Nella notte NBA, spiccano la prestazione di James Harden, la controprestazione degli Hornets, la rimanta dei Cavs, e non è una notizia le sconfitta numero 16 di Philadelphia.

WELLS FARGO CENTER, PHILADELPHIA: DALLAS MAVERICKS 110 – PHILADELPHIA 76ERS 103
E fanno 16. Nelle trasmissioni sportive USA si parla dei 76ers in questo modo: all’inizio e alla fine del tempo loro dedicato si ricorda fuggevolmente il risultato della partita e il loro record, per tutto il resto del servizio si cerca cosa accadrà il prossimo anno, o fra due o tre. In questo modo dando implicitamente ragione a chi, negli uffici della NBA, sta pensando a come rivedere le regole di accesso al draft in posizione Lotteria. Dallas, in un momento non brillante soprattutto al tiro, (ancora 44% da 2 e sotto il 30% da 3) non scava un grande divario tra sé e Phila perché non ce ne è bisogno, perché Dirk viene lasciato riposare, perché giocare contro squadre così deboli inevitabilmente conduce a passaggi di completa deconcentrazione. Il dominatore della magra serata di basket è Tyson Chandler, +29 di +/-, con 20pti e 13R. Phila inizia il match perdendo nel primo quarto i palloni che sarebbero troppi per una intera partita, 13. Guardando le cifre MCW parrebbe autore di una prestazione sontuosa: 18-10-16……ma con 4/16 al tiro e 5 perse, per cui i migliori dei 76ers sono KJ McDaniels (21+13) e il Russo Shved (18-4-5).

 

VERIZON CENTER, WASHINGTON D.C.: NO PELICANS 80 – WASHINGTON WIZARDS 83
Omer Asik, il centro di NO, gioca 28 minuti, prende 9R, ma non segna e non fa falli, e ha qualche responsabilità nella miglior serata in stagione dell’avversario, Gortat: 24+13 e 4 stoppate. In una serata con 3 ex Kentucky Wildcats (Wall, Davis, Darius Miller) solo le due stelle Wall e Davis vedono il campo. Anthony Davis viaggia sempre a 40 minuti, mettendosi sul libro per 30+13 ma anche 4 perse. John Wall è in una brutta serata di tiro, ma si mette a disposizione con 11pti, 7A, 3R e 3 recuperi. La gara è equilibrata fino alla fine, nonostante New Orleans in pratica giochi senza panchina, e ci vuole una tripla dalla punta di Paul Pierce per mettere il +7 che non sarà più rimontabile a favore dei Wizards.
PHILIPS ARENA, ATLANTA: CHARLOTTE HORNETS 75 – ATLANTA HAWKS 105
Il datore di lavoro degli Hornets, come si sa, è Michael Jordan, ma la guardia Lance Stephenson deve aver equivocato sul titolo di His Airness che il buon MJ aveva da giocatore: infatti manda in giro per il palazzetto ben 3 air-ball sui primi tre suoi tiri di serata. La squadra che, pur da ottava, raggiunse i playoffs lo scorso anno è disorientata e in affanno, principalmente dal lato offensivo del campo: 75 punti (33% globale, 21% nelle triple) sono la miseria che conduce le Api alla nona sconfitta consecutiva. Tutti inguardabili gli Hornets, salviamo solo Biyombo, che scrive 7+11, ma i soli 7pti sono frutto di un 3/4 al tiro. Atlanta continua la sua tradizionale marcia solida in regular season, per ora è quarta nella Eastern Conference e una delle migliori squadre nel tiro da tre. Data la facilità dell’ impegno, coach Budenholzer ha dato minutaggi diffusi, quindi nessuna prestazione-monstre: segnaliamo i 18pti di Millsap, i 10A di Teague, e che il centro Horford (come accade anche a Ibaka di OKC) si sta specializzando in una efficacissima tripla angolare (1/1).

 

QUICKEN LOANS ARENA, CLEVELAND: INDIANA PACERS 97 – CLEVELAND CAVS 109
Terza in fila per Cleveland, stavolta contro Indiana. I Cavs volano sulle ali dei loro nuovi Big3, stavolta forse per la prima davvero tali insieme. Per Indiana son tornati West e i due CJ, Miles e Watson, ma pur lottando (a meno 5 ancora nell’ ultimo quarto) non era possibile fermare i gold&wine stasera. Assente Varejao, parte Tristan Thompson che mette 13+11. Love 28+10, Kyrie 24-10-5, serata tranquilla per LBJ (non credo gli sia dispiaciuto..) 19-2-7. Molto tempo in campo per il quintetto dei Cavs, anche perché in panchina poco si trova, e infatti dai panchinari poco è stato offerto. Come spesso accade in questi casi, la Panchina di Indiana ha surclassato quella dell’Ohio, tenendo in partita i Pacers: il trio Scola-Allen-Coplend ha combinato per 31-16-8.

 

ENERGY SOLUTIONS ARENA, SALT LAKE CITY: LA CLIPPERS 112 – UTAH JAZZ 96
Comincia a diventare seria la stagione dei Clippers? Fedeli al motto che chi vince pur restando non brillante e anzi un po’ farraginoso è in realtà pericoloso, si potrebbe azzardare risposta affermativa. I Velieri sono squadra-Paperino per eccellenza, e giocano molto meglio in trasferta che in casa. Anche perché casa loro non è loro, ma dei Lakers, e fuori da LA offrono prestazioni molto più sciolte. Stasera il loro uomo è stato (come spesso capita) Blake Griffin, che è entrato nella NBA parendo uno dei cattivi di Space-Jam ed è diventato un giocatore sontuoso, capace di fare palleggio – step back dietro la riga – canestro da3. Vero che spesso è stato marcato da Kanter che è troppo macchinoso per tenerlo, ma insomma..per lui 28-6-3 col 70% a tiro. Utah continua il suo processo di apprendimento sotto coach Snyder, ultimamente ne hanno perse un paio di troppo, ma le promesse restano e restano buone. I loro totem sono Hayward (30 pti) e Favors (19+7). Maluccio stasera le guardie Burks&Burke, schiacciate dalla rotazione a 3 dei Clippers, in cui Crawford continua a sfornare ventelli dalla panchina..
BRADLEY CENTER, MILWAUKEE: HOUSTON ROCKETS 117 – MILWAUKEE BUCKS 103
Il ginocchio di Howard continua a scricchiolare, e in sua assenza la mano di James Harden continua a scrivere 30 o più, stabilendolo al momento al primo posto nelle proiezioni per MVP della Lega. La prestazione di Barba (34-6-8 con 4/5 da 3 e 12/13 ai liberi) è stata mirabilmente assistita da Jason Terry formato Cocoon (35minuti, 18-6-5), dal solito minutaggio extralarge di Ariza (41min, 14+10) e da un ottimo duo europeo Papanikolaou+Motiejunas (combinano 32-9-8 con 14/19 al tiro). Alla fine i punti di scarto sono 13, ma nessun parziale è stato deciso da un margine superiore ai 6: i Bucks (privi di Pachulia) hanno lottato da par loro, quinta franchigia ad Est, con un Jabari Parker da 19+9, una prestazione in cui spiccano i 14 liberi lucrati (13 a segno), i quali sono l’indice e la conferma di un giocatore che non ha avuto nessun problema ad inserirsi nella Lega e a guadagnarsi il pieno rispetto di arbitri e avversari. Il discorso che vale per Harden sulla corsa al MVP assoluto, vale per Jabari riguardo al titolo di Rookie of the Year.