Enrico D’Alesio in apertura per un recap pre-ASG redatto letteralmente a quattro mani.

Sono usciti gli starters dell’All Star Game, tra poco usciranno le selezioni degli allenatori per completare il roster. A Toronto l’Est partirà con Lowry-Wade-Melo-George-LBJ in una formazione senza centri, quando Drummond gioca a Detroit ed è il miglior centro della NBA. Stesso discorso o quasi per l’Ovest, che vede come starters Steph-Weestbrook-Kobe-Leonard-Durant. Il metodo di votazione risulta ampiamente sconfessato: cosa mi fanno votare a fare i giocatori divisi Back/front court se poi ho quintetti che tengono sonto solo del numero di voti e non del ruolo? Ad aver fatto le spese più di tutti di questa situazione è stato (udite udite) Zaza Pachulia, la delizia old-school dei Dallas Mavs, che ha mancato il quintetto per la miseria di 14000 voti. Potenza del passaparola georgiano, molto più utile di quello italiano che non è riuscito a portare avanti gran chè il Gallo.

Ora che mancano le riserve, ci permettiamo di inserire i nostri personali roster dell’ASG.
Ecco i miei.

EST: Walker-Butler-Crowder-George-Drummond. E poi: IT-Lowry-DeRozan-Wall-LBJ-Millsap-Gasol.

OVEST: Steph-Lillard-Leonard-Gallo-Cousins. E poi: Harden-Kobe-Westbrook-Durant-Draymond Green-Aldridge-Anthony Davis.

Ecco quelli di Luca Morucci, che redige anche il recap di tutte le gare a parte quella di Cleveland.

EST: Wall-Butler-DeRozan-George-Drummond. Panchina: Walker-Irving-LBJ-Gasol-Whiteside.

OVEST: Curry-Kobe-Leonard-Gallo-Draymond Green. Panchina: Lillard-Westbrook-Harden-Durant-Cousins.

Nella nottata di Mercoledì era continuata l’epidemia di Supplementari, e ci erano ricascati in back-to-back sia i Knicks, vincenti in casa contro Utah con un grande Carmelo da, che Dallas, vincente contro i T’Wolves. A Houston Detroit vinceva 123-114, ma si assisteva ad un’altra parossistica puntata dello Hack-a-Tizio, con protagonista Bimbone, falleggiato addirittura 5 volte in 9 secondi (sempre da KJ McDaniel, che totalizzava meno di un minuto in campo…quando si dice “missione speciale”..), e sciagurato protagonista del record ogni tempo di liberi sbagliati: 23 (a 22 erano sia DAJ che Wilt The Stilt). Il dato di Drummond dice 13-36 dalla lunetta, e conferma la sciaguratezza sia dei giocatori che non imparano sia della regola da cambiare assolutamente. Per la cronaca, Howard si infortunava alla caviglia dopo un minuto e non tornava più, e LaBarba scriveva 33-17-14…..sì avete letto bene. La crisi di Orlando e la minicrescita dei Sixers erano certificate dalla W di Phila in trasferta allo Amway Center, con Okafor 20 ma solo 5r e Ish Smith 13+11ass. Ora che i Sixers stanno progredendo, e nonostante il record più orrendo sia ancora il loro, la palma della peggiore squadra della NBA oscilla tra Lakers e Nets, senza dimenticare Suns e T’Wolves.
Nelle gare di stanotte il primo nome del cartellone era la trasferta di Clippertown a Cleveland

QUICKEN LOANS ARENA, CLEVELAND. LA CLIPPERS 102 – CLEVELAND CAVS 115
Momento chiave a metà del secondo quarto. Quando i titolari dei Clippers (sempre senza Griffin) tornano in campo ereditano dai ricambi uno svantaggio di 1 (che poco prima era anche un +5), Dall’ingresso di CP3 10-0 poi 12-2 poi 15-5 per i Cavs, con una serie di sciocchezze non indifferenti dell’uomo da 21 milioni di dollari uscito da Wake Forest. Nel momento in cui Paul tornava in campo, era seguito anche dal ritorno sulle tavole di LBJ, che al minuto 30 aveva sul groppone solo 12 di fatica, e che da quel momento non uscirà più. La gara dei Cavs è stata incentrata a coinvolgere maggiormente nel gioco Kevin Love, per cercare di farlo sbloccare: discreta la risposta dell’uomo che finora ha giocato solo 4 gare di PO, 18+16 ma solo 4/10 al tiro e ben 5 perse. I Cavs andavano all’intervallo lungo sopra di 9, e diventavano 18 a fine terzo quarto. Game Over. Blatt continua a non usare tanto i pezzi di “medio pregio” della sua panchina: niente campo per Mo-Will, Varejao e Jefferson, probabilmente in attesa dei PO.

