Cadono le Idi di Marzo in questi giorni in cui si vanno concludendo i tornei di Conference della NCAA.

Abbiamo già una Super-Cinderella: Cal-State Bakersfield fa il suo primo giro al ballo d’onore del Torneo NCAA, e vi approda nel modo migliore e più enfatico, con un buzzer-beater da impazzire di gioia. In questo spazio, però ci dedicheremo a preparare il terreno alla prossima, prima uscita del Mock Draft 2016 di Baskettiamo.
Prepariamoci: apparentemente non sarà un’annata indimenticabile. Ci sono alcuni picchi, il più celebrato dei quali è Ben Simmons di LSU, spesso visto alle gare dei Cavs è infatti già “benedetto” da LeBron James. Non che l’endorsement di LBJ sia un gran auspicio: aveva detto meraviglie anche di Shabazz Napier, nel 2014, e vediamo tutti che fine ha fatto il piccoletto da U-Conn…o meglio, raramente, appunto, lo vediamo. In campo. Sarà anche un Draft fortemente europeo: nei primi 3 sarà Dragan Bender, PF croata che potrebbe anche sfruttare la pubblicità fornita ai giovani europei da Porzingis per diventare la Prima Scelta Assoluta. Fortemente europeo, e fortemente francese, secondo noi: a cominciare da Cornelie e Luwawu, per continuare con altri che scopriremo.
In questa ouverture, invece, ci divertiremo con un po’ di storia del Draft, dei suoi errori e delle magie scovate dai vari GM, basandoci sulla lista dei convocati all’All Star Game di quest’anno. Sono 25 giocatori, perchè consideriamo sia Chris Bosh che il suo sostituto Horford. Dei 25, 15 sono frutto di scelte effettuate in Lottery Pick position (ossia dalla 1 alla 8): LBJ, Melo, Wade, Bosh, Wall, Pau Gasol, Al Horford, Durant, Steph, Westbrook, Harden, CP3, LMA, DMC e Davis; ci sono solo 3 N.1 assoluti (LBJ, Wall, Davis).
Cinque giocatori sono stati scelti tra il 9′ e il 20′ posto: Paul George, Bimbone Drummond, Kawhi Leonard, Kobe, e Klay Thompson; un quintetto fatto e finito, che farei fatica a definire perdente con uno qualsiasi dei quintetti potenziali del gruppo di All Stars precedente.Il numero però (5 vs 15) è significativo del fatto che, uscendo dalla Lottery, bisogna cominciare a saper guardare, valutare e scegliere i giocatori, perchè la possibilità di riuscita ad altissimo livello diventa drammaticamente minore: un terzo.
Tra la 21′ e la 30′ posizione sono stati scelti invece Kyle Lowry e Jimmy Butler: quanto detto sul saper scegliere assume proporzioni decisive, anche perchè la distanza tra i Draft da cui i due sono usciti è di 5 anni, quindi, in regime di “one-and-done” (cioè di stelline potenziali che di fatto restano solo un anno al college),è una distanza di proporzioni geologiche, ma, al tempo stesso un numero di giocatori relativamente ristretto: 60 in sei edizioni appunto. Proprio questa ultima considerazione rende meno impressionante il fatto che gli ultimi 3 dei 25 All Stars 2016 siano usciti dal secondo round del loro Draft. Isaiah Thomas è un esempio eclatante, essendo stato il n. 60, l’ultimo giocatore scelto nel 2011; a lui si aggiungono Paul Millsap, 47′ chiamata nel 2006 e Draymond Green, scovato nel 2012 al n. 35. Il bacino di pesca, però, è in questo caso infinitamente superiore, perchè invece che su 60, per esempio, giocatori in 6 anni, per pescare quei 3 ho avuto a disposizione 180 giocatori. Questa percentuale è senza dubbio ambivalente: posso guardare all’esito e decidere che 3 su 180 è un risultato molto peggiore che 2 su 60; posso guardare al bacino di pesca, e decidere che preferisco poter scegliere tra 180 giocatori e tentare di farli diventare materiale da All Star Game. QUel che resta vero è che, Lottery Pick a parte, le qualità di analisi e perspicacia dei GM e degli scouts devono essere davvero aguzze. Per finire divertendoci, ecco qualche bel disastro da Draft Night. Nel 2006 prima di Lowry (24) e Millasp (47), ma anche di Rajon Rondo (21) e dello sfortunatissimo Brandon Roy (6) furono chiamati, al 4 e 5, Adam Morrison e Sheldon Williams….CHI??? Nel 2009, stesso discorso per Hasheem Thabeet (2) che fu chiamato prima di Harden (3) e Jonny Flynn (6) che ha avuto il proprio nome pronunciato un posto prima di Steph Curry. Oltre ad avere 3 All Stars 2016 (Wall-George-DMC), il Draft 2010 si segnala per qualche altro picco (Favors-Monroe-Evan Turner), ma in generale ha avuto esiti di solidità assoluta, avendo tutti i primi 19 chiamati protagonisti ora nella NBA con rendimento che va da ottimo a pienamente sufficiente. Tornando ai disastri, come tacere del fatto che nel 2011 Jimmer Fredette fu scelto un posto prima di Gemello Klay? La scienza del Draft è difficile, ma si basa su qualità di osservazione, visione futura, intuizione che ogni manager o scout della NBA dovrebbe avere: non sempre è così, non sempre la professionalità è accompagnata dalla fortuna, ma quando accade, ci si ritrova come i Denver Nuggets, che si stan godendo l’esplosione di Nikola Jokic, arrivato quest’anno ma scelto nel 2014 col n. 43: autentico steal di quel Draft.