L’Italia del basket, l’Italia del basket NBA perde contro la Croazia 84-78 dopo un OT e non andrà a Rio.

Quello che veniva pomposamente chiamato il “sogno olimpico” si infrange contro la solidità dei Croati e le % di tiro degli Azzurri. Se ora quelli che potevano essere eroi si trasformeranno in cacciagione…beh lasciamo che gli esercizi venatorii siano altri a compierli. La partita ha avuto una cattiva aura fin dall’inizio, con una sospensione di 20 minuti dopo poco più di 300 secondi di gioco per malfunzionamento dei tabelloni e dei cronometri. Belinelli chiude con 18 e a lui diamo senza dubbio il titolo di MVP del Preolimpico azzurro, anche per aver giocato con la faccia spaccata e con la maschera protettiva. Resta il fatto che nonostante il bagno dei panni nel San Antonio River, alla fine dei conti la partita dell’Italia è nata con 3 prodezze in fila di Gentile, ed è morta, dopo aver acciuffato i supplementari, su due corbellerie di Gentile, come fosse una partita qualunque dell’Olimpia Milano.
Ci siamo sentiti ripetere che la FIP della Seconda Era Petrucci avrebbe riportato il basket italiano allo splendore dei mitici anni ’80, e che pietra angolare di questo Rinascimento sarebbe stato l’approdo alle Olimpiadi di Rio e la ritrovata internazionalità del basket italico. Bene, and now caro Presidente? Now, restano solo i ricatti FIBA-FIP alle società che vogliono partecipare alle competizioni di orbita Eurolega, la vera vena aurea di internazionalità del basket nostrano. Non è questione di Poeta che non doveva esserci o di DellaValle che doveva entrare nei 12; non è questione di Cervi mai usato e allora tanto valeva portarsi Polonara. Il basket europeo è cosa assai complessa da giocare, e i nostri vincono spesso quando sono ben guidati e spalleggiati. Hackett ad Atene Biancorossa, Datome col Fenehr, Melli in Germania hanno vinto Titoli e giocato Finali di Eurolega. Non è questione di talento ma di guida, e, infine, di capacità di influire da parte della Federazione. Per quanto ci riguarda, possono restare tutti, a parte uno. Veste in giacca e cravatta ma non si chiama Ettore Messina.