Se n’è andato all’improvviso, nella maniera forse più indolore per chi intraprende questo inevitabile viaggio e probabilmente più dolorosa e assurda per chi rimane e non sa darsi nè pace nè risposte.
Bresciano, classe 1958, Marco Solfrini era cresciuto cestisticamente nella sua città prima di compiere il grande salto approndando nella Capitale nel 1981. Sarebbe diventato grande contribuendo ai successi della Virtus Roma insieme con Larry Wright, Clarence Kea, Fulvio Polesello, Enrico Gilardi, Stefano Sbarra, tutti uniti sotto la guida di Valerio Bianchini. Campione d’Italia (1983), d’Europa e poi del Mondo (1984) con la canotta del Banco Solfrini conquistò anche la coppa Korac nel 1986 diventando uno dei giocatori italiani più vincenti di sempre.
Udine, Fabriano e Siena le altre tappe della sua carriera da giocatore, costellata anche da 68 presenze in Nazionale, che continuava ad onorare grazie alle rappresentative Over 50 e Over 55, con cui era diventato vicecampione del Mondo nel 2017.
Campione sul campo, persona straordinariamente semplice e allegra fuori dal parquet, Solfrini è stato colto da un malore a Parma, dove si trovava per lavoro, e a nulla sono valsi i soccorsi prestati subito dopo.