: pazzesco, da non sentire la propria voce, con “Oniece Dev Adam” l’inno della manifestazione sparato a livelli impossibili. Ora, gli spalti non certo pienissimi e il tifo abbastanza moderato. Ma questo non si è visto, solo intuìto. Come una buona parte della partita, peraltro, visto che il mio collega turco ha pensato bene, dopo quasi ogni canestro, calcisticamente, di mandare il replay dell’azione precedente, non facendo vedere una buona parte del gioco live. E nonostante registicamente fossi incavolatissimo, la parte del tifoso continuava a guardare e tifare, guardare e tifare e lì ho capito una cosa: che finchè fai vedere in bassa, alta, pessima o super definita qualità, la partita, va bene lo stesso. Basta che si veda poi il resto è di più; d’altronde  se ancor oggi una delle partite più viste in assoluto di calcio resta quella della nazionale che in deroga ad uno sciopero in essere in quel momento venne fatta con una sola telecamera e senza commento… Questo ci deve far pensare. Infiocchettiamo le immagini il più possibile e poi? Questo non vuol dire che si debba abbandonare la qualità e non sia nostro dovere migliorare sempre più quello che Vi facciamo vedere, però non suicidiamoci se non riusciamo a fare vedere quella tale cosa o mandare quella particolare grafica. Anche perché quello che non va in onda, per lo spettatore non è mai esistito. A meno che si venga meno al dovere di far vedere quello che succede (vedi la partita di cui sopra).

In casa Rai si è affacciato, per fortuna, un nuovo collega che, nonostante i poveri mezzi messigli a disposizione, ha fatto un lavoro egregio. Speriamo che questo non faccia la fine del bravo Dario Barone, al quale dopo avergli affidato una buona parte delle finali scorse, è stato coinvolto random, in una rotazione senza apparente logica, e rendendo il percorso del prodotto tv basket poco agevole.

E’ di queste ore la rinuncia alla Wild Card per la kermesse mondiale che si terrà in Spagna. Motivo? Costa troppo. Vero e scorretta è la formula attuale però è l’unico treno che potevamo prendere…Ritorno d’immagine? Meglio volare bassi, così si risparmia (e non si decolla proprio…). Continuiamo così che non andiamo da nessuna parte.