7 gare stanotte, e almeno due sospironi di sollievo.

Il primo arriva dal palazzetto dei Prestiti Accelerati, dove i Cavs dopo qualche tempo riescono a vincerne una in casa (112-90). Avversario comodo: gli orribili Pistons di questo finale di stagione. Orfani sempre di Reggie Jackson, senza una pg che possa dare il cambio al pur valido Ish Smith, la Detroit dell’era-Griffin sta naufragando, allontanandosi sempre più dai PO. Ora sono noni, quasi con lo stesso record dei fallimentari Hornets e a 5 gare dall’ottavo posto: difficile recuperarle in poco meno di 20 partite. La corsa alla post-season dell’Est è praticamente decisa, sono da trovare le esatte posizioni da 3 a 8, e i Cavs dovrebbero riuscire a tenersi il terzo posto anche se Pacers e Wizards sono vicinissimi. Il miglior Cavaliere stanotte è stato Nance Minore (22+15), che riempie bene la maglia del padre: era stata ritirata, ma con il benestare di Senior ora il #22 calca di nuovo le tavole senza passare in stamperia per il cognome. Dalla panchina dei Cavs arrivano anche, combinati e con numeri praticamente identici, 23-12-4 con quasi il 50% al tiro dalle guardie di ricambio Osman e Clarkson; per Detroit 25-8-5 di Blake.

L’altro sospirone viene da Alamo, dove erano nella stessa situazione dei Cavs, resa peggiore dalla maggior competitività della Western Conference. Gli Spurs battono i Grizzlies, ma ribadiscono le enormi difficoltà offensive. San Antonio segna tanto quando non difende troppo, e perde; per subire poco deve segnare con difficoltà, e spesso perde lo stesso. E’ questione di quintetti e rotazioni, di personale da difesa o da offesa che non riesce a trovare il giusto bilanciamento. Stanotte è servito un Parker come 6/8 anni fa (23 con 10/14 in 26 mins off the bench) per spuntarla (100-98) contro uno dei peggiori attacchi della NBA. Marc vince 23-0 il duello in famiglia, aggiungendo 10 rebs, ma a noi piace dare il MVP dei Grizzlies all’elicotterone, ora raffinatosi, Jamychal Green (14-15-5 con 2 stoppate), uno su cui avevamo puntato fin dalla SL 2014.

A Chicago privi di Kyrie, i Celtics hanno infilato 39 pti nei primi 14 mins, obbligando il coach dei Bulls a chiamare ben 3 time-outs, uno ogni 4:40 di gioco. W 105-89 con tanto garbage staff a lungo in campo. Impressionante Jaylen Brown, che a parte qualche tripla non sbaglia nulla, e chiude 21-4-3 con un plus/minus di +29 in 28 mins; avviso dalla panchina Bulls: Omer Asik, centrone turco da 0 minuti stanotte, è pronto per tornare in Europa e chi vuole vincere la prossima Eurolega farà bene a sondare il terreno. Continuano le sfide caldo-freddo nella Eastern Conference, chi vince perde la notte dopo e viceversa: stanotte i Bucks hanno perso ad Indianapolis (92-89). I Pacers stanno godendo di un Bogdanovic da 22.5 di media nelle ultime 4, con 13/22 da 3: stanotte 29-4-3 con 2 rec. Essendo ormai i Pistons in caduta, sia la sconfitta di MIL che la W di Miami su Phoenix non cambiano di molto la situazione delle due squadre, che hanno ora lo stesso record 34-30. Contro i Suns, peggior difesa NBA con più di 113 subìti a gara, i problemi offensivi degli Heat (nemmeno 102 realizzati di media) non si sono visti: ogni quarto terminato a 30+, tanto riposo per tutti e spazio per i 24+13 con 3 stoppate di Hassan Whiteside. In piena corsa per i playoffs, anzi: una delle migliori squadre da dopo l’ASG, sono gli Utah Jazz. Hanno regolato i Magic affrontando qualche passaggio a vuoto all’inizio e al ri-inizio, ma la difesa è l’arma che li sta sostenendo anche quando perdono 15 palloni su un totale di 73 tiri dal campo. Significa che han buttato più del 20% dei possessi, obbligando però i Magic a tirare con il 34%. 21+17 con 2 stoppate del sempre inspiegabile Gobert: inspiegabile come con quel fisico sappia abbinare potenza ed armoniosa eleganza.

Infine i Lakers. In ottimo periodo, come testimoniato dalle 5 W consecutive con cui si apprestavano ad ospitare i Blazers. Lonzo, nonostante l’insopportabile padre, sta convincendo tutti che nelle sue vene il Basket scorre copioso, e anche stanotte è stato l’ultimo ad arrendersi. Ha trovato a interrompere la striscia positiva uno che ha ancora più Gioco, dentro. Dame, aka D-Lill, aka Damian Lillard ha segnato 15 punti in fila (4/4 triple, 3/4 liberi) per portare, dal minuto 5:50 al minuto 3 dalla fine, i suoi da -11 a +3 (nel frattempo l’attacco gialloviola spremeva solo un libero di Kuzma). Nel finale Thomas (19-1-7) confermava che il suo karma pare essersi fermato a Boston: a 7 secs dal termine sbaglia il libero di un tecnico (rarissimo: fallo di McCollum su una rimessa ma prima che la palla fosse giocabile sul campo) e poi si fa strippare il pallone della tripla del possibile pareggio dopo la rimessa. Lillard alla fine 39, 22 nel quarto periodo, il Bosniaco 16+16: Nurkic da Portland non vorrà mai più andarsene, secondo noi.