Le ore precedenti alla notte di Heat e Warriors hanno visto nascere l’embrione di una notizia teutonica.

Non saprei giudicare se sia notizia buona o cattiva. L’istinto, certo, porterebbe ad essere contenti nell’apprendere che Dirkone Nowitzky potrebbe giocare non solo un altro anno, ma altri due. Tra sue motivazioni e spinte che arrivano da Cuban e Carlisle, gira voce che il Tedesco potrebbe rinunciare alla sua player option per l’ultimo anno del contratto, uscirne, e rifirmare per altri due anni. WunderDirk visto all’opera quest’anno, però, per quanto sempre magnifico, è parso a volte davvero sulla rampa, e con la giusta tempistica, del ritiro. Non vorremmo che aggiungere un anno significasse sfornare un’annata come quella di PP ai Clippers, appena terminata. Il tempo chiarirà, ora veniamo alle due gare disputate stanotte.

AIR CANADA CENTER, TORONTO. MIAMI HEAT 102 – TORONTO RAPTORS 96 (OT)
Non tragga in inganno il punteggio: la superiorità di Miami è stata molto evidente, e solo una serie incredibile di sciocchezze sul finale dei regolamentari e poi anche nelle ultime battute dell’OT ha contenuto il passivo Raptors. Kyle Lowry (7-4-6 con 3 rec, ma un altro 3/13) è nel mezzo della peggiore striscia di tiro della sua carriera: con stanotte sono 8 partite che tira sotto al 40%. Ciononostante, fedele al suo soprannome di Subcomandante, è stato lui a prendersi ed infilare il tiro da metà campo che ha dato la parità all’ultimo secondo, e altri 5′ di vane speranze, a We The North. Entrambe le formazioni erano reduci da una Gara7, giocata nella stessa notte, e quindi, anche per questo, coach Spoelstra ha fatto vedere campo anche Stoudemire e Haslem, e a 10 uomini invece degli 8 della bella vs Charlotte, con la differenza che a non vedere campo è stato McRoberts: dei 5 panchinari impiegati, però, solo Richardson e Winslow hanno avuto minutaggio elevato, perchè gli altri 3, insieme, hanno giocato 21 minuti scarsi. Per Miami, però, la brutta notizia arriva dal ginocchio di HW: il Re delle Stoppate ha giocato sul dolore senza dire nulla ai medici, e rischia di saltare Gara2. Coach Casey, invece, continua nella sua preferenza per Powell invece che per Patterson, col risultato che il rookie da UCLA oscilla nel rendimento come è ovvio che accada, mentre il veterano sta perdendo totalmente confidenza (2+3 in 18′). Miami continua a massacrare gli avversari sotto le plance (52-43 anche vs Toronto), e prosegue nel suo gioco di palla rimestata e 1vs1 (12 soli i canestri assistiti su 40). Per ora la sorgente del gioco è Goran Dragic (26-6-2), mentre la boa è ovviamente D-Wade (24-6-4). Il fatto che le due guardie tirino come stanotte 20/41 (ossia sostanzialmente al 50%) è ovviamente fondamentale, a maggior ragione quando le percentuali in cui si specchia il Dinamico Duo della parte avversa dicono 12/35. Il control game è tipico di entrambe le squadre, e il fatto che in questo tipo di stile brilli lo Sloveno non è affatto casuale: si tratta, per chi segue meno la NBA, di tipico basket da Eurolega o da Campionati Europei, cosa in cui Goran è abbastanza versato e di cui è decisamente esperto. Senza rimbalzi, e con % orrende, è stato necessario che gli Heat mettessero del loro per riportare in partita i Raptors, e infatti, dopo una serie di rimesse buttate (addirittura fischiato un passi su rimessa da fondo a JJ, cosa che non vedevo da quando la facevo io al minibasket), palle perse e tiri forzati, durante un TO si è visto Wade esprimersi in un cazziatone solenne ai compagni. Anche l’OT ha seguito la sceneggiatura dei regolamentari: Miami gioca, Toronto no, Miami tira il doppio, Toronto la metà e non la imbuca mai. Per i primi 3 minuti e mezzo, nei quali i Raptors, semplicemente, non segnano. Inchiodati a 90 mentre gli Heat arrivano a 98. Poi nel finale sono gli Heat a smettere di giocare, Toronto recupera, ma stavolta i nervi dei beniamini di South Beach sono più saldi, e arriva la W in 53′.
Serie 0 – 1, Miami vìola subito l’arena dei Raptors.

ORACLE ARENA, OAKLAND. PORTLAND TRAILBLAZERS 99 – GS WARRIORS 110
Occhio ai lunghi di Golden State. Orecchio alle parole di Steve Kerr prima dell’nizio del periodo finale. Pacca sulla spalla ai Blazers, poveracci. Golden State parte malissimo al tiro. In particolare Shaun Livingston (che però, con le ginocchia che si ritrova, soffre particolarmente l’aumento di minuti dovuto all’infortunio di Steph), ma non ci sono innocenti nell’inizio dei padroni di casa, se non Andrew Bogut, che a un certo punto del 34-21 messo in opera dai Blazers nel primo quarto era il miglior realizzatore dei suoi, con 4 pti, e 2/2. Occhio anche alle percentuali dei centri Warriors, che scopriremo ulteriormente. Secondo e terzo periodo vedono Portland tirare con % oniriche, soprattuto da 3, e gli Warriors inseguire e portarsi parecchie volte a 9 pti di distacco, o anche meno, sempre però venendo ricacciati indietro, fino a trovarsi sotto di 11 quando D-Lill (25-4-6 con 6/11 da 3, ma 8/20 totale e nulla nel quartoparziale) inchioda allo scadere del terzo quarto la tripla che dice che in quel parziale ne ha infilate 4, e che sempre in quei 12′ i suoi punti son stati 17. Prima dell’inizio del quarto periodo, nella intervistina di rito, Kerr afferma che i suoi hanno giocato con impegno fino a quel momento, ma “not intelligently”. Detto fatto, il quarto inizia 8-0 per gli Warriors, 8 tutti di Festus Ezeli, l’altro centro, tutti con la stessa azione, per un bel 4/4. Aggiungete la solita grinta di Dray-G (17-14-7, 1 rec, 4 stoppate), aggiungete che Klay (27-3-3) si sblocca in attacco ma anche in difesa (Lillard non segna nell’ultimo quarto), aggiungete che si inaugura il festival della stoppata per gli Warriors (una clamorosa di Green su Plumlee: 20 cm almeno separano l’apice della calotta cranica dei due..), ecco servito un quarto disastroso per Portland. Alla fine del terzo periodo i Blazers avevano il 54% da 3 e il 50% totale, al termine della contesa avranno il 43 e il 44 rispettivamente: 12 punti spremuti con fatica indicibile, e sconfitta che li proietta cupi sull’aereo per il ritorno in Oregon. Vista la partita, l’impressione è che se hanno vinto anche questa, gli Warriors son davvero di un altro pianeta. E l’infortunio di Steph? Lui dice di farcela per Gara3, il management di GS dice Gara4. Sul 2-0 potrebbero spuntarla i signori delle scrivanie.
Serie 2-0, GS mantiene il fattore campo e vola in Oregon.