SMOOTHIE KING CENTER, NEW ORLEANS. DETROIT PISTONS 99 – NO PELICANS 115
Anthony Davis spaventa tutti tuffandosi su una palla vagante che fluttuava verso le tribune, l’ultimo infortunio era arrivato esattamente nello stesso modo. Il monociglio più famoso di tutti si rialza, ad avere paura stavolta sono gli avversari. Pelicans che confermano il gran momento di crescita, quarta vittoria su 5 e terza con due cifre di vantaggio. A detta dello stesso monociglio ci avviciniamo ad un possibile turning point dove ogni gara conta, così come per molte altre franchigie. NOLA trova nella notte un record di punti nel primo tempo (72-53 all’intervallo) tirando con un abbondante 65%. Nella ripresa Detroit non riuscirà più a rientrare in partita, (9 il minimo vantaggio) prontamente ricacciata indietro dal mostro da Kentucky e da uno scintillante Tyreke Evans (22 e 10 portate). Nonostante l’ormai abituale 19-22 di bimbone i Pelicans dominano anche nel pitturato: 60 punti col tiro ad alta percentuale per i padroni di casa. Non bastano nemmeno i ventelli di KCP (23) e Jennings  (20) a fermare New Orleans, troppo aggressivi per chiunque stanotte.

PEPSI CENTER, DENVER. MEMPHIS GRIZZLIES 102 – DENVER NUGGETS 101
Gasol banchetta in area sin dall’inizio, molto più aggressivo del solito e incontenibile per i lunghi di Denver. Far fare quello che vuole ad uno così è inevitabilmente qualcosa che prima o poi paghi. Pagare pagano, il conto arriva puntuale a 12 secondi dalla fine (98-97 Denver) dopo che i Nuggets  avevano trovato una gran rimonta collassano in difesa su Conley, palla per il frateĺlino di Pau, fallo e canestro, come già si era visto almeno 4 volte durante la gara. Hai difeso male su Gasol per 4 quarti? Non aspettarti dunque che gli dèi del basket ti premino, ahinoi Gallinari sbaglia la tripla della vittoria e Memphis conquista la quarta W in fila. 27 di Gasol, 20 di Conley e 13 per Randolph con pochissimi palloni giocabili. Per i Nuggets 17 per Gallo e stesso score per Faried che tira giù anche 12 “boards”, ottima gara del ritrovato esordiente Mudiay (14 e 8 assist).

ARCO SLEEPTRAIN ARENA, SACRAMENTO. ATLANTA HAWKS 88 – SACRAMENTO KINGS 91
Prosegue l’ottimo periodo dei Kings, come Memphis striscia di 4 W e settima nelle ultime 10. Una squadra solitamente votata all’attacco la porta a casa con la difesa, mai in stagione Sacramento aveva incassato così pochi punti. Da sottolineare tuttavia la pessima prova degli Hawks, relativamente solidi dietro ed opachi, a tratti inesistenti, in attacco. 19 palle perse per i falchi, di cui 6 solo nel quarto periodo, rendono benissimo l’idea di cosa siano riusciti ad applicare gli uomini di Budenholzer del solito sistema. Prestazione inequivocabilmente da All Star per Cousins proprio mentre veniva escluso dal quintetto di Toronto, 24 punti e 15 rimbalzi per DMC in quasi costante mismatch con i piccoli lunghi Hawks. Sacramento non batteva i falchi da quasi 8 anni, per rimanere in tema di record Rajon Rondo in penetrazione sulla linea di fondo, segna i 2 punti decisivi e trova la quinta tripla doppia stagionale (11-10-11) con cui raggiunge Chris Webber. Gli Hawks tirano malissimo, 8/33 dall’arco e 3/10 per Korver, si trovano relativamente vicini nel finale grazie a Millsap (14-14) e poco altro. Dall’altra parte a supporto di DMC, Cauley-Stein (12) in doppia cifra insieme a McLemore (14) e Casspi (13).

TALKING STICK RESORT ARENA, PHOENIX. SAN ANTONIO SPURS 117 – PHOENIX SUNS 89
Testacoda della Western che si preannunciava poco avvincente e non ha deluso le aspettative. Gli Spurs allungano la serie vincente a 12 senza troppa fatica, mentre i Suns quella perdente a 6 (1 sola W nelle ultime 15). Popovich lascia Duncan a riposo e Parker dà forfait per un infortunio che non dovrebbe essere troppo grave. Per mettere le cose nella giusta direzione inizia aggressivo Kawhi, che chiuderà a 21 fresco di prima nomina all’All Star Game. Successivamente l’ultimo della dinastia si siede e lascia spazio alle seconde linee (66 punti per la panchina di SA). Da segnalare la prima doppia doppia in carriera di Boban Marjanovic (17-13) ed i 13 di un’altra genialata di RC Buford: Jonathon Simmons. Per i Suns 24 nel nulla di Devin Booker, unica nota positiva degli ultimi Suns, ventello di Goodwin e 20 rimbalzi di Tyson Chandler.