Un altro personaggio che ha legato la sua storia con una parentesi cestistica di rilievo finito agli arresti domiciliari. Avrebbe fruttato 63 milioni di euro la frode fiscale sulla quale ha lavorato la Guardia di Finanza di Perugia e finito al fermo dell’imprenditore varesino Gianfranco Castiglioni, già fondatore della casa motociclistica Cagiva, e tre manager del gruppo, tra cui il figlio minore Davide. La Cagiva è stata sponsor e proprietaria del basket di Varese.

Il provvedimento è stato fermato dal gip di Spoleto al termine di un’indagine durata circa due anni e che hanno portato anche al sequestro delle quote di controllo della holding che coinvolgerebbe ben 14 società e del patrimonio immobiliare di famiglia. Il fine era l’evasione per ottenere illeciti rimborsi.

Il nucleo di polizia tributaria di Perugia ha operato verifiche fiscali nelle province di Perugia, Varese, Como, Milano e Padova contestando, per gli anni 2004-2011, complessivamente una cifra imponibile sottratta a tassazione di oltre 350 milioni di euro, Iva dovuta e non versata, indebitamente detratta, per oltre 410 milioni, nonché ritenute fiscali e previdenziali operate e non versate per oltre 9,7 milioni di euro.

Il gruppo imprenditoriale di Castiglioni, fondato negli anni ’50 a Varese, con stabilimenti alla Schiranna, è partito con la lavorazione dei metalli (minuteria) ed è diventato un gruppo leader mettendo sul mercato di una moto (Cagiva, Castiglioni Giovanni Varese) che piacque e si affermò nelle gare internazionali. A Spoleto possedeva la Isotta Fraschini e la Industrie metallurgiche, con circa 450 dipendenti e da un anno sottoposte a procedura concorsuale.

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