Nessuna sorpresa nelle 6 gare NBA di stanotte, fino a che…

….i San Antonio Spurs hanno deciso di mettere in pratica la loro versione di par-condicio. Dopo aver mandato gambe all’aria una W ieri contro i Clippers, si sono ripetuti graziando i Lakers. I Lacustri affrontavano la gara con la maglia delle loro origini, targata Minneapolis, e avrebbero meritato la sconfitta solo per l’agghiacciante azzurrino delle loro uniformi: gli Spurs, però, dopo aver messo insieme come una diligente formichina 6 pti di vantaggio (+1 +2 +3 nei primi tre periodi), si dimenticavano di segnare nel quarto periodo. Solo un canestro (un runner molto difficile da 4 metri di Forbes) nei primi 5 mins, coi Lakers capaci di rimontare e passare in vantaggio, grazie soprattutto a KCP (21-6-6, 6/9 dal campo), Channing Frye (19+4, 3/3 da 3 8/9 totale, unico errore una schiacciata..), e Kuzma (30+5). Le % di LA (54% sia totale che da 3) sono state alte durante tutta la gara, mentre SA sopravviveva solo grazie ai liberi (27 tirati); nell’ultima azione i ragazzi di Pop venivano salvati dalla Fortuna, che faceva uscire chissà come il lay-up di Hart che avrebbe dato la W nei regolamentari ai Lakers: davvero un tiro che 99 volte su 100 finisce dentro. L’overtime non aveva storia: solo 4 pti per SA, che in pratica, negli ultimi 17 mins della partita, ha saputo mettere punti a tabellone solo tra il min 5 e il 10. Per i Lakers una W gratificante e cosmetica: occorre farsi belli per invogliare LeBron James a trasferirsi…ah, no, aspettate, ha già una casa a Los Angeles.

I Celtics plurinfortunati finiscono presto la benzina e la mira a Toronto: dopo un buon primo quarto finiranno al 13% da 3 e al 33% totale dal campo, con solo l’ottimo Morris di questo periodo (quando non scimmiotta di baciare il….ai refs) a 21+5 col 50% al tiro; nei Raptors 15-3-4 per quello che secondo noi non sarebbe un malvagio Sesto Uomo dell’Anno: Freddy VanVleet. Terza gara coi Grizzlies per Marshon Brooks e terzo 20+: 25-4-7 con 2 rec dal pino per l’uomo che non andava bene secondo la dirigenza dell’Olimpia Milano e del coach di allora Luca Banchi (quello che con la Mens Sana si trovò ad essere 7-1 nelle Sweet16 di Eurolega e riuscì a farsi eliminare chiudendo 0/6, quello che è stato cacciato da Torino e sta accumulando sconfitte in Germania); Memphis ugualmente travolta da Nola, capace di un’esplosione offensiva davvero rimarchevole: Davis 28, Mirotic 25 (10/12), Moore 30 (7/10 da 3) e Rajon Rondo a dirigere con 13 assists. Anche senza Embiid (operato per la frattura orbitale, tornerà nel migliore dei casi a filo dei Playoffs) i 76ers continuano a vincere (sono alla 12 consecutiva) e il Beli continua a sfornare grandi partite: 19-4-2 con 3 rec e il 50% dal campo per lui contro Detroit sempre priva di Blake Griffin (Tolliver 25 con 7/8 da 3). Nella striscia vincente dei Sixers Belinelli contribuisce con 14.75 pti/gara e il 43% da 3. Diseredati vs Fannulloni vede i Mavs perdere dai Magic (Aaron Gordon 20+4), e i Miami Heat vincono ad Atlanta: dopo un paio di settimane come sf titolare (da back-up pg che era) Josh Richardson mostra di aver imparato bene la nuova posizione come voluto da coach Spoelstra: MVP della partita con 19-4-2, 3 rec, 4 stoppate, nessuna persa.