Riprende una tradizione di Baskettiamo, da me già raccolta con piacere nel 2016 sulle pagine del mensile BaskettiamoMagazine (di cui tornerete a sentire parlare): l’esplorazione dei settori giovanili del basket italiano.

Chiamatela survey, reportage, ricognizione: proveremo a considerare quale sia la salute dei nostri vivai. Il viaggio ri-inizia da Bologna, sponda Fortitudo, con due puntate in cui, a farci da guida, sarà il responsabile del settore giovanile della Fortitudo, Federico Politi.

Ogni volta che Azzurra viene eliminata o si qualifica a fatica, ogni volta che in campionato appaiono quintetti-base senza Italiani (ovvero assai spesso), ogni volta che la benemerita Olimpia Milano viene eliminata in Eurolega: giungono l’urlo di dolore e l’onda critica per la poca attenzione che le società dedicano alla costruzione dei giocatori, alla cura dei fondamentali, all’esistenza stessa di un vero vivaio o scuola di basket.  Critiche che è difficile rivolgere alla società bolognese. Questa prima parte illustrerà gli investimenti che la Fondazione che governa la Fortitudo ha operato per rendere ancora più efficiente e radicato nel territorio il proprio lavoro sui giovani; passeremo in rassegna anche l’organizzazione logistica del lavoro. La struttura societaria della fondazione sta diventando molto comune nello sport e in particolare nel basket: a volte pare solo un modo per cercare di pagare meno tasse e non trovare colpevoli in caso di insuccessi, ma per la Fortitudo la fondazione pare funzionare egregiamente: soci e sponsor contribuiscono alla vita cestistica anche con le loro professionalità “civili”, come vedremo.

Ho chiacchierato con Federico Politi nella sala comune della foresteria di Casa Fortitudo: una nuova palazzina a Castelmaggiore, pochi km da Bologna, che ospita parecchi strumenti e momenti del “mondo Fortitudo”. Gli uffici amministrativi e dirigenziali, appartamenti per i giocatori della prima squadra, foresteria che ospita al momento 8 giocatori delle giovanili, un’area dedicata ai fans e ai tifosi, con shop, bar, ristorante, schermi per vedere le partite. Gli 8 ragazzi ospitati in foresteria provengono da tutta Italia, da Lecco a Ragusa, sono seguiti in ogni momento della loro preparazione, non solo cestistica. La parte relativa al basket è ovviamente a carico degli allenatori, hanno poi due tutor scolastici e due tutor addetti al controllo delle attività serali. Sei ragazzi sono stati iscritti al medesimo liceo di Castelmaggiore che ha tutti gli indirizzi dal classico al tecnico. Trasporti, tutor e pasti (menzione d’onore per Jessica, la cuoca) sono a carico di una cooperativa di servizi il cui presidente, Pietro Segata, è anche presidente della Academy Fortitudo e membro della Fondazione. A pochi km di distanza si trova Academy Sport Village, complesso in cui si allenano sia la prima squadra che tutte le formazioni giovanili: un grande circolo di tennis rimesso a nuovo, dotato di due campi maggiori, uno dei quali omologato per i campionati giovanili Eccellenza. Inoltre 7 campi da calcetto, campi da paddle, piscina, ristorazione: per radunare tutto quel che gravita attorno alla società, non solo i protagonisti sul campo, ma anche le famiglie dei ragazzi. In modo simile ai servizi per il settore giovanile, per la ristrutturazione necessaria del complesso è stato uno degli sponsor della F, Tulipano, ad occuparsi della parte di aerazione e risparmio energetico, compresa la coibentazione delle coperture dei campi che inizialmente era stata il problema principale, dato che il parquet è assai diverso dall’erbetta sintetica del calcio. “Pur divisi da qualche km” racconta Politi “siamo molto orgogliosi di questi due cospicui investimenti, che in piccolo sono la nostra Milanello, resi necessari, anzi vitali, nel momento in cui è diventato poco, per noi come per la Virtus, lo spazio disponibile al Paladozza. Invece che inventarci turnazioni ed equilibri complicati, abbiamo preferito investire e trasferirci qui”. “Qui” è l’area, appena alle porte di Bologna, compresa tra Castelmaggiore e Trebbo, per chi ha voglia di aprire GoogleMaps, e per i giovani cestisti, oltre all’apporto sempre indispensabile delle famiglie, la F ha anche un servizio di van che integra il trasporto privato e pubblico verso il Village. Parlare della relativa dislocazione, rispetto alla precedente posizione in pieno centro a Bologna, apre la strada al discorso sul reclutamento, la capacità di trattenere i ragazzi soprattutto nelle fasce di età più giovani. “Mantenere i giocatori è spesso problema complesso, che in parte ha a che fare con la presenza di molti competitori (solo a Bologna: Virtus, Fortitudo, Invictus di recente nascita, almeno altre 5 società storiche del bolognese, ndr), ma in parte, e soprattutto per i più giovani, con l’offerta sempre più attrattiva di altre discipline, perché a 10-12 anni è legittimo voler provare tanti sport. Non più solo il calcio o il nuoto e la pallavolo, ma ultimamente anche il rugby, che da un lato è molto popolare tra le ragazze e dall’altro, parlando di tipologie fisiche dei giocatori “finiti”, si è sviluppato in modo che un grande estremo non ha un fisico molto diverso da una guardia del basket”. Quindi la creazione di un complesso come quello prima affittato poi comprato dalla Fortitudo non può che avere riflessi positivi sull’attività giovanile. Da un lato creando una sorta di “mondo biancoblu” in cui potersi non solo identificare, ma da poter vivere quotidianamente; dall’altro creando sinergie come quella culminata nell’acquisizione di HappyBasket, il settore giovanile di Castelmaggiore. Dopo gli investimenti, la logistica, la struttura del vivaio, nella seconda parte riporteremo le idee di Politi sulle questioni più eminentemente tecniche e la composizione dello staff, molto nutrito, che guida le sorti del vivaio bolognese.