Lo Sport ne vince una e ne perde una, in conclusione della regular season NBA.

Erano 14 le gare in programma, 7 di esse erano decisive per la definizione di chi andava o no ai PO e/o di come sarebbero stati gli incroci della post-season. 7 gare, 14 quintetti-base per 70 giocatori: ben 24 di essi sono stati tenuti a riposo, proprio nelle gare in cui più importante (e decente) sarebbe stato mantenere l’equità competitiva. Lo Sport vince con i Boston Celtics, che vincono la Eastern Conference in RS, guadagnandosi, e mai tale parola fu più meritata e giustificata, il N.1 dell’Est nei PO. Lo Sport perde con la eliminazione dei Miami Heat, la più bella sorpresa dell’anno, tenuta fuori a forza di riposini e passaggi a livello alzati concessi dagli avversari ai due contenders degli Heat per l’accesso ai PO: Pacers e Bulls. Come rimarcato dal Commissioner della NBA Adam Silver, questa cosa dei riposini sarà severamente affrontata il prossimo anno, perché mina la decenza di una competizione, e la NBA, che è il più alto palcoscenico sportivo al mondo, non può permettersi certe cadute.

 

 

TD GARDEN, BOSTON. MILWAUKEE BUCKS 94 – BOSTON CELTICS 112

Ora che leggete questo Recap, sappiate che siete nell’anniversario numero 60 del primo Titolo conquistato dai Celtics. A parziale celebrazione di quel momento, stanotte hanno battuto Milwaukee, che non aveva 3/5 del quintetto abituale. E’ stato un progressivo lavoro ai fianchi, quello di Boston, caduta anche sotto di 13. La scintilla è stata fornita dall’uomo più utile di tutta la NBA, Isaiah Thomas (13-4-8), che ha segnato sul finire di secondo quarto 12 pti in 127 secs, fornendo anche 2 assists: tutti i 16 pti dei Celtics in quei secondi sono usciti dunque dalle sue mani con simmetrica perfezione (assist-2liberi-tripla-penetrazione-tripla-2liberi-assist), prima che l’ennesimo capitombolo del nanerottolo su un contatto non fischiato consigliasse coach Stevens di lasciare IT4 in panchina mentre i compagni iniziavano la definitiva demolizione della resistenza dei Bucks. Conferma del valore di Malcolm Brogdon (11-5-3 con 1 rec e 1 stoppata) per MIL, che ha avuto modo di schierare per la quinta volta in questa fine di stagione un illustre “junior”, Gary Payton the Second, il figlio meno talentuoso del grandissimo The Glove: 3-7-5 lo score del rampollo, che dice di non tanto tiro ma tanto impegno. Segnaliamo, sempre nei Bucks, due giocatori cui accoppiamo la definizione “che peccato, se solo fosse”. Che peccato, se solo Greg Monroe fosse capace di difendere e di essere concentrato in più del 25% delle gare in cui gioca, sarebbe una Stella: per esempio, oltre alle sublimi qualità offensive, GM, da quando è entrato nella NBA, è dietro solo a Howard, DAJ e Drummond per reboff conquistati. Che peccato, se solo Michael Beasley avesse avuto una testa diversa e meno incline a comportamenti più da gangster che da giocatore, anche lui sarebbe stato una Stella: ogni volta che torna a giocare dopo pause non dovute ad infortuni, beh, il suo talento splende, e tanto. Per i Celtics segnaliamo le prove di Amir Johnson (16-5-1 con 1 rec e 1 stoppata, senza palle perse, e 6/7 al tiro compreso 2/2 da 3) e di Gerald Green, che spesso non viene messo in campo, ma, quando ci mette piede, fa sempre bene quello che gli viene chiesto: instant offense, 18 con 15 tiri in 21 mins, aggiungendo 6 rimbalzi. Boston trova Chiacago al primo turno dei PO, i Bucks se la vedranno vs Toronto.

 

QUICKEN LOANS ARENA, CLEVELAND. TORONTO RAPTORS 98 – CLEVELAND CAVS 83

Reiterati riposini durante la stagione, non particolare rispetto per gli avversari e nemmeno per la NBA, da parte dei Cavs. Stanotte, in una gara in teoria fondamentale per la vittoria della Eastern Conference, e per il relativo accoppiamento nel primo turno, e per il fattore campo da poter avere (o no) fino alle Finals, coach Lue ha tenuto in panchina tutti e 3 i Big3. Contenti loro. Solo DMDR a riposo per Toronto, con pennichella concessa anche ad Ibaka. La partita è durata meno di un quarto, fino al 17-16 Cleveland, quando, accesi dal Subcomandante Lowry e Norman Powell (25 con 13 tiri), i Raptors infilavano un parziale di 37-17 per chiudere il primo tempo. Primi canestri in continuità per il Brasiliano Bruno Caboclo: scelto dai Raptors tra lo stupore generale nel 2014 con il titolo pesantuccio di “Durant carioca”, ha finora faticato, ma stanotte 11+4; prima tripla in carriera per Valanciunas, segnale di come fossero aperte le gabbie nel secondo tempo. I Cavs, unica notazione di interesse, hanno fatto esordire Walter “Edy” Tavares, 223 cm e 25 anni da Capoverde, una vita al GranCanaria nella Liga ACB prima di inziare nel 2016 l’avventura statunitense: tanta D-League dopo esser stato scelto dagli Hawks, nominato all’AllStarGame 2017 della lega di sviluppo, e infine eccolo Cavalierizzato. Nella Liga contendeva gli onori di miglior giovane lungo a un certo Porzingis, allora a Siviglia. I Cavs hanno bisogno di un rim protector, che non sarà Larry Sanders, firmato e rilasciato per, probabile, i soliti amorucci col thc. A noi il pinnacolo capoverdiano piace parecchio, vedremo se saprà sfruttare la chance: certo iniziare direttamente coi PO sarà un severo impatto. I Cavs avranno al primo turno i Pacers, secondo noi squadra male allenata ma pericolosa in postseason: PG13 è il miglior difensore mai visto su LBJ, e poi a Indiana è tornato Lance il Matto…ricordate la soffiatina negli orecchi? Sarà un primo turno da godere.

 

UNITED CENTER, CHICAGO. BROOKLYN NETS 73 – CHICAGO BULLS 112

Una delle gare della non decenza. Dopo il passaggio a livello alzato regalato dai Magic, battuti di quasi 50 pti, i Bulls ricvono un altro regalo dai Nets, che, chissà perché visto che non sono attesi dai PO, fanno riposare tutti gli uomini da 1 a 6 nella loro rotazione abituale, e giocano con quelli da 7 a 15, con la sola eccezione di RHJ. Bulls col quintetto titolare, ovvio. Pagina poco edificante in cui brillano per Chicago Jimmy-B (25-6-4 con 4 rec e 2 stoppate) e il rookie germanico Zipser (21-6-2 con 5/7 da 3..primo quintetto all-rookie?..se non lo è, ci va molto vicino), per i Nets Archie Goodwin (20-7-4 con solo 11 tiri).

 

BANKERS LIFE FIELDHOUSE, INDIANAPOLIS. ATLANTA HAWKS 86 – INDIANA PACERS 104

Altro capitolo della stessa storia: Atlanta riposa tutto il quintetto, e lascia campo libero ai Pacers in formazione-tipo. George va in doppia-doppia (32-11-3) dopo aver pagato la multona per la tirata anti-arbitri, l’ennesima da parte sua e per l’ennesima volta non del tutto ingiustificata. Due indizi, secondo Agatha Christie, non fanno una prova, ma cominciano ad esserlo: secondo strano sciopero bianco di Monta Ellis; vs Phila 3 tiri e 3 punti, stanotte 4 tiri, 0 pti e zero di tutto il resto. Indianapolis è una città tranquilla, fin troppo dicono: penso che lo stesso non valga per il locker dei Pacers, pensando per esempio a come le braccia conserte di Ellis non siano molto posteriori all’arrivo di Lance il Matto. Negli scampoli di Atlanta fa il suo il vecchio hidalgo Josè Calderon (12-1-5).

 

AA ARENA, MIAMI. WASHINGTON WIZARDS 102 – MIAMI HEAT 110

Vero, anche gli Wizards hanno panchinato 3/5 del quintetto (Wall-Beal-Morris), ma tra i riposini di stanotte e quelli recenti, gli Heat sono stati derubati di una cosa che avevano ampiamente meritato: i Playoffs 2017. Del non aver tankato abbiamo già detto. Rimarchiamo qualche altro dato. Mai nella storia della NBA e dello sport pro americano in generale (soccer-hockey-baseball, il football gioca troppo poche partite all’anno) una squadra aveva riguadagnato il 50% di record dopo esserne stata 13 gare sotto: gli Heat hanno fatto l’impresa partendo da 19 gare sotto. Hanno inoltre ridato alla Eastern Conference il primato sulla Western: dopo anni in cui ad Ovest rimanevano fuori dai PO squadre con il 60% (per es. i Suns 2014), l’Est ha una squadra al 50% fuori dalla postseason, mentre la nona dell’Ovest è al 48%. Piccoli segnali, ma grandi nell’economia di una Lega che vive anche di rivalità incrociate. Tributiamo i massimi onori ai Miami Heat citando la prestazione di Hassan Whiteside (24+18) e di Goran Dragic (28-4-5), e annunciandovi che nelle nostre scelte dei Migliori, coach Spoelstra sarà Allenatore dell’Anno. Confermato il teorema-Gortat: 25 mins e Washington ko.

 

VIVINT ENERGY ARENA, SALT LAKE CITY. SA SPURS 97 – UTAH JAZZ 101

Questa era una sfida vera, perchè i Jazz, nel caso di ko dei Clippers, potevano ancora avere il quarto posto ad Ovest e il fattore campo nella certa sfida con ClipperTown. Quindi quintetti regolari, e solo, nell’ultimo quarto, una sorta di gentlemen agreement tra Pop e Snyder, per giocarsela senza le Stelle in campo: negli ultimi 12’ meno di 2 mins per Kawhi (14-5-2), zero per LMA (18+5) negli Spurs, zero per Hayward (14) e Hill (13) e pochissimo Gobert (13+9) nei Jazz. La vince Utah, dopo che SA era stata messa avanti da 2 triple, una delle quali per un gioco da 4 pti, di Bertans, il Lettone che ci fa impazzire. Il protagonista per i Jazz è stato Mack, 13 pti di cui 11 nell’ultimo periodo. Occhio a Mack: tutti sanno che ha solo la mano destra, ma provate a fermarlo, e mentre provate guardate la dimensione del collo di questo running-back che il basket ha strappato al football americano.

 

STAPLES CENTER, LA. SACRAMENTO KINGS 95 – LA CLIPPERS 115

Nessun giochetto di riposini nemmeno allo staples Center. Anche perché coach Joerger dei Kings è uno che viene dalla gavetta delle minors e conosce il valore dei minuti passati sul palcoscenico top dello sport. E inoltre era anche l’ultima gara del futuro sicuro Hall-of-Famer, Paul Pierce. A meno che non giochi per esempio un minuto l’anno prossimo nella prima gara dell’anno coi Celtics, onde chiudere in biancoverde. I Clippers vincono e si tengono il fattore campo nello scontro ai Playoffs vs Utah, il più bello dell’intero panorama delle due Conferences al primo turno. Tutto il quintetto di ClipperTown in doppia cifra, e con 32/57 al tiro. Non male…altro che riposini.

 

In RapidFire, l’ultimo della stagione, le altre gare.

Pelicans di misura (103-100) corsari a Portland, con 15 del “cinese” Jordan Crawford e 12+16, primo acuto in carriera, per il rookie dal Mali e da Kansas U. Cheik Diallo, cui risponde per Portland Noah Vonleh: 12+19; in due anni gli Warriors hanno perso solo 6 gare nell’ambito della Pacific Division, e ben la metà vs i Lakers: non è stato il caso di stanotte, con facile W per Steph (20-5-8) e KD (29-8-5); W esterna per Dallas, a Memphis, e 15 pti per Brussino l’Argentino; Carmelo segna 17 aiutando i Knicks a battere di 1 i Sixers: molti sono convinti che sia stata la sua ultima a NY..vedremo; due dei nostri preferiti sugli scudi per la W di Orlando in casa vs Detroit: il mirtillo Ish Smith fornisce ai Pistons 20-4-10, mentre Aaron Gordon rimanda i tifosi della Florida al prossimo anno con 32+12; Houston batte Minnie, con tripla doppia di Harden (27-10-12) e nello stesso momento, KAT chiude in doppia-doppia (28+21), diventando il più giovane della storia ad aver raggiunto 20+10 di media in carriera: è solo al secondo anno, e già è nella storia; i Nuggets hanno con orgoglio, pur esclusi dai PO, battuto OKC con Jokic a 29-16-8 più 1 rec, 5 stoppate e una gif con una pernacchia inviata a Stefano Michelini e al suo pupillo Tessitori, mentre l’uomo che ha fatto la Storia di questa annata, Russell Westbrook, ha chiuso un po’ così: 5-5-8, 18 mins, 2/10 al tiro.

 

Per quest’anno, la Regular Season vi saluta. Arrivano i PO!! Prima, leggete le nostre classifiche dei migliori della stagione: io e Luca Morucci abbiamo idee diverse, quindi avrete il doppio da leggere!