Gli equivoci tattici di Milano.

1 – SALAMINA. Ricordati di Salamina, piccole agili triere greche che sconfiggono la immensa pesante flotta persiana. Ecco la V-BO del successo vs l’Olimpia nel derby di EL. Banchi ha vinto aggredendo Milano nel suo difetto atletico più irreparabile (chiunque arrivi): o sono piccoli o sono lenti, è un roster destinato ad accoppiamenti molto problematici. Hanno inziato Belinelli e Cordinier, oltre a Shengelia. Il Francese batteva sempre Shields, il Georgiano scivolava via a Melli o Hines o Voigtmann, Belinelli era impossibile da seguire oltre i blocchi e le manine dei piccolini Lo Hall Flaccadori non andavano, quando arrivavano, abbastanza alte da oscurargli i tiri. Ha proseguito Abass. Ribadendo che le stoppate non sono difesa e che, nonostante miglioramenti, dietro ancora è più apparenza che sostanza, Abass ha ricevuto un input da Banchi: studia Vezenkov e BigBertans; sono giocatori che traggono elevato numero di punti da a volte inesistente numero di palleggi. A giudicare dalla gara di martedì la cura sta facendo effetto (meno da quella di venerdì). L’hanno finita Lundberg, in modo molto evidente, e Hackett, in maniera più sottile. Il quarto periodo dello Svedese (chissà se a fine carriera aprirà una fabbrica di guanti) è stato antologico, la doppia cifra non usuale di Daniel con aggiunta di 7 ass, dice della sua presenza pervasiva, sfinente per l’Olimpia. Che infatti è andata in costante calando, dopo avere iniziato con grinta e coraggio.
2 – 3 OPPURE 4. Mirotic è un 3. Quello che fa, come e dove e quanto gioca nel campionato italiano non ha valore. Quando è andato in panchina, lingua di fuori, dopo aver giocato da 3, Milano era avanti di 1. Lui faceva una fatica pazzesca in difesa, ma quello è il suo destino. Quando è tornato in campo, giocando in netta prevalenza da 4, Milano ha iniziato la planata negativa.
3 – SHIELDS. Nella serata sono giunti a capolinea i bonus concessi a Shields. Non è la prima partita imbottita di errori difensivi, ma, soprattutto, è apparso chiaro anche al coach come lui sia davvero una sorta di scoglio. Cui spesso, vero, la offense dell’Olimpia si aggrappa; cui però, altrettanto spesso, va a sbattere. Pangos, oltre il dato atletico, non “è adatto a guidare questa squadra” (cit.) perché è una pg del modello palleggiatore folle: in un quintetto che già ha Shields non ha motivo di essere; ora però è venuto il turno dello USA. 6 secs di palleggio quando ne mancano 14 per il possesso sono purtroppo un suo marchio, ormai, e deve cambiare: non sarà aiutato molto dal suo coach, il cui difetto principale è quello di essere datato dal punto di vista offensivo. Lui, giustamente perché i bulletti del socialino sono insopportabili, parla di tituli, ma guardate le pg e sg che hanno avuto le sue squadre vincenti: Rigaudeau, Ginobili, Teodosic, Papaloukas eccecc. Davanti ci pensavano loro, a sgridarli in difesa ci pensava lui.
4 – ORA DIMENTICATI. Ora dimenticati di Salamina. Anche detta Oaka: atletici e possenti lunghi ellenici o di squadra ellenica che sfiniscono le triere bolognesi. La V-BO è crollata nel 4’Q rimanendo 5 minuti (da 9 a 4) e 13 discese offensive di fila senza segnare. Erano tutti sfiniti a parte il solito, scavato nel granito, Hackett. In particolare, essendo anche corto dell’infortunato Mickey, ha sofferto il pacchetto lunghi: Dunston è un giocatore a fine carriera, ancora valido ad alto livello ma non per fare 50 mins (meno 31 secs) nella doppia di EL mentre Cacok può essere messo dentro solo per 7 nella prima e 11 nella seconda (dove il minutaggio maggiore coincide con una sconfitta). Shengelia, come abbiamo disquisito con due di voi aficionados, può fare minuti da 5, ma non vs Lessort.
5 – PANA. Ataman sta trovando il suo flusso. Terza W in fila, Nunn non ha ingolfato ma ha facilitato le rotazioni delle guardie, che ora sono 4 di alto livello, pari e non dispari. Rendono, le 4, anche Grigonis definitivamente un 3: di tipologia opposta a Mirotic, ma, oltra alla pg, la sf di varie dimensioni (spesso over) sono il ruolo-chiave nel basket di EL. Una delle 4, sai?, è Jerian Grant (9-3-4 con 2.1 rec in stagione).
6 – CRISI? La crisi è un evento che accade interrompendo un flusso altrimenti positivo, quindi Milano non è in crisi, ma preda di difetti strutturali di cui è in gran parte responsabile il coach e GM. Da queste situazioni si esce con un mercato intelligente, con sacrificio, con grinta. Le ultime due cose le ha usate, esempio ammirevole, Melli: doppia-doppia con il doppio dei tiri da 3 rispetto a quelli da 2 (è una buona notizia), EFES battuto. Solo un passo, ma utile.
7 – BERLINESI. Ancora out Spagnolo, male Procida: nelle due gare ha tirato 4/14 dal campo con poco altro, 3 rebs 2 stoppate 1 solo fallo in tutto.
8 – CHRIS CHIOZZA. Pg/sg dal curioso destino di pedinare Mannion. Fu lui a riempire lo spot di Nico a GoldenState, è arrivato da 4 gare per tamponare gli infortuni tra le guardie del Baskonia. Mannion è tornato, ma timidamente, forse Chiozza resterà. Dice il gossip che, durante la permanenza di Chiozza a Brooklyn tra NBA e G-League, fosse il terzo del duo nights-out Kevin Durant / Mike James.
9 – CHIMA. Mi dispiace per Shengelia, Tavares o chi preferite voi: 19+13 anche ieri vs ASVEL, è lui il mio candidato MVP.
10 – SF. A proposito della sf di dimensioni o caratteristiche fisiche spiazzanti, e spesso per essere over: nella classifica dei rimbalzi totali il numero 2, 3, 4 sono proprio quel tipo di giocatore. Colson, Mirotic, Moneke